Elon Musk ci trasformerà in dei, o ci friggerà il cervello (Neuralink e oltre)

Gianluigi Ballarani
Expand-it
Published in
6 min readAug 30, 2020

“Alzati e cammina!”.
E un paralitico si alza piangendo di gioia e inizia a correre via saltellando.

“Apri gli occhi e vedi!”
E un cieco spalanca gli occhi e finalmente il mondo si schiude in figure colorate davanti a lui.

Eccetera.

No, non è la voce di Gesù. Anzi, non serve neanche l’uso della parola per compiere il miracolo (addio abracadabra: dall’aramaico “io creerò come parlo”).

Basta un piccolo chip, della dimensione di una moneta impiantato direttamente nel cranio.

È fantascienza? Nossignore. È la promessa della startup di Elon Musk: Neuralink, che il 28 Agosto ha presentato in diretta gli ultimi sviluppi della loro tecnologia.

Neuralink è un chip che viene installato direttamente nel cranio
Neuralink è un chip che viene installato direttamente nel cranio

Ma andiamo con ordine…

Da uomini a dei (come vivere per sempre?)

Sono tanti i modi in cui l’homo sapiens potrebbe evolvere in homo deus nei prossimi anni. Sul tema si sono già pronunciati diversi storici e scienziati.

Il manuale del futurologo provetto, uscito nel 2015 e diventato già un classico della categoria ha proprio questo nome: Homo Deus — Breve storia del futuro di Yuval Noah Harari.

Lo storico israeliano ci aveva già ammaliato con la storia dell’uomo, in quello che viene considerato il suo lavoro più riuscito: Sapiens, Da animali a Dei — breve storia dell’umanità). In Homo Deus ha condensato tutte le possibili innovazioni tecnologiche che ci potrebbero portare a diventare dei-in-terra.

Per quanto la previsione del futuro (futurologia) è sempre stata una disciplina controversa e poco attendibile, è interessante sapere su quali ricerche tecnologiche stanno lavorando gli scienziati oggi. E immaginare le possibilità che si potrebbero schiudere di conseguenza.

Ad esempio, la ricerca dell’elisir di lunga vita non si è fermata nei laboratori degli alchimisti. Ma è un obiettivo che aziende in tutto il mondo stanno ancora cercando di raggiungere.

Come vivere per sempre?

Google ha investito 1,5 miliardi nella startup Calico, che ha l’umile obiettivo di “sconfiggere la morte”.

Mark Zuckerberg, founder di Facebook, ha stanziato insieme alla moglie un fondo di tre miliardi di dollari per la Chan Zuckerberg Initiative, un istituto di ricerca che ha come obiettivo curare tutte le malattie

Ricordo di essere rimasto a bocca aperta un paio di estati fa leggendo Fisica del Futuro, in cui lo scienziato statunitense Michio Kaku racconta le più interessanti ricerche su cui stanno lavorando nei laboratori più d’avanguardia sulla terra.

Non voglio immergermi nel tema, che altrimenti non ne usciamo. Ma immagina l’utilizzo della bioingegnieria per creare umani potenziati: più forti, intelligenti e immuni alle malattie.

Del tipo che ci troveremo a scegliere i le caratteristiche dei nostri figli su un ipad (gli occhi fammeli rossi, li sognavo così da piccolo!).

O immagina di stampare gli organi per rimetterci a nuovo quando serve. Nanorobotica per eliminare malattie e virus specifici. E così via.

Insomma, paperoni e scenziati sono in una marcia forsennata per ottenere l’unica cosa che (ancora) non si può comprare: l’immortalità.

O, meglio, l’amortalità. Ma approfondiamo un’altra volta la differenza.

Torniamo al dispositivo di Elon.

Uno smartphone nella testa (e la simbiosi tra intelligenza umana e digitale)

Il dispositivo Link di Neuralink, ha la dimensione di una moneta

Link è un device da mettere nella testa per creare la prima interfaccia cervello-computer (che permetterà anche di “evocare” la propria Tesla con il pensiero!).

L’idea di fondo Musk la spiega bene a Joe Rogan in un episodio del suo podcast.

Elon Musk ospite del Joe Rogan Experience — Episodio #1470

Essendo sempre connessi a internet attraverso il nostro smartphone, in qualche modo siamo già diventati cyborg.

La tecnologia amplia la nostra conoscenza e le nostre possibilità.

