C’è un tool al quale sei particolarmente affezionato e perché?

Da Sketch a RAW Graphs, da Illustrator al caro vecchio Excel. Per i più nostalgici un quaderno, tanti pennarelli e gli immancabili post-it. Questi sono solo alcuni dei tool e degli strumenti utilizzati dai nostri designer per progettare, analizzare e migliorare l’esperienza delle persone. Pronti a scoprirne di più? Buona lettura!

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7 min readJun 18, 2020

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Cristiano Siri

Una grande lavagna, tanti pennarelli e post-it e almeno un’altra persona di fianco a me con la quale dialogare, ragionare e sketchare. Perché ti sporchi le mani, è creativo, “raw” e relazionale.

Carlo Frinolli

Sketch, benché purtroppo col mio attuale ruolo non riesco a lavorarci più di tanto. Però lo cito perché negli ultimi anni ha rappresentato una bella novità nel modo in cui ho lavorato i primi anni di NOIS3. Al di là del merito, ovvero lo User Interface Design, il suo formato aperto nei file, ha dato possibilità a tante figure diverse di “hackarlo” e costruirci sopra plugin tra i più disparati, aprendo la possibilità di contribuire mostrando usi interessanti agli stessi ideatori di Bohemian Coding. Insomma, per dirla fuori dall’esempio: l’adozione di formati standard e aperti, che costruiscono possibilità di inclusione e spostano in avanti il limite del possibile. Oltre a essere una figata, va be’.

Cesare Bottini

No, un tool è un tool, ma se devo proprio rispondere, direi Omnigraffle perché rappresenta i miei inizi. Oggi Sketch è il nuovo Omnigraffle.

Daniela Petrillo

Nessun tool di progettazione condivisa o di comunicazione. Solo devozione verso la suite Adobe, con un amore ineguagliabile per Illustrator con cui faccio tutto quello che posso fare (e salvare da excel).

Clizia Welker

Mirò, perché mi ha permesso di lavorare da remoto in maniera molto efficace insieme al mio team (e a volte insieme al cliente).

Silvia Minenti

Non sono una fanatica dei tool, o meglio, credo che parte del lavoro del designer sia costruirsi i propri strumenti. Sicuramente gli strumenti che mi appassionano sono le mappe, la mia preferita è la service blueprint, il disegno esecutivo del servizio; è il momento in cui ci si mette in gioco, la resa dei conti. Sia nella versione as-is che nella versione to be mi rende molto orgogliosa del mio lavoro e mi dona serenità, perché ogni cosa trova il suo posto e si riesce a comunicare la bellezza della complessità. Attraverso questo strumento ognuno può sentirsi finalmente parte di quel ecosistema.

Marti Patrizia

Tutte le macchine per la prototipazione rapida che sono nel laboratorio che dirigo: stampanti 3D, laser cutter, macchine CNC, scanner 3D. Ci permettono di materializzare le idee e prototiparle rapidamente. Sono strumenti ideali per il co-design.

Domenico Polimeno

Io sono un maniaco dei tool per questo non mi affeziono mai troppo.
Forse dovendo scegliere direi Abstract, che ha rivoluzionato il modo di lavorare dei designer. Ha ancora molti limiti e difetti ma ha cambiato veramente le regole del gioco.

alberta soranzo

Nessuno. Penso che lo strumento migliore per qualsiasi progetto sia quello che hai a disposizione e che sai usare, qualsiasi esso sia. Detto questo, siccome sono particolarmente dislessica, sono particolarmente affezionata a tutto ciò che mi aiuta a creare ordine e a ritenere informazioni efficientemente. Nello specifico, il mio quaderno Moleskine (rigorosamente a quadretti) e pennarello a punta fine nero.

Dino Amenduni

Whatsapp e Telegram, perché mi permettono di non seguire l’attualità durante il giorno. Me la raccontano gli altri, spesso meglio di ciò che potrei riuscire a trovare cercandomela da solo.

Erika Lauro

Non sono mai stata affezionata a un tool specifico ma devo dire che Figma mi ha aiutato tanto in questi ultimo anni. Essendo un live tool, ci ha fatto risparmiare un sacco di tempo lavorando contemporaneamente sugli stessi file.

Daniela Selloni

Ne devo per forza dire due:

  • Il blueprint perché nel design dei servizi ti permette di affrontare praticamente tutto in uno schema solo, perché mette insieme il chi, il cosa, il quando in maniera efficace;
  • Lo storyboard illustrato perché senza le immagini non siamo designer.

Giovanni Ruello

Perdonate la franchezza, ma forse non ho capito la domanda. Tools metodologici o strumenti veri e propri? Il pennello con pressione dinamica di Adobe Illustrator, la versatilità di Microsoft Excel. Ma i tool più importanti sono sempre pennarelli, post-it e time-timer. Pensando ai tool più comuni del Service Design mi viene solo in mente quel tale che disse che “A fool with a tool, is stil a fool.”

Debora Manetti

Non ho in mente alcun tool digitale che negli anni abbia usato con continuità, ma uso abbastanza correntemente un pennarello con la punta a pennello per schizzare proposte. Credo che sia per quella sua finitura variabile e un po’ sporca che “mi perdona” le insicurezze del disegno a mano, aggiungendo ricchezza e calore nel tratto. Un alleato di cui faccio raramente a meno.

Simone Borsci

Per l’analisi dell’usabilità il System Usability Scale.

Luca Simeone

L’unico design tool che so usare discretamente è il mio cervello. Con tutti gli altri vado un po’ a tentativi.

