8 piatti di pesce da provare (ora!)

Posto che vai, piatto che trovi. E ora, che è primavera, è il momento del mare. Ecco cosa provare, tra le spiagge più belle d’Italia

Aceto Balsamico di Modena
Fabiana Salsi

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La primavera è arrivata: l’aria è mite, il sole splende, è il momento migliore per andare anche al mare perché le spiagge senza folla sono più belle che mai. Questa è la stagione per godersele: con una passeggiata certo, ma anche con un bel pranzetto a riva approfittandone per provare i piatti giusti.

Perché ogni località marinara ha il suo piatto tipico: una specialità di pesce che così buona è impossibile da replicare o mangiare da un’altra parte e non provarla vorrebbe dire godersi lo spettacolo solo a metà. Eccone otto — molto veraci — per altrettanti mete bellissime. Otto piatti per non perdersi il meglio, in tutti i sensi…

1.Sardegna: fregola ai frutti di mare
A prima vista sembra cous cous, perché l’aspetto è molto simile. La fregola, infatti, è una pasta di semola lavorata a mano fino ad ottenere delle sfere minuscole. Molto diffusa a Oristano, Cagliari e nel Campidano, si presta a diverse preparazioni, ma la versione classica è proprio quella marinara, condita con cozze, vongole, gamberi, e tanto altro pesce appena pescato.

2.Costiera Amalfitana: spaghetti alla colatura di alici
Questo è un piatto non solo imprescindibile, ma sacro, perché le alici usate per produrre questa salsa (che è una specialità di Cetara), sono pescate dal 25 marzo, festa dell’Annunciazione, al 22 luglio, giorno di Santa Maria Maddalena. Ultimamente c’è chi sperimenta l’abbinamento della colatura con diversi ingredienti (anche la pizza!), ma l’accoppiamento più godurioso resta il classico e il più semplice: lo spaghetto.

3. Bari: crudo, e riso patate e cozze
Prima che in Italia dilagasse la sushi-mania, i baresi da tempo avevano scoperto la bontà del pesce crudo. In città (e nelle vicine località di mare) spesso al ristorante non bisogna neanche chiedere: il benvenuto è un vassoio di frutti di mare appena pescati che si chiama proprio “crudo barese”. Il classico prevede 18 tipi di molluschi diversi: dalle cozze e vongole ai tartufi di mare, cannolicchi, fasolare, patelle. Chi non mangia crudo? Non sa (forse) cosa si perde, ma ha un’alternativa altrettanto goduriosa: riso, patate e cozze, messi insieme e cotti al forno. A Bari la chiamano “tiella” (in dialetto tieèd che significa proprio tegame).

4. Laguna veneta: moeche fritte e sarde
Lo spritz sembra fatto apposta per preparare il palato a farne una scorpacciata, perché una moeca fritta tira l’altra. Sono piccoli granchi verdi pescati in fase di muta, cioè quando perdono il carapace (in primavera inoltrata e inizio autunno) e quindi sono perfettamente molli (da qui moeche) per essere impanati e ripassati nell’olio bollente. Ma per fare l’en plein, dopo le moeche non si può nemmeno rinunciare a un bel piatto di sarde in saor, condite con una salsina di cipolle in agrodolce che solo a pensarci mette l’acquolina.

5. Costa abruzzese: brodetto alla vastese
Ogni località marinara ha la sua zuppa, ma questa è tra le più celebri. Era il piatto povero che i pescatori del borgo marinaro di Vasto preparavano con il pesce rimasto dalle vendite, in genere il più povero, facendolo bollire in acqua di mare e olio e aggiungendo alla fine un po’ di pomodoro e peperoncino. Si potrebbe mangiare con un cucchiaio, ma perché rinunciare alla soddisfazione della scarpetta con una bella fetta di pane locale?

6. Trapani: cous cous
Probabilmente la migliore espressione dell’influenza araba sulla cucina siciliana, ma anche tra i piatti top di questa regione che a tavola non teme rivali. È una zuppa di pesce preparata con cozze, vongole, gamberi, con la quale si imbeve il cous aggiungendo spezie e polvere di mandorle.

7. Livorno: caciucco alla livornese
Oltre che tra le più celebri, questa è anche una delle zuppe più leggendarie. C’è chi ne fa risalire alle origini a quelle della stessa Livorno, ipotizzando che la varietà di pesci presenti nel cacciucco (la ricetta originale ne prevede 13), rispecchi il melting pot cittadino. Altri storici ritengono invece che il cacciucco sia un’invenzione del guardiano del faro, che non poteva utilizzare l’olio per friggere (un editto della Repubblica Fiorentina prevedeva che fosse usato solo per alimentare la luce del faro) perciò pensò a un piatto gustoso che di olio ne richiede poco. Qualunque sia la origine, quel che è certo è che il cacciucco è ottimo, e mangiarlo da vero livornese con pane tostato e un bicchiere di vino (che in questo caso è rosso), è un’esperienza da fare.

8. Liguria: cappon magro
Verdura, pesce, erbe aromatiche, extravergine. Dentro questo piatto c’è tutta la Liguria. Oggi è per tutti una pietanza delle grandi occasioni, preparato per la Pasqua o Natale, ma un tempo era la finta carne dei poveri che, non potendo avere il vero cappone, mettevano insieme quel che avevano, con un risultato finale stupefacente.

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Aceto Balsamico di Modena
Fabiana Salsi

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