Cane 51: che rumore fa un paese che viene soffocato?
Vorrebbe aggiungere che sì, ha ragione, viene da lì, e sì, ha attraversato quei giorni selvaggi e ci ha perso un po’ di quello che era, ma no, di ciò che ha vissuto lì lei non potrà mai averne la minima idea e che anzi le proibisce di pronunciare la sacra parola “Grecia” davanti a lui, perché lei non sa e non saprà mai cos’è il rumore di un paese che viene soffocato.
Il rumore di un paese soffocato. Siamo in un futuro non troppo lontano, e la Grecia è la prima tra le nazioni a essere privatizzata: sull’orlo del collasso, viene acquistata dal colosso GoldTex. Scontri, sommosse, gente costretta a partire per iniziare una nuova vita a Magnapoli, la città che accoglie e promette. Accoglie, ma non cancella le disuguaglianze: quelle restano e prendono la forma di una divisione in tre zone, le prime due dotate di comode cupole protettive che difendono dai fenomeni atmosferici sempre più intensi e imprevedibili. La terza destinata a chi è solo un umile ingranaggio sostituibile del sistema.
Il protagonista di Cane 51, scritto da Laurent Gaudé, traduzione di Alberto Bracci Testasecca, edizione E/O, si chiama Zem ed è, o meglio, era greco. Ora è un cane, un segugio che stana criminali. Prende sul serio i suoi casi, ma è immerso nei fantasmi del passato: un passato che può rivivere grazie a un nuovo stupefacente. La gente lo prende per un sogno di libidine, Zem per rivedere la sua Atene.
Di giorno, il ruolo di cane gli impone di affiancare una ispettrice della zona due in una indagine che porterà entrambi molto più lontano e più a fondo di quanto avessero mai immaginato, nella pancia putrida di un sistema che si rivela, come sempre, impossibile da cambiare.
Cane 51 è un libro veloce, trascinante, a tratti rabbioso, che alterna le narrazioni al passato e al presente, dando l’impressione di essere lì, nella Grecia delle sommosse, e poi a Magnapoli, anche noi cittadini anzi, cilariati (ovvero “cittadini salariati”) di un luogo che prenderà sempre più di quello che offre in cambio.
Un libro che, di questi tempi, soprattutto, lascia un brivido, e delle domande, mute: di quanti “paesi che vengono soffocati” abbiamo già sentito il rumore? E quante volte ci siamo tappati le orecchie?