Ma qual è il limite del nostro rapporto con la tecnologia?

La velocità.

Musk mi ha fatto riflettere su come il nostro rapporto con la tecnologia è sempre basato su upload e download di informazioni dal dispositivo alla nostra mente.

“È soprattutto riguardo la larghezza di banda, la velocità di connessione tra il tuo cervello e la versione digitale di te”

Non parliamo della velocità della linea internet. Ma della velocità con cui ci interfacciamo con il dispositivo tecnologico.

Ovvero la velocità con cui “scarichiamo” informazioni nel nostro cervello tramite la vista e l’udito, e la velocità con cui le carichiamo sui dispositivi, tramite le mani.

Passando da tastiera a telefono abbiamo addirittura ridotto la velocità di upload, da dieci a due dita.

In pratica Neuralink è un modo per interfacciare il cervello alla tecnologia e internet senza passare da mani, occhi o voce (telefono, pc o alexa!). Link è un chip che si collega al cervello e si installa nel cranio.

Curare ciechi, sordi, paralitici e smemorati

La lettura dell’attività celebrale di un maiale con un Link installato nel cervello

Tutto ciò che esperienziamo nella vita sono scariche elettriche di neuroni, che poi codifichiamo mentalmente in immagini, suoni e sensazioni.

“Vuoi un device che puoi mettere in testa, ma che ti fa sembrare e sentire completamente normale, ma che ti risolve importanti problemi nel cervello o nella colonna vertebrale” ha detto Musk nella presentazione ufficiale.

“La verità è che quasi tutti nel tempo sviluppano problemi al cervello e alla spina vertebrale. Vivendo abbastanza a lungo, praticamente chiunque avrà qualche tipo di problema neurologico, che sia minore o più importante”.

“I neuroni sono come circuiti elettrici” ha detto Elon. “Hai bisogno di qualcosa di elettrico per risolvere un problema elettrico”.

Attualmente il dispositivo è in grado di leggere lo stato di attività neurale. Insomma, ci stanno ancora lavorando.

Verrà lanciato inizialmente per risolvere problemi come cecità, sordità, paralisi, insonnia, depressione, dolore estremo, convulsioni, infarti, ansia e perdita di memoria.

Ma successivamente diventerà un potenziatore incredibile delle capacità umane.

Immagina di leggere un libro in 1 secondo tipo matrix, o uplodare tutte le tue memoria in un cluoud e richiamare qualsiasi momento a tuo piacimento (black mirror stiamo arrivando!).

Il chirurgo robot di Neuralink effettuerà l’operazione per inserire il device nella testa delle persone in circa un’ora

Link è ancora abbastanza invasivo. Richiede un’operazione al cervello: l’esportazione di un pezzo di osso del cranio sostituito dal dispositivo.

L’operazione è talmente delicata che per non sbagliare Musk ha fatto costruire un robot chirurgo apposito.

(Hai capito? Ci fidiamo di più di un chirurgo robot che di un essere umano)

Altre cose da sapere: la batteria dura un giorno e si ricarica la sera in wireless come un telefono.

Fa un po’ strano arrivare a fine giornata e ricordarsi di mettere in carica oltre al telefono anche la testa. (Già mi immagino le battue della nuova era: hai dimenticato di ricaricare il cervello ‘sta notte?)

Ma, in fin dei conti, se puoi risolvere problemi gravi come la cecità o la paralisi, mettere in carica la testa non è poi questo grande sacrificio.

Ricaricare il Link sarà simile a ricaricare uno smartwatch o un telefono con una carica induttiva (senza cavi).

Potremmo andare avanti con funzionalità, commenti o immaginare futuri utilizzi. Ma per ora ti lascio approfondire con i vari link che ho disseminato nell’articolo.

È solo questione di tempo prima che la nostra crescente padronanza della tecnologia ci permetterà di fonderci ai robot. Fino anche a trasferirci il potere divino di creare nuove forme di vita.

“Dopo 4 miliardi di anni di in cui la vita è scaturita dal regno dei composti organici, la vita potrà scaturire dalla vastità del regno dei composti inorganici, e prenderà delle forme al momento inimmaginabili” — Y.N. Harari

Dove ci può portare tutto questo?

Oggi non mi espirmo, ma sarei curioso di sapere cosa ne pensi. Sentiti libero di lasciare un commento qui sotto con la tua idea.

Al futuro,

G.

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