Cosa impedisce a un team di design di funzionare bene?

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6 min readJan 17, 2024

Mancanza di chiarezza degli obiettivi e la cattiva comunicazione sono i fattori che limitano i team di design secondo le persone di 15x30. Il resto? potete leggerlo qui. Buona lettura!

Matteo Balocco

I motivi possono essere molti, di origine interna ed esterna al team stesso. La mancanza di un quadro chiaro entro cui operare, per esempio, può creare inefficienza e, a cascata, perdita di entusiasmo; l’assenza di una figura che si prenda l’onere della responsabilità, può determinare stress eccessivo sui singoli, e limitare la proattività, quando addirittura non favorire lo scaricabarile. In alcuni casi ciò che funziona bene in un team, come per esempio avere un’agenda molto stringente, può essere causa di problemi in un altro gruppo di lavoro. Ma c’è un elemento singolo che può affondare qualunque corazzata: la mancanza di umiltà.

Elvira Berlingieri

L’incapacità di gestire i conflitti. E non capire che il cliente è parte del team.

Marco Bertoni

Il management. Scherzo. Non so rispondere, ogni team è diverso. Di certo più di una volta mi è capitato che i designer si lamentassero con me della stupidità funzionale dei loro manager. La cosa buffa è che questi coordinatori sono totalmente inconsapevoli della pessima opinione che le persone hanno di loro. Vivono in una bolla autoreferenziale. L’ego è il peggior nemico di qualsiasi organizzazione.

Nicola Bonora

Tutti i team di design che funzionano bene sono uguali, ma ciascun team funziona male a modo suo (chiedo clemenza).

Posto che la forma stessa di team di design ha sfumature a volte sostanziali a seconda di come è concepito all’interno di una organizzazione, credo che i tratto comuni di rischio siano: a livello macro, la mancanza di condivisione, o quantomeno di visibilità, dei principi e dei processi (perché e come); a livello micro, la condivisione delle informazioni strategiche di ciascun progetto (perimetro, motivazioni, obiettivi, vincoli, utenti…). Il resto — strumenti operativi, di collaborazione ecc. — arriva dopo, spesso come conseguenza, positiva o negativa.

Salvatore Chiarenza

La cattiva comunicazione è uno dei fattori che limita maggiormente un team di design. È la legge di Conway: “le organizzazioni che progettano sistemi progetteranno inevitabilmente sistemi che sono un riflesso delle sue strutture comunicative e organizzative”. In pratica, se si comunica male, si creano cattivi prodotti. E qui si aprirebbe anche un capitolo organizzativo di cui, purtroppo, so poco ma che coinvolge tutte le aree funzionali di un’azienda.

Alex Conconi

Mancanza di chiarezza degli obiettivi (ma è compito nostro aiutare il cliente a spiegarli) e scarsa comunicazione con gli altri soggetti coinvolti nella realizzazione del prodotto. Un design creato lavorando in una bolla difficilmente diventa realtà.

Mafe de Baggis

I processi troppo strutturati e la mancanza di responsabilità. Ognuno dev’essere libero di lavorare come crede, con gli strumenti che preferisce, nei tempi a lui più adatti ed essere responsabile delle sue scelte.

Giovanna de Vincenzo

L’incapacità di ascolto e la poca collaborazione.

Andrea Ferraresi

Poca comunicazione, poca coesione, scelta dei membri basate solo su capacità tecniche e non sociali.

Federico (Chicco) Ferretti

Soprattutto l’incapacità di dare e ricevere consigli ed aiuto.

Roberta Grimaldi

Se mancano il confronto aperto, la collaborazione, e la stessa passione per quello che si sta facendo, il team non funziona bene.

Sara Groblechner

Comunicazione poco chiara, scarsa fiducia reciproca e figure professionali troppo generiche.

Daniela Iozzo

L’egocentrismo e le fragilità psicologiche possono dare molto filo da torcere. Poi come in qualsiasi relazione fra esseri umani, anche nel lavoro servirebbero spazio (ma anche senso di appartenenza), autonomia (ma anche qualche paletto), generosità (ma anche qualche gratificazione).

Maria Cristina Lavazza

Avere visione, cultura e background troppo diversi, potrei raccontarti molte storie a riguardo. L’allineamento è tutto, ma anche la capacità di staccarsi dalle sicurezze di quello che si è studiato e imparato. Il “si fa così” è la morte del designer mindset, allora bisogna fidarsi e osare, non tutti i team riescono.

Giovanni Marazita

La mancanza di comunicazione e aspettative dei “singoli” non allineate e quindi non comuni.

