Se Pinzolo è meglio di Los Angeles

Simone Nicoletti
FabbricaInter
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4 min readJul 11, 2011

Parte la nuova avventura dell’Inter di Gasperini a Pinzolo. Abbandonati i tour americani e gli obiettivi di internazionalizzazione del brand, la società torna a guardare all’Italia.

di: SIMONE NICOLETTI

“L’Inter in ritiro ad UCLA? Ci pensavamo già da un po’, ma i contratti preesistenti con Brunico ci impedivano la svolta. Quest’ anno, grazie anche all’ esperienza positiva già maturata in Usa da Mourinho quando era al Chelsea, abbiamo deciso che si poteva provare. Anni fa il ritiro per un club era un costo, eventualmente ridotto con interventi delle Pro loco che a loro volta potevano sfruttare il turismo, anche quello di una sola giornata, dei tifosi. Ora la situazione è diversa. In fondo, il principio è banale: l’ unico modo per sviluppare la propria presenza in un territorio nuovo e creare nuovi tifosi è essere presenti fisicamente sul posto. Portare i giocatori, ogni tanto, può servire: era successo in Cina con Toldo all’ apertura dell’ Inter Store a Shanghai, così come lo è stato all’ inizio di giugno con Mourinho a Pechino. Chiaramente però la presenza di tutta la squadra, con allenamenti e partite importanti, tra l’ altro anche queste scelte con un occhio a mercati differenti (una squadra è messicana, l’ altra inglese, l’ altra italiana), dà un altro peso al progetto di internazionalizzazione del club”. ERNESTO PAOLILLO, 5 luglio 2009

Sembra passato un secolo, in realtà sono solo 2 anni.

Josè Mourinho, l’università di Ucla, l’ossessione della privacy e di lavorare lontano da occhi e orecchie indiscrete, la presentazione delle nuove maglie nella Nike Tower, la tournee americana come strumento per veicolare il brand Inter sui mercati internazionali e conquistare nuove fette di mercato.

Per un attimo, ve lo confesso, ho provato nostalgia per le nottate passate ad attendere news da Los Angeles, per vedere in tv i primi vagiti del gruppo e i primi gol di Milito. Il tempo e i successivi trionfi hanno però cancellato il ricordo delle ansie per i continui cambi di fuso orario, per le troppe amichevoli, per i nazionali sudamericani che si sarebbero aggregati in ritardo (questa non è una novità purtroppo), per i mal di pancia di Ibrahimovic e il timore, fondato, che quelle settimane in California fossero state inutili o travolte dagli eventi, ossia dalla cessione dello svedese e dalla necessità di costruire nuovi schemi, nuovi equilibri.

E’ paradossale poi come quella fosse sì la squadra pluricampione d’Italia, ma l’unico elemento di appeal mondiale fosse il Vate di Setubal perchè nella primavera precedente il Manchester United aveva spento qualsiasi sogno di gloria europea già negli ottavi. Ed ora che siam campioni del mondo, che abbiam appena dismesso la maglia con tutte le patch immaginabili, che ci siam appena scuciti dal petto la Champions League, ora che il famoso brand è più conosciuto e quindi commercialmente più sfruttabile, ci rintaniamo a Pinzolo, strappando la sede del ritiro alla decaduta Juventus.

Qualcuno ci ha visto la dimensione naturale dell’Inter di Gasperini e dei nuovi peones italiani e stranieri, una sorta di ridimensionamento allargato non solo alla rosa,allo staff tecnico e alle ambizioni, ma anche al mercato di riferimento. L’Italia, lo scudetto, il nuovo ciclo, il ringiovanimento dei ranghi e, chissà, la partenza di uno dei fuoriclasse rimasti: Sneijder.

Al club non sono mancate le offerte per tornare all’estero (non così irrinunciabili come in passato…), ma in sede di programmazione della nuova stagione e dopo i disastri climatici dello scorso anno che in parte incisero sulla preparazione si è preferito non rischiare e tornare alle vecchie abitudini delle prime sgambate contro i dilettanti locali.

E, soprattutto, di permettere ai tifosi di restare vicini alla squadra, di vedere, toccare, saltare, cantare con i propri campioni. Le migliaia di presenze registrate ieri nella cittadina trentina , i momenti di divertimento per la presentazione serale della squadra e di commozione quando è stato srotolata l’immagine di Facchetti sul campo di allenamento valgono sul piano sentimentale e affettivo (quello più importante) quanto e più di un bilancio sano e di irrinunciabili strategie di posizionamento del brand.

Accantonati i dubbi sul mister e sulla competitività futura, nelle settimane in cui si gioca la partita della revoca dello scudetto 2006 essere in Italia e poter verificare l’entusiasmo e la compattezza dell’ambiente è una iniezione di energia per le battaglie giuridiche e mediatiche che non potremo esimerci dal combattere.

Tra un proclama dell’emozionato Gasperini, una dichiarazione d’amore di Eto’o, un torello disputato con grinta e concentrazione da Sneijder, una prima impressione positiva di Alvarez e Castaignos, si è alzato il palcoscenico sulla stagione 2011–2012.

Ci sarà tempo per capire se la rappresentazione non sarà all’altezza delle precedenti, ora si può e si deve festeggiare i trofei e sognare di conquistarne altri. A partire da Pechino, così lontana da Los Angeles e così vicina a Pinzolo.

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Simone Nicoletti
FabbricaInter

Interista dalla nascita per destino e discendenza. Fondatore di Iostoconmancini e di FabbricaInter. Scrivo di Inter e di calcio, senza retorica ed ipocrisie