Un discorso che lascia il segno

Piero S. Graglia
Europago
Published in
12 min readJul 8, 2020

Oggi, 8 luglio, alle 14:15, Angela Merkel, Cancelliere della Repubblica federale di Germania, ha preso la parola di fronte all’Europarlamento per presentare il programma della presidenza semestrale del Consiglio dei ministri.

Ha fatto un discorso storico, rilevando la necessità di una profonda azione di coesione dell’Unione europea di fronte alla crisi della pandemia; rilevando il grande patrimonio che per l’Europa sono i traguardi nel campo dei diritti civili, politici e sociali; delineando le cinque priorità della sua presidenza: “Diritti fondamentali, coesione economica e sociale, protezione del clima, digitalizzazione e responsabilità dell’Europa nel mondo”.

Nel suo discorso Merkel ha segnato alcuni capisaldi che sono storici, soprattutto nel momento attuale, e l’aggettivo non credo sia usato a sproposito: il forte impegno tedesco alla tutela del progetto europeo e alla sua sopravvivenza, “whatever it takes” direbbe Draghi; la distanza dalla presidenza statunitense dimostrando una reale vocazione multilaterale (l’ultima entità che oggi lo fa nel mondo è proprio l’Unione europea, e nell’occasione per bocca del cancelliere tedesco); la chiara definizione che ogni relazione “strategica” con la Cina non può passare sopra ai valori dei diritti politici e civili qualora vengano messi a rischio.

Un discorso denso, che qui presento nella mia traduzione, fatta sulla trascrizione stenografica.

Presidente, presidente della Commissione. Onorevoli deputati. Sono qui al Parlamento europeo, onorevoli colleghi, ed è un mio grande piacere parlare all’Aula all’inizio della Presidenza tedesca. Come molti di voi, ho perso molte occasioni di contatti diretti, di persona. Questo è il mio primo viaggio dall’inizio della pandemia, e ho deliberatamente scelto di venire qui, nel cuore della democrazia europea in un momento in cui l’Unione europea vuole rimanere risoluta di fronte a questa crisi. L’UE ha bisogno del Parlamento europeo.

Ci sono sfide enormi da affrontare che richiedono uno sforzo altrettanto enorme. Abbiamo bisogno di un dibattito parlamentare. Abbiamo bisogno di coordinamento politico, comunicazione culturale e mediazione tra diversi paesi e regioni. E quindi abbiamo bisogno di voi. Ed è un onore particolare per me oggi presentare le priorità della Presidenza tedesca.

Ci sono cinque priorità che sento nell’attuale frangente. Diritti fondamentali, coesione economica e sociale, protezione del clima, digitalizzazione e responsabilità dell’Europa nel mondo. Queste cinque priorità sono molto importanti perché abbiamo bisogno di un cambiamento sostenibile in Europa per salvaguardare e preservare l’Unione, e lo si potrà fare solo in questo modo. L’Europa dovrà far fronte alla rapidità del cambiamento e garantirà la sua sovranità e la sua responsabilità e sarà pienamente all’altezza del suo ruolo.

Sappiamo tutti che la mia visita di oggi giunge in un momento in cui l’Unione europea si trova ad affrontare la sua più grande sfida di sempre. La pandemia globale ha colpito duramente le persone in Europa. Oltre 100.000 vite sono state perse, solo in Europa.

Molti cittadini non sono stati in grado di visitare i propri cari a causa delle rigide regole di quarantena. Gli hanno detto addio mentre se ne andavano. Dobbiamo tenerne conto mentre ci impegniamo per la ripresa economica. Dobbiamo piangere i nostri morti, riconoscere il dolore degli addii che non erano possibili. Questo peso rimarrà con noi per molto tempo a venire. L’economia ha ricevuto un duro colpo? Milioni di persone hanno perso il lavoro. Molti sono anche preoccupati per la loro salute. La salute dei loro familiari. Inoltre, molti cittadini temono per il loro sostentamento.

