Molly Butler / Media Matters | Credito fotografico di Trump: Gage Skidmore tramite Creative Commons

Il Kraken fa marcia indietro, il nuovo ecofascismo, la Comune di Parigi — Reagire al velleitarismo #103

Fabio Malagnino
Fabio Malagnino
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5 min readMar 29, 2021

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Il Kraken fa marcia indietro

Ne abbiamo parlato spesso in questa newsletter: nonostante le note vicende sulle elezioni americane, il 65% dei repubblicani in un sondaggio dell’Associated Press il mese scorso hadichiarato di credere che Joe Biden “non sia stato legittimamente eletto” alla presidenza.
All’interno di quel 65 percento, le teorie sono svariate.
Alcuni citano la cosiddetta “censura” della Big Tech e dei “media” come giustificazione delle loro affermazioni, mentre altri sostengono che il voto per posta abbia favorito i brogli.
Ma i più dediti alla causa credevano che Smartmatic e Dominion Voting Systems, le società che producono le voting machine, cospirassero con i comunisti in Venezuela, Cuba e probabilmente la Cina per utilizzare un non meglio precisato software pensato da Hugo Chavez per manipolare le elezioni contro Donald Trump.
Una delle più ferventi sostenitrici di questa teoria è stata l’avvocato di Trump, Sidney Powell, che per settimane ha parlato di “Kraken” pronti a scatenarsi, presentando cause elettorali in tutto il paese che non hanno portato a niente. Powell ha sostenuto pubblicamente queste ipotesi, affiancata dai massimi funzionari della campagna Trump e dai funzionari del GOP, da un podio al Comitato nazionale repubblicano a novembre.
Li ha citati, senza contraddittorio, decine di volte su Fox News e Fox Business tra il giorno delle elezioni e il 6 gennaio. Li ha sostenuti con lo stesso Donald Trump alla Casa Bianca fino al 18 dicembre, quattro giorni dopo che il Collegio Elettorale si era riunito e votato. Il 3 gennaio, tre giorni prima dell’assalto al Campidoglio, Trump ha ritwittato l’affermazione di Powell secondo cui “queste elezioni sono state rubate agli elettori grazie a una massiccia frode”.
Però Powell si è spinta troppo in là con le società. A gennaio è stata colpita da una causa per diffamazione da 1,3 miliardi di dollari da parte di Dominion, che la accusa di aver diffuso le sue false affermazioni sulle voting machine “per arricchirsi finanziariamente, per aumentare il suo profilo pubblico e per ingraziarsi Donald Trump”.
Naturalmente, di fronte a queste conseguenze reali, Powell ha ingranato la retromarcia. Il suo team legale ha presentato una mozione sostenendo che “nessuna persona ragionevole potrebbe credere che le dichiarazioni fossero veramente basate su fatti”, che le sue accuse su Dominion erano “politiche” e quindi, citando un caso precedente, “inclini all’esagerazione e all’iperbole”.
Gli sforzi di Powell per minare i risultati di un’elezione legittima hanno, ovviamente, causato danni che vanno ben oltre il prezzo di 1,3 miliardi chiesto da Dominion e lo stesso si può dire dell’ex avvocato personale di Trump Rudy Giuliani e del CEO di MyPillow Mike Lindell, entrambi attualmente citati in giudizio da Dominion, così come della stessa Fox News, che è attualmente citata in giudizio da Smartmatic. Per due mesi hanno soffiato sul fuoco dei brogli, erodendo la fiducia nelle fondamenta stesse della democrazia americana e fuorviando milioni di elettori. La violenta conseguenza di questa campagna di disinformazione è stata la rivolta del Campidoglio del 6 gennaio e il suo impatto sulle istituzioni e sul modo in cui gli elettori percepiscono l’integrità del processo elettorale continuerà a farsi sentire indipendentemente dal risultato delle cause legali.

Sangue, patria e ambiente: l’ecofascismo è il nuovo volto delle sette

Un universo complottista e misogino. Che mangia biologico, considera i vaccini strumento di Satana e vuole stuprare le donne. E di cui QAnon è solo la punta dell’iceberg. Corvaglia, CeSAP: «L’ultimo anno è stato quello dell’esplosione della filosofia New Age e della sua fecondazione con idee di estrema destra»
Giulia Ferri su L’Espresso.

