A vent’anni da Genova

Fabio Malagnino
Fabio Malagnino

--

Faccio parte della generazione direttamente investita dai fatti del G8 di Genova.

In quegli anni ero un minuscolo ingranaggio in una multinazionale della grande distribuzione appena arrivata in Italia e avevo già toccato con mano alcune delle storture di quel modello economico.

Ho frequentato un po’ le riunioni del Social Forum, avevo già una lunga militanza alle spalle e i neonati Democratici di Sinistra – a cui ero iscritto – mi sembravano poco attrezzati ad affrontare i temi radicali posti dal movimento.

Non ero a Genova, avrei voluto esserci ma forse ho ceduto un po’ troppo facilmente alle preoccupazioni della famiglia e mi è bastato aver “delegato” una rappresentanza dell’allora Sinistra Giovanile torinese, che non ha dato un grande contributo alla manifestazione, diciamo.

Ma dopo la morte di Giuliani ho deciso di partire per partecipare all’ultima grande manifestazione, quella dei 300 mila.

Arrivato a Porta Nuova ho trovato la polizia che mi ha detto “da qui non parte nessuno”.

Volevamo fare la rivoluzione e abbiamo fallito. Cosa ci aspettavamo? Che lo stato ci dicesse “prego, accomodatevi?”. Uno stato che si è macchiato di crimini gravissimi, capiamoci.

Abbiamo avuto la nostra occasione, ma se vuoi fare la rivoluzione devi essere più numeroso, organizzato e soprattutto più cattivo di quelli che vuoi abbattere. Noi non lo siamo stati e ci siamo – anche comprensibilmente, dopo tutta quella violenza – sciolti come neve al sole.

#G8

#genova

(AP photo)

--

--

Fabio Malagnino
Fabio Malagnino

Giornalista del Consiglio regionale del Piemonte, social, egov/wegov, open knowledge, Torino Digitale. #sansalvario con il cuore alla Puglia. RT is not endorse