Gente di un tempo

Pippo Bruno
Favignana
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2 min readOct 16, 2021
Catello San Giacomo Favignana

Le Egadi cominciarono a popolarsi stabilmente quando le famiglie nobiliari che le possedevano, volendo sfruttarne le potenzialità economiche, a cominciare dai redditizi diritti di pesca, favorirono gli insediamenti stabili sulle isole, provvedendo anche all’ampliamento delle fortificazioni esistenti.

Il castello di San Giacomo venne praticamente rifatto nel 1498: munito di un ponte levatoio e circondato da un fossato, il castello ospitava 12 soldati, un castellano, un cappellano, un artigliere con l’aiutante e le rispettive famiglie.
Tra il 1488 e il 1506 divenne barone di Favignana Andrea Riccio o Riccioli, sostituito intorno al 1543 da Francesco Riccioli, che fu anche capitano di giustizia a Trapani.

Dopo alcuni anni questo feudo venne concesso a Nicolò Gentile, che nel 1568 lo vendette a Francesco Ferdinando d’Avalos, marchese di Pescara, con la possibilità di pescare il tonno e l’abbondante corallo che si trovava nel mare egadino.
Nel 1590 il vicerè spagnolo concesse i diritti dell’isola ai baroni Filangeri.
Nel 1616 l’isola passa a don Alonso Perrera di Trapani.
Nel 1634 le isole “Favignane, Formicularum, Levanzi et Maretimi” con le due tonnare già operanti, furono concesse in gabella al savonese Giacomo Brignone.
Si presume che le prime cave di tufo abbiano avuto inizio in questo periodo.

Il 16 dicembre 1637 la Regia Corte di Sicilia cedette in vendita a titolo allodiale le isole Egadi al genovese Camillo Pallavicino, che le acquistò per 500.000 scudi. In realtà, i Pallavicino ottennero l’investitura come contropartita di ingenti anticipazioni finanziarie concesse alla corona spagnola. Il re Filippo III eresse le Egadi a “contea” sotto il titolo di Favignana. Angelo Pallavicino ottenne così il titolo di conte di Favignana.

La nobile casata genovese, il cui stemma si può ancora ammirare sopra l’ingresso principale della chiesa Madrice a Favignana, possedette l’arcipelago per oltre due secoli, gestendone lo sviluppo demografico ed economico. Con i Pallavicino, Favignana avviò infatti un graduale popolamento, soprattutto ad opera dei pescatori-tonnaroti che si stanziarono nell’isola.
Dal 1675 cominciò una vera colonizzazione dell’isola, con l’avvio di un “piano agrario” e l’introduzione del bestiame. Si costruirono stalle per capre, ripari per le barche e, soprattutto, case.

Dal libro di Michele Gallitto "Egadi Ieri ed Oggi"

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Pippo Bruno
Favignana

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