Tobia Marconi

La paura. Di sbagliare, di confrontarsi, di mettersi in gioco ed essere vulnerabili. La pressione esterna e interna può anche essere un motore e una spinta a mantenere degli standard di qualità, ma se il team non è in grado di costruire un “safe space”, qualcosa si rompe, le persone diventano difensive, si creano problemi di comunicazione, e da lì in avanti è tutta in salita.

Elena Marinoni

Di solito i personalismi o la mancanza di risorse o i brief poco chiari in partenza.

Erica Moreti

La mancanza di comunicazione e di obiettivi condivisi. Sono elementi che fanno sì che il team stesso abbia la propria direzione, sappia cosa e come applicare le proprie competenze, anche autonomamente.

Nicole Nardelli

Direi la mancanza di leadership e di direzione che possono creare confusione. Ma anche la mancanza di feedback o più in generale di comunicazione tra i membri del team, soprattutto se il design team è distribuito con designer assegnati a product team diversi, come nel nostro caso. Il confronto con gli altri è essenziale, non solo per poter migliorare il proprio lavoro e imparare, ma anche per rimanere allineati e, soprattutto se il design team è ancora giovane, costruire la cultura del design all’interno dell’azienda.

Alice Orrù

La scarsa comunicazione. E la frequente presunzione che certe figure del team siano meno necessarie di altre o che si possano inserire in fasi avanzate del processo (sì, tiro l’acqua al mulino dei contenuti!).

Beatrice Pedrini

L’assenza di un processo condiviso e/o l’incapacità di comunicare, internamente ed esternamente.

Elena Piovan

La mancanza di comunicazione tra le persone, rende gli sforzi progettuali sostanzialmente vani.

Donatella Ruggeri

Le soluzioni calate dall’alto, i pregiudizi non riconosciuti, ma anche l’idea che il designer abbia un ruolo esecutivo piuttosto che progettuale in senso ampio. Probabilmente anche l’incapacità di accogliere le incomprensioni e superarle. C’è molto di personale nel nostro ruolo creativo, dentro i progetti portiamo cose di noi e desideriamo inconsciamente che vengano accettate o funzionino. Quando non funzionano, se non siamo consapevoli e accoglienti verso i nostri limiti, finiamo col prenderla sul personale o peggio proviamo risentimento verso gli altri.

Daniele Tabellini

Dipende da cosa intendi per ‘funzionare bene’. Generico? Lo spreco di persone e di risorse.

Davide Tarasconi

Molto spesso è il vocabolario, nel senso che la comunicazione tra professionalità diverse resta un grandissimo ostacolo alla collaborazione.

E spesso i designer rischiano di essere insulari e difficili da capire in un contesto collaborativo — va detto che spesso non è colpa loro, in quanto i designer si trovano spesso ad essere in minoranza rispetto ad altre professionalità.

Il mio consiglio è di non lesinare in termini di educazione e divulgazione di quello che è il vostro mestiere, non dimenticandovi di comprendere il mestiere degli altri.

Trattate il vostro stesso lavoro come una esperienza da progettare, fatevi delle empathy map e delle customer personas dei vostri colleghi e colleghe non-designer, e permettete ai vostri colleghi e colleghe di capirvi.

Giorgio Trono

La mancanza di una leadership e di una visione chiara. La mancanza di fiducia reciproca e l’incapacità di comunicare e di essere realmente aperti al confronto.

Matteo Uggeri

Spesso l’ego dei componenti del team. Poiché oltre a “fare un lavoro normale” suono in molti contesti, mi viene da fare dei paragoni, e mi pare di evincere che, dove l’ego degli individui spinge meno per affermarsi, i risultati sono migliori. Ecco perché leggere il libro “Lo yoga nella vita” è un suggerimento serio.

Lowie Vermeersch

Quando gli interessi personali mettono in secondo piano gli interessi del progetto e quando regna l’incompetenza e le idee non possono fluire liberamente.

Pasquale Volpe

Una struttura troppo piramidale e una verticalità delle competenze.

Marco Ziero

Secondo me due cose:

  • un dialogo intermediato con il cliente, quindi una sorta di telefono senza fili dove il team non riesce ad ascoltare le esigenze dalla voce di chi quelle esigenze le vuole risolvere;
  • un disallineamento di talenti, non tanto sul “cosa sai fare” ma sul “come vuoi fare”; è dimostrato che le persone che ci mettono poco entusiasmo influenzano, ahimé, quelle super entusiaste.

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