Hanno tutti bisogno del nostro aiuto comune. Abbiamo dovuto rompere le catene del contagio e questo ha portato alla limitazione dei diritti fondamentali più elementari. È stato un prezzo alto da pagare. Le passate generazioni in Europa hanno lottato duramente per quei diritti fondamentali, i diritti umani. Le libertà civili sono il bene più prezioso che abbiamo in Europa; tali diritti dovrebbero essere limitati? solo per ragioni molto importanti per un breve lasso di tempo.

Una pandemia non dovrebbe mai essere usata come pretesto per erodere i principi democratici. Tutti i paesi europei hanno un ricordo differente degli sconvolgimenti del passato. La lotta per la libertà, lo Stato di diritto, la democrazia. Ma questi risultati costituiscono la base comune dei diritti fondamentali in Europa. Ora, per me personalmente, dopo avere passato 35 anni della mia vita in una società non libera, limitare i civili diritti durante la pandemia è stata davvero una decisione molto difficile.

La Germania assume la presidenza del Consiglio europeo. È un momento importante. Dimostreremo grande rispetto e investiremo grande passione in questa sfida. Credo nell’Europa. Sono una fervente sostenitrice dell’Europa, non solo come eredità del passato, ma come presidio di speranza per il futuro. L’Europa non è qualcosa che ci è tramandata, una sorta di destino scritto. Anche questa consapevolezza incombe su di noi. L’Europa è un progetto vivo che possiamo plasmare e cambiare.

L’Europa non limita i nostri margini di manovra in un mondo globalizzato. L’Europa ci dà più spazio di manovra. È con l’Europa che possiamo mantenere le nostre libertà. E quindi, più che mai, dobbiamo adesso concentrarci sui diritti fondamentali e sulla loro difesa. Abbiamo bisogno di assistenza reciproca e sostegno, solidarietà, spirito comunitario. L’Europa sarà salvaguardata solo se offriremo risposte innovative alle sfide del cambiamento climatico, della digitalizzazione e della nostra responsabilità nel mondo. Queste sono le enormi sfide che dobbiamo affrontare. Ma sono fiduciosa.

Guardiamo indietro alle diverse prove e sperimentazioni che l’Europa ha già superato. Il fallimento del progetto di trattato, il trattato costituzionale di quindici anni fa, la crisi economica e finanziaria e le dure battaglie che avevamo allora di fronte, o il movimento di massa dei rifugiati e dei migranti cinque anni fa. Non è mai stato facile gestire queste situazioni. Ci sono stati momenti di orrore. Ma le crisi più amare ci hanno aiutato ad ascoltare meglio le esigenze e le preoccupazioni degli altri. Abbiamo imparato insieme. L’Europa ha superato tutte queste crisi perché, alla resa dei conti, tutti sono consapevoli di ciò che è inestimabile.

Diritti fondamentali e coesione. Diritti umani, libertà civili. La dignità umana. I diritti civili. Tutti questi diversi diritti. La protezione contro la discriminazione. L’uguaglianza. Un’autentica uguaglianza. Tutti questi valori costituiscono la pietra angolare, la pietra angolare etica dell’UE. Questi diritti si applicano a tutti, non solo per alcuni e per alcuni più o meno che per altri. Non si limitano nel tempo. Si applicano sempre a tutti i livelli, e questo è ciò che dobbiamo garantire attraverso l’UE. Questa è la sua promessa. I cittadini devono essere liberi. Devono godere della libertà religiosa, della libertà culturale e politica.

Devono essere in grado di esplorare la propria felicità. La democrazia. La democrazia europea richiede un dibattito aperto e critico. Non vogliamo soffocare l’opposizione. Una democrazia in cui la diversità religiosa, sociale e culturale si mette a tacere non è una vera democrazia. La pandemia ha chiarito a tutti quanto siano preziosi i diritti fondamentali, quanto siano fondamentali le nostre libertà, quanto siano essenziali. Dobbiamo salvaguardare questi diritti fondamentali. E a tal fine l’Europa ha bisogno di istituzioni forti, della Commissione, della Corte di giustizia e del Parlamento europeo. I diritti fondamentali sono la priorità che noi poniamo all’inizio del semestre di presidenza.

