ALMANACCO EUROPEO — 33

Piero S. Graglia
Europago
Published in
2 min readMay 16, 2019

L’industria audiovisiva europea entra nell’agenda

16 maggio 1986: la Commissione trasmette al Consiglio un progetto di programma d’azione a favore della produzione audiovisiva europea.

Gli anni dal 1985 al 1995 sono, con qualche ragione, considerati gli anni più attivi della costruzione europea, grazie soprattutto al contributo della Commissione Delors (tre mandati per una durata complessiva di dieci anni) che avviò la trasformazione del mercato comune in mercato unico (e non dirò più quali siano le differenze perché l’ho ripetuto più volte in questa sede).

Colpisce però che la Commissione Delors non si rivolse solo a questioni di mercato ma si interessò anche di aspetti, come la promozione della produzione audovisiva europea, che andavano nella direzione della creazione anche di un “modello europeo” nella produzione audiovisiva. La subcultura cinematografica e televisiva in Europa trovava così la forza di staccarsi da modelli statunitensi — per certi versi estranei e imposti dal ruolo statunitense nello scenario globale — per promuovere produzioni “nazionali”, dove l’aggettivo nazionale sta a indicare una attenzione alla promozione dell’audiovisivo prodotto all’interno del territorio della Comunità/Unione.

Nascevano programmi di azione importanti come MEDIA, che ha finanziato e finanzia tuttora produzioni europee , con l’intento dichiarato non di combattere un modello esterno bensì di promuovere un’idea di radiotelevisione e cinema europei.

Non si trattava di poca cosa sul piano simbolico: la comune appartenenza all’Unione si nutre di simboli e di immaginario collettivo, e la televisione e il cinema sono potenti strumenti di creazione di tale immaginario. Dalla metà degli anni Ottanta si nota così un aumento di produzioni televisive di qualità (in Francia, in Italia e in Germania) che si allontanano da modelli di oltreoceano, rafforzando, soprattutto nelle giovani generazioni, il senso di una comune appartenenza a uno spazio economico, politico e sociale comune.

Oggi MEDIA fa parte dell’iniziativa “Europa creativa”, che in Italia è gestito dall’Istituto Luce e dal MIBACT, e continua a finanziare produzioni televisive e cinematografiche di qualità, in stretta connessione con le mostre cinematografiche presenti nei diversi Paesi europei e ammirate in tutto il mondo.

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