Storie dalla sala macchine. Puntata #003

La leggenda del sistemista sulla tastiera.

Mapolone
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2 min readMar 21, 2017

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DRIIIIIIIIN!

«Sì, pronto?»

«Sì pronddo bbuongiorno vorremmo prenotare un tavolo per 20 persone a nome di Di Feb…»

«No mi spiace, ha sbagliato numero…» [Riattacco. Viva i falsi positivi, ogni tanto.]

Mentre sono instradato sulla route verso casa (vedi seconda puntata), ripensavo alle leggende che alcune mie conoscenze già nel settore IT narravano sul reperibile: non dorme mai, e se dorme si sveglia al minimo rumore. Ha un tempo di risposta al telefono prossimo allo zero, e il potere di mettere in acknowledge un alert con la sola forza del pensiero.

La verità, è che avere il telefono del reperibile tra le mani ha un legame parentale con uno specchio rotto, anche se la sfiga durerà solo una settimana e non sette anni. E anche la reperibilità ha la sua immancabile classifica di clienti, seppur modesta (e ancora incompleta):

  1. Il timido: chiama una volta ogni due anni, e ti chiede anche scusa per aver disturbato. Successo due volte in più di cinque anni, una vera rarità.
  2. L’enigmista: manda solo SMS, non si firma, ma soprattutto spiega il problema parlando di IP privati. Provate a cercare l’ago in una subnet 10.0.0.0/8, altro che il pagliaio…
  3. Il bisognoso di supporto standard 24/7: capaci di inviare messaggi solo per avere un virtualhost di sabato pomeriggio o per una modifica sul php.ini. Urgentissimo, certo.
  4. L’insonne: chiama di notte ad orari improbabili, per problemi sulle sue soluzioni custom — perché è importante andare incontro al cliente, anche a costo di ignorare le RFC. Ah, gli standard… ah, che giramento di RAID proprio adesso che avevo preso sonno…

Ricordo ancora in maniera piuttosto distinta il mio primo turno di reperibilità, diversi anni or sono. Soprattutto il diabolico telefono che ha avuto l’onere di buttarmi giù dal letto infinite volte: batteria pressoché infinita, resistente ai lanci sul muro e alle imprecazioni.

Ricordo in particolare il modo in cui mi ricordava la sua presenza, specialmente di notte. Consisteva in due fasi:

  1. Il timido preavviso: due vibrazioni di due secondi l’una, in cui il telefono poggiato sul comodino girava di 180° , intervallata da un secondo di silenzio.
  2. Il coccolone: suoneria con un livello di decibel da concerto trash metal, e il ritmo cadenzato dell’allarme rosso sulla Enterprise. Potrei giurare di aver sentito il capitano Kirk chiamarmi sul ponte, una volta…

Al secondo turno di reperibilità, e già alla prima vibrazione, avevo la mano sul telefono pronta per silenziarlo. E c’è gente che ancora non crede nella teoria dell’evoluzione… ma di storie da raccontare, ce ne sono ancora tante e … DRIIIIIIIIN!

[Ecco, appunto… to be continued.]

:wq

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