E questo riferimento mi porta a parlare della coesione. L’Europa uscirà più forte che mai dalla crisi. Se siamo disposti a superare le nostre divergenze e a individuare soluzioni condivise, se siamo disposti a vedere il mondo attraverso il prisma degli altri, l’Europa emergerà più che mai solida dalla crisi. Se rafforziamo la coesione e la solidarietà, prendiamo atto che nessuno riuscirà a superare questa crisi da solo. Siamo tutti vulnerabili. La solidarietà europea non è solo un gesto umanitario. Si tratta di un investimento sostenibile. La solidarietà europea non è solo un imperativo politico. Vale il costo del nostro tempo. Produrrà benefici. E questo è il motivo che guiderà la Presidenza insieme a voi per la ripresa dell’Europa. Lavorerò insieme al governo tedesco e investirò grande passione a tal fine. Ma ho bisogno anche di voi.

Dobbiamo salvaguardare l’Europa. Abbiamo bisogno del parlamento. Un luogo di confronto e composizione delle diverse opinioni, un luogo per raggiungere un compromesso. Voi rappresentate 450 milioni di cittadini in 27 Stati membri. Voi traducete i principi europei. Voi spiegate l’Europa ai cittadini e mediate tra Bruxelles, Strasburgo e le vostre regioni d’origine. Comunicate in 24 lingue diverse e sperimentate la diversità e varie esperienze ogni giorno. Solo con voi possiamo spiegare l’Europa ai diversi Stati membri e ai loro cittadini. Vi chiedo quindi di essere mediatori e di contribuire a garantire la coesione in questo momento difficile. L’Europa ha contribuito a promuovere una maggiore comprensione, comprensione reciproca. Aiutateci a rafforzare la coesione europea.

La priorità assoluta della Presidenza tedesca sarà l’unità in Europa per garantire che l’Europa emerga più unita dalla crisi. Ma non vogliamo solo un risultato di corto respiro. Non sarebbe sufficiente. Vogliamo un’Europa che offra speranza, fiduciosa e coraggiosa nell’affrontare le sfide dei giorni nostri. Vogliamo un’Europa innovativa e sostenibile che possa prendere il suo posto nel mondo. Vogliamo vedere un’Europa più forte. E questo ha spinto la proposta franco-tedesca a metà maggio insieme a Emmanuel Macron, il presidente francese.

Ho proposto un fondo europeo di salvataggio di 500 miliardi di euro. Sono lieta di constatare che la Commissione europea ha assunto molti aspetti di questa proposta franco-tedesca nella sua essenza per un fondo di recupero che sarà discusso ora al Consiglio europeo, sotto la guida di Charles Michel, e in quella sede vogliamo raggiungere rapidamente un accordo. Abbiamo visto enormi sconvolgimenti economici e non possiamo perdere tempo. Solo i più deboli, i più vulnerabili ne soffrirebbero. Spero che riusciremo a raggiungere un accordo prima della pausa estiva. Avremo bisogno di compromessi, molti compromessi da tutte le parti, anche qui. Si tratta di una situazione straordinaria, senza precedenti nella storia dell’Unione europea; e in tempi straordinari la Germania è disposta a difendere la somma straordinaria di cinquecento miliardi. Abbiamo bisogno dell’unità europea.

Credo fermamente che la dimensione sociale sia tanto importante quanto la dimensione economica. Abbiamo bisogno di un’Europa socialmente ed economicamente equa, fondamentale per la coesione democratica. È il modo migliore per affrontare tutti coloro che intendono minare la nostra democrazia e ridurla a pezzi. Per questo motivo, durante la Nostra Presidenza del Consiglio, ci concentreremo in particolare sui diritti dei bambini e dei giovani.