Cosa i dati non possono fare

Quando si tratta di persone e politiche pubbliche, i numeri sono potenti e pericolosi.
Hannah Fry sul New Yorker.

Cos’è andato storto nella campagna vaccinale in Europa

Mentre il governo degli Stati Uniti ha finanziato le aziende farmaceutiche per avere i vaccini ed evitare i costi dei confinamenti, l’Unione europea ha agito come una semplice cliente e si è affidata alle incertezze del libero mercato.
Matt Apuzzo, Selam Gebrekidan e Monika Pronczuk sul New York Times, tradotto su Internazionale.
Sempre a proposito di vaccini, Valigia Blu approfondisce la vicenda della sospensione di AstraZeneca, in particolare sul rapporto tra comunicazione, politica e media.

Quella sporca dozzina

Un report del Center for Countering Digital Hate ha individuato 12 persone responsabili del 65% di tutti i contenuti di disinformazione sui vaccini condivisi su Facebook e Twitter.

Cosa sta accadendo a Medium?

Qualche giorno fa Evan Williams, CEO e fondatore di Medium, ha scritto ai suoi dipendenti-giornalisti lasciandoli liberi di dimettersi perché i piani stavano cambiando. Tutto ciò a distanza di un mese dal tentativo dei lavoratori, fallito per un voto, di organizzarsi in un sindacato.
Williams sembra non credere più nel modello iniziale di Medium: un mix di piattaforma di pubblicazione e di azienda editoriale (9 i magazine di proprietà), che avrebbe dovuto garantire un sostegno agli scrittori più bravi (in grado di attrarre persone per letture lunghe). Quello che è successo è stato che i contenuti migliori (creati da giornalisti interni o firme pagate per scrivere) non hanno avuto l’effetto di trasformare un numero elevato di lettori in abbonati. Gli abbonamenti non vanno malissimo (sarebbero oltre 700.000 per oltre 35 milioni di ricavi), ma nel 2020 la crescita si è fermata. Inoltre i contenuti di valore non sono riusciti a tenere il passo con quelli di più bassa qualità.che è successo è stato che i contenuti migliori (creati da giornalisti interni o firme pagate per scrivere) non hanno avuto l’effetto di trasformare un numero elevato di lettori in abbonati. Inoltre i contenuti di valore non sono riusciti a tenere il passo con quelli di più bassa qualità. Colpa anche di un algoritmo che avrebbe dovuto stimolare la lettura di pezzi simili, che non ha funzionato a dovere (addirittura il blog di Biden è stato accostato a contenuti più piccanti). E così il traffico del sito è rimasto legato ai motori di ricerca e ai social media.
Ne parlano anche The Verge e Casey Newton su Platformer.

La scommessa della politica: la Comune di Parigi tra mito ed esperimento di governo

Il 18 marzo 1871 a Parigi il popolo insorge. Vuole decidere del proprio futuro.
La popolazione parigina dichiara perciò che la città si intesterà il proprio destino. I cittadini sono consapevoli che non saranno rose e fiori, ma sanno anche che per avere una possibilità di futuro occorre prendere su di sé la responsabilità e il governo della città, che si dà regole diverse di lavoro, nuove forme di vita sociale, nuovi assetti scolastici, nuove forme di governo del territorio.
Tutto dura 10 settimane. Poi, il 27 maggio, quell’esperienza finisce nel sangue, con l’esercito del governo di coalizione guidato da Adolphe Thiers che entra e uccide. Ma quella volta, a differenza di prima, detenere il potere non aveva voluto dire stare su una barricata, bensì governare, decidere, legiferare.
Articoli e approfondimenti su Fondazione Feltrinelli.

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Fabio Malagnino
Fabio Malagnino

Giornalista del Consiglio regionale del Piemonte, social, egov/wegov, open knowledge, Torino Digitale. #sansalvario con il cuore alla Puglia. RT is not endorse