Laura Bortoloni

Beh, qualsiasi strumento che mi permetta di scrivere. Ho un enorme bisogno di schematizzare visivamente i processi e le strutture, anche quando siamo in fasi ancora lontane da schizzi e bozzetti grafici. Mi sembra che le cose acquisiscano senso solo se le scrivo a mano. Le mie crush più recenti sono un marker Pentel acquistato durante un viaggio in Giappone, e Notability per iPad, con cui so gradualmente tentando di sostituire i miei taccuini di carta. Meraviglie del cloud.

Antonio Romano

La matita e, naturalmente, la carta per scrivere e disegnare.

Laura Bustaffa

Meglio non affezionarsi agli strumenti, devono essere facilmente rimpiazzabili! Ma se proprio devo dirne uno: Sketch. Quando l’ho usato per la prima volta mi sono trovata in grado di esprimere quello che pensavo in forma grafica semplicemente! Incredibile. E trovo che la curva di apprendimento non sia troppo ripida.

Alessandro Nasini

Farò inorridire molti, ma è Microsoft Excel. Lo uso da sempre per farci un sacco di cose per le quali certo non è stato certamente pensato, dai wireframe alle mappe funzionali, fino ad usarlo per impaginare documenti.

clementina gentile

Illustrator perché mi permette di visualizzare idee velocemente e di comunicare in maniera chiara e concisa dei concetti. E Trello per portare a termine qualsiasi tipo di progetto.

Valentina Catena

Lo Zen Dialogue, che viene dalla tradizione Buddista e consiste nel sedersi di fronte ad un’altra persona e guardarla a lungo negli occhi, rispondendo sempre alla stessa domanda che questa ci pone. È un “tool” di connessione profonda — prima di tutto con se stessi e poi con l’altro — che non è sempre facile portare durante il workshop perché in alcuni contesti organizzativi molto gerarchici o in culture più formali, genera grande imbarazzo. Eppure, proprio questo imbarazzo, apre lo spiraglio a quella vulnerabilità che spesso nascondiamo e che è fondamentale per attivare il cambiamento dentro e fuori di noi.

Federica Fragapane

Prima di tutto Adobe Illustrator, perché è il tool che utilizzo quotidianamente: non c’è codice dietro alle mie visualizzazioni statiche, solo Illustrator e molta pazienza! E poi sicuramente RAWGraphs perché è un eccellente tool gratuito che permette di visualizzare dataset ed esportare file .svg. Lo utilizzo moltissimo per avere lo scheletro delle mie visualizzazioni.

Laura Licari

Non sono particolarmente affezionata a nessun tool, ne ho visti ormai troppi passare da “the next big thing” al dimenticatoio. Riconosco ad alcuni strumenti l’aver contribuito a segnare delle milestone per l’evoluzione del design, da quelli di prodotto che hanno reso mainstream il design prototyping (inDesign, Sketch e Principle) ai design framework che hanno permesso all’Human Centered Design di essere applicato in maniera strutturata e sistematica (customer journey, user persona). Credo nell’importanza di saper conoscere le proprietà di quanti più “tool” possibili per poter scegliere quello più appropriato a raggiungere rapidamente il proprio risultato, ma anche, all’occorrenza, di sapersi costruire i propri strumenti. Può capitare di scoprire che per fare una presentazione efficace un excel ben congegnato può valere più di 100 slide concettuali in keynote.

Daniela Sangiorgi

Uso molto forme di design partecipatorio, per cui uso molto strumenti a supporto di workshop di co-design, come per esempio i Design Games.

Matteo De Santi

Sketch. Ebbene sì, lo confesso. Perché ha la duttilità e la semplicità dell’amato Fireworks, con cui ho iniziato. Ma lo puoi integrare quasi all’infinito.
Ma dei tool ci interessa poco, dai. Direi che è l’ultimo dei problemi, no? L’importante è quello che ci si riesce a fare, giusto? Chi ha detto paint? :)

Paolo Ciuccarelli

Senza dubbio RAW Graphs. Nato all’interno del laboratorio DensityDesign per esigenze interne e affermatosi poi come strumento open source per chi produce visualizzazione di dati. Un contributo importante alla diffusione di cultura e conoscenza pratica in un settore ancora per pochi. La recente campagna di crowdfunding ha dimostrato la bontà dell’idea e indicato una possibile direzione di crescita. I partner che ci stanno lavorando hanno tutte le competenze per farlo crescere ancora di più.

Marco Giglio

Mi piace vedere come integrare insieme strumenti diversi, per esempio Framer con Arduino per realizzare prototipi in grado di interagire con alcuni elementi fisici. Ma il mio “tool” preferito rimane la mia matita (Palomino) e un bel quaderno.

Daniele De Cia

Google Sheets. Difficile farne senza.

Salvatore Larosa

Penna stilografica o rapidografo a punta larga e blocchetti di carta scorrevole, perché sono strumenti che aiutano a pensare e focalizzare le idee man mano che disegni: la mente pensa, l’idea si concretizza e si attivano processi che scatenano ulteriori idee. Parlando di tool digitali invece trovo Visio e Omnigraffle notevolmente efficaci e produttivi per rappresentare flussi e task andando progressivamente da livelli astratti fino a wireflow (Visio una spanna più in alto di OmniGraffle). Balsamiq soddisfa il mio snobismo nel produrre in digitale rappresentazioni dal look “sketchy”, che prediligo nelle discussioni di valore con le mie controparti. Axure è un tool eccellente e produttivo e vale la pena spedere un po’ di tempo per capire come adattare i propri flussi di lavoro. Marvel, Smaply e Miro (in quest’ordine) mi divertono anche se non sono ancora strumenti robusti.

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