I giovani e i bambini sono il futuro dell’Europa e sono stati particolarmente colpiti da questa crisi. Vogliamo esaminare un’agenda europea per l’occupazione giovanile, una garanzia europea più forte per i giovani. Vogliamo aiutare i giovani a trovare un impiego. Non vogliamo essere ingenui e avere i paraocchi sulla situazione in molti Stati membri. Gli euroscettici cercheranno di usare questa crisi per i loro scopi. Dobbiamo dimostrare il valore aggiunto del coordinamento della cooperazione a livello europeo. Dobbiamo dimostrarlo. Tornare al nazionalismo sarebbe una regressione per tutti noi, noi che possiamo progredire solo se proteggiamo l’Europa insieme. È molto importante che le regioni più colpite dalla crisi e le persone che ci vivono possano contare sulla nostra solidarietà. È nel nostro interesse garantire che ciò significhi anche un enorme sforzo.

Non dovrebbe aggiungere un onere eccessivo alle economie più forti. Tutti dovranno mettersi nei panni di un altro. Quindi, considerate come possono contribuire i diversi Stati membri, non solo in termini economici, politici e sociali. Vi chiedo pertanto, in qualità di eurodeputati, di offrire oggi il vostro sostegno. Credo fermamente che sia necessaria una solidarietà straordinaria e tutti sono disposti a dimostrare che, durante questa crisi, la Germania sarà presente, e le ripercussioni della pandemia segneranno e modelleranno la nostra Presidenza.

Ma ci sono altre grandi sfide del momento che dobbiamo tenere a mente. E questi sono gli altri tre argomenti che volevo menzionare.

In primo luogo, il cambiamento climatico, presentato nei suoi termini un anno e mezzo fa dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen; una posizione che delineava in quest’aula un programma di protezione del clima. Lei ha affrontato l’urgenza della questione, presentandovela, ha chiesto un’azione immediata. L’Europa deve agire per preservare il nostro pianeta. Credo fermamente che abbiamo bisogno di una soluzione globale per la protezione del clima, e questo sarà possibile solo se l’Europa assumerà l’iniziativa. Abbiamo una strategia europea per il green deal proposta dalla commissione e questo è molto importante per noi. La sosterremo da vicino con il passaggio a una società a basse emissioni di carbonio, una società verde con imprese e imprenditorialità forti e innovative. Dobbiamo esaminare le risorse naturali e la competitività dell’Europa e proteggere tali risorse per le generazioni future.

È molto importante che si arrivi alla “neutralità” dell’Europa nei confronti del clima entro il 2050, e che tale obiettivo sia reso giuridicamente vincolante. Accolgo con favore il pensiero della commissione di fissare obiettivi per il 2030 e di aumentarli al 50–55 per cento rispetto ai livelli del 1990. Sosterremo anche il lavoro sulla legge europea sul clima.

Un’altra grande sfida, il quarto punto di forza che è molto importante per noi durante la nostra presidenza è la digitalizzazione. Anche in questo caso dobbiamo guardare al modo in cui viviamo e facciamo affari e cambiarlo in modo sostenibile. Molte persone hanno paura al solo pensiero di questo cambiamento. Temono il ritmo del cambiamento, e posso capirlo. Ma vorrei essere chiara qui, e franca, abbiamo bisogno di un impegno per la digitalizzazione e la protezione del clima. Ciò non significa che spazzeremo via tutto e metteremo in pericolo i posti di lavoro di milioni di europei. Tutto il contrario. Questo è un cambiamento realmente necessario. La riforma della nostra società è un processo che offrirà maggiore protezione e occupazione. Negli ultimi mesi abbiamo visto come l’Europa si affida ai paesi terzi. Molti lo hanno visto nelle comunicazioni digitali quotidiane, nei diversi servizi o tecnologie disponibili.

