Il rapid prototyping nel 2020

Lo stato dell’arte della prototipazione rapida: approcci, canvas, tools e risorse

Raffaele Boiano
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5 min readFeb 18, 2020

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Photo by Amélie Mourichon on Unsplash

Cosa intendiamo per prototipo?

La parola prototipo in azienda è ancora oggetto di fraintendimenti. Alcuni involontari, altri costruiti artificiosamente da chi lavora in puro time & material e magari ha un bieco interesse a portare le attività per le lunghe.

Partiamo dal dizionario Treccani:

Protòtipo s. m. [dal gr. πρωτότυπος, comp. di πρωτο- «proto-» e τύπος: v. tipo]. Primo esemplare, modello per realizzazioni successive. ◆ Nei processi di riconoscimento di forme, denomin. di ognuna delle forme tipo con le quali viene confrontata la forma da riconoscere.

Questa definizione affonda le sue radici nell’industrial design. Il prototipo sembrerebbe la prima versione funzionante e realistica di un prodotto finale, usato quindi in fase di test (funzionali e di robustezza) per capire se il prodotto è effettivamente funzionante e resistente.

Il concetto di prototipo in realtà è molto più ampio: è qualsiasi artefatto o performance che ci consente di esplorare o testare uno scenario. Proviamo ad arrivare a questo concetto con una storia.

Il turco meccanico e il ruolo della prototipazione

Il turco meccanico e le posizioni del giocatore nascosto nella macchina

Il turco meccanico, creato nel 1769 da Wolfgang von Kempelen per Maria Teresa d’Austria, era una macchina che avrebbe dovuto giocare partite di scacchi. In realtà all’interno di un grosso scatolone pieno di finti ingranaggi si celava un giocatore umano che, attraverso magneti, poteva riprodurre la partita e comandare le braccia del manichino con sembianze orientali. Possiamo dire che il turco meccanico fosse un prototipo di Deep Blue?

Alberto Savoia racconta quando IBM decise di creare una computer che fosse in grado di riconoscere la voce umana e trasformarla in testo (speech-to-text). Oggi il riconoscimento vocale è una commodity ma negli anni ’90 la tecnologia per fare una cosa del genere era praticamente inesistente: creare una prima versione funzionante anche se molto rozza (proof of concept) avrebbe richiesto enormi investimenti in ricerca e sviluppo. La possibilità di riuscirci era tutt’altro che scontata.

IBM, prima di investire un budget da capogiro, si ricordò del turco meccanico e creò un pretotipo. Mise cioè una persona molto veloce a dattilografare dietro una finta parete e collegò un monitor e un microfono in un’altra stanza. Il partecipante avrebbe dettato ad alta voce. Dietro la parete cartonata il dattilografo avrebbe scritto in modo che sul monitor potesse apparire tutto al volo.

Perché questo esperimento? IBM riuscì così ad anticipare tre pain points: le ore di dettatura stancano la gola umana; la dettatura a voce alta disturba le persone intorno quindi va organizzata non in uno spazio comune anche per garantire la privacy (pensate che significa dettare una email personale a voce alta in una stanza…).

“Assicurati di costruire la cosa giusta, prima di costruirla sul serio.”

Prototype Canvas

Se prototipare è un’attività che possiamo condurre quando un concept non è ancora maturo (durante il secondo movimento del tanto amato double diamond) o a valle di uno sprint di execution (terzo movimento del double diamond), allora è importante che, prima di iniziare la fase di realizzazione del prototipo, l’intento sia chiaro a tutto il team.

Nel 2017 in Fifth Beat abbiamo creato il prototype canvas, un semplice one page che rende più trasparente tutte le scelte dietro a uno specifico prototipo.

Potete scaricare una versione PDF

Un prototipo riduce i fraintendimenti

“If a picture is worth 1000 words, a prototype is worth 1000 meetings.” — Tom & David Kelley

Questa frase dei fratelli Kelley è una piccola gemma.

Tutto parte da un’intuizione di Ibsen, il drammaturgo norvegese, al quale è attribuita la frase“A thousand words leave not the same deep impression as does a single deed”. A Ibsen si era manifestato davanti agli occhi il mondo dei media di massa e degli eventi collettivi, quel Novecento che ha visto in Walter Benjamin l’interprete e precursore per eccellenza. Nel panorama dominato dalla comunicazione broadcast, affermare che “un’immagine vale 1000 parole”, significa credere che l’immagine sia in grado di raccontare molto rapidamente elementi che altrimenti dovrebbero essere affidati a un testo piuttosto lungo (1000 parole