David Mamet e il Dramma

Federico Giangrandi
Visionary Excerpts
Published in
2 min readJun 4, 2017
Sans

“Perché non sono le cose che facciamo a nuocerci, come ha detto la scrittrice Mary McCarthy, è quello che facciamo dopo. E così ci siamo creati l’opportunità di affrontare la nostra natura, di affrontare le nostre azioni, di affrontare le nostre menzogne nel “Dramma”. Perché l’argomento del dramma è “la Menzogna”. Alla fine del dramma LA VERITÀ - che è stata sottovalutata, trascurata, disprezzata e rinnegata -trionfa.

Ed ecco come capiamo che il Dramma è compiuto. È compiuto quando ciò che è nascosto viene rivelato e noi siamo resi completi, perché ricordiamo: ricordiamo quando il mondo era sottosopra. Ricordiamo l’introduzione di Quella Cosa Nuova che ha sbilanciato un mondo che prima ritenevamo funzionasse bene. Ricordiamo gli sforzi sempre più energici del protagonista (che rappresenta solo noi stessi) per riscoprire la verità e per restituirsi alla quiete. E, in un buon dramma, rammentiamo come ogni tentativo (ogni atto) sembrava offrire la soluzione e come noi lo esploravamo estasiati, e come restavamo delusi (noi, il protagonista) quando scoprivamo di esserci sbagliati, finché: alla Fine Della Recita, quando avevamo, così sembrava, esaurito tutte le possibili vie d’indagine, quando eravamo privi di risorse, quando eravamo quasi “impotenti”, tutto si è ricomposto. Si è ricomposto quando è venuta fuori la verità. A quel punto, nella rappresentazione ben costruita (e forse nella vita esaminata con onestà), capiamo che quello che sembrava accidentale era essenziale, riconosciamo lo schema secondo cui ha agito il nostro personaggio, siamo liberi di sospirare o di piangere. E poi di tornare o andare dove vogliamo.”

Tratto da “I tre usi del coltello” di David Mamet ed. Minimum Fax

Questo stralcio di David Mamet descrive ciò che serve a far sì che quando qualcosa smette di funzionare a dovere, essa possa essere messa in grado di acquisire una nuova esistenza.

Quanto siano necessari il tentativo, lo sforzo e la delusione. Quanto si debba essere attenti osservatori per poter evitare di scartare le soluzioni migliori a causa dell’impossibilità personale di accettare verità (condizioni) che possono apparirci scomode.

Quando gli errori (bias) di un processo si mostrano finalmente nella loro vera natura, allora possiamo affrontarli e provare a ridisegnare gli obiettivi che inizialmente ci eravamo preposti. Perché “è difficile ricordare che ti eri proposto di bonificare la palude, quando ti trovi immerso fino al culo tra gli alligatori. David Mamet”

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