È molto importante che l’Europa realizzi una sovranità digitale, in particolare in settori chiave come l’intelligenza artificiale e l’informatica quantistica; anche garantendo un’infrastruttura dati sicura e affidabile. Vogliamo fare progressi in questi settori. Dobbiamo anche proteggere efficacemente le nostre democrazie dalle minacce informatiche e dalla disinformazione. Tutte le democrazie hanno bisogno di un dibattito aperto e l’opinione pubblica deve essere in grado di condividere conoscenze e informazioni. I cittadini devono essere in grado di impegnarsi nel dibattito per raggiungere una comprensione reciproca di come possono vivere insieme. Ma abbiamo visto bugie e disinformazione, e questo non è un modo per combattere la pandemia. Non possiamo permettere che gli incitamenti all’odio e al populismo e simili si diffondano.

Le democrazie hanno bisogno di verità e trasparenza. Questo è il segno distintivo dell’Europa e questo è ciò che la Germania sosterrà e chiederà durante la sua Presidenza.

Quinto punto: la responsabilità dell’Europa in un mondo globalizzato. Considerate con attenzione una mappa qualsiasi: oggi, oltre al Regno Unito e ai Balcani occidentali, abbiamo altri vicini esterni a est: Russia, Bielorussia, Siria, Libano, Giordania, Israele, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco. Allo stesso tempo, stiamo vivendo in un periodo di enorme sconvolgimento.

Molti Stati membri in Europa sono coinvolti nel partenariato transatlantico. Ma l’Europa deve fare più affidamento su se stessa. Dobbiamo essere in grado di decidere il futuro dell’Europa in questo mondo in rapida evoluzione. Dobbiamo decidere se prendiamo sul serio l’Europa, se vogliamo farlo. La libertà e l’identità dell’Europa sono da salvaguardare in tempi di crisi. Abbiamo quindi bisogno di una forte politica estera e di sicurezza europea. Ora, un partner chiave rimarrà il Regno Unito. Dobbiamo dare forma al nostro rapporto futuro e questo ci terrà occupati nei prossimi sei mesi. Finora i progressi nei negoziati sono stati scarsi, per dirla in maniera diplomatica. Abbiamo concordato con il Regno Unito di accelerare il ritmo dei negoziati, di raggiungere un accordo entro l’autunno, un accordo che potrebbe essere ratificato entro la fine dell’anno.

Continuerò a spingere per una buona soluzione, ma dovremmo anche prepararci a un possibile scenario di assenza di accordo durante la nostra Presidenza. Contemporaneamente, dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per concentrarci su altri tre obiettivi di politica estera. In primo luogo, per quanto riguarda le conferenze di adesione, dobbiamo avviare colloqui con la Macedonia del Nord e l’Albania fintantoché i Balcani occidentali abbiano prospettive di adesione. Dobbiamo anche esaminare le nostre relazioni con il nostro continente vicino, l’Africa. Avremo una conferenza UE-Unione Africana e dobbiamo esaminare le prospettive future. Parleremo di migrazione, per esempio. Ci sono tantissime persone in numero mai visto che cercano scampo dai conflitti. E quindi l’Europa ha una responsabilità fondamentale in materia di politiche di asilo e trattamento dei rifugiati.

Dobbiamo fare progressi qui. È un punto molto sensibile politicamente e dobbiamo dimostrare tale sensibilità. Ma non possiamo guardare dall’altra parte. Dobbiamo affrontare le nostre responsabilità umanitarie e dimostrare solidarietà. Infine, dobbiamo esaminare le nostre relazioni strategiche con la Cina: abbiamo relazioni commerciali, ma abbiamo anche regole di vita sociale e leggi e politiche diverse. Dobbiamo coniugare innovazione e sostenibilità sociale in tutto il mondo. Questa è la nostra visione per l’Europa.

Forse potrei concludere con una nota personale. È un piacere constatare che durante la nostra Presidenza Ludwig von Beethoven sarà commemorato, in dicembre. Ogni volta che ascolto la sua musica, scopro qualcosa di nuovo che mi tocca davvero.

Lo stesso si può dire dell’Europa. La riscopro ogni giorno, e sono sempre impressionata dall’Europa. Vorrei concludere riferendomi al messaggio della musica di Beethoven, e spero che questo ci guiderà verso il futuro. Quale messaggio migliore del suo? L’Europa è capace se ci stringiamo insieme e se siamo uniti. Grazie.

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