Un salto in drogheria

Scuola di giornalismo Walter Tobagi
EXPO STORIES
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4 min readOct 7, 2014

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di Silvia Sciorilli Borrelli e Angela Tisbe Ciociola

C’è profumo di cioccolato e cannella nell’aria. La Drogheria Grossi, in corso Magenta, mantiene intatto il suo fascino di inizio secolo, gli stessi odori, sapori, colori. Lungo le pareti, scaffali di un legno scuro massiccio. Sono lì da circa 100 anni: nessuno li ha mai spostati. Quando sono stati sistemati fuori dalle vetrine c’era una Milano molto diversa da quella di adesso. Hanno visto donne con gonne lunghe e maniche a sbuffo al riparo di ombrellini, uomini con bastone da passeggio, cilindro e paglietta. Piazza Mercanti è piena di tavolini dei caffè e di palme.

L’Esposizione universale del 1906 ha lasciato in eredità alla città i molti padiglioni che, in quello che oggi è Parco Sempione, hanno ospitato i 40 Paesi partecipanti. Di quell’evento eccezionale, oggi rimane solo l’acquario civico. La Drogheria nasce più o meno in questi anni, nel 1904, poco dopo la costruzione dei palazzi in stile liberty che la ospitano, di proprietà della Reale Mutua Assicurazioni. Posizionata all’angolo con via Carducci, è uno dei luoghi per la mescita del vino preferiti dai macchinisti dei tram da e per Cadorna. La prima traccia ufficiale della vecchia drogheria risale al 1927, anno di iscrizione alla Camera di commercio milanese.

Ancora oggi, in una cornice appesa dietro la cassa del negozio è conservata una foto di quell’anno. Non è cambiato molto: quattro vetrine ad angolo e, al centro, la porta d’ingresso. L’unica cosa diversa è il nome del negozio. Nel 1976 il signor Grossi rileva la drogheria e le dà il proprio nome, quello che mantiene anche ora che alla sua guida c’è il figlio del vecchio proprietario, Alfredo. I barattoli di vetro per caramelle sono ancora allineati sul bancone di destra, mentre lungo la parete sono in bella mostra scatole di latta per i vari tipi di thè. In alto si trovano marmellate che arrivano direttamente da Londra, dalla Fortnum & Mason, fornitrice ufficiale di Buckingham Palace.

A fianco della cassa, altri pacchetti colorati di caramelle e cioccolate, e poco dietro fialette e bottiglie con aromi e coloranti per dolci: vaniglia, limone, anice. Sul frigorifero, l’unica cosa moderna dell’interno negozio, fanno capolino pacchi di pasta avvolti in carta spessa e ruvida, dai colori pastello, azzurro e giallo, legata con uno spago. Un negozio come se ne vedono pochi, oggi, a Milano. Infatti richiama non solo golosi, ma anche curiosi che, colpiti dalle confezioni di canditi e frutta secca, dal legno e dal lampadario in vetro di Murano che pende dal soffitto, entrano a scattare foto e chiedere informazioni. Perché anche l’occhio, oltre al palato, vuole la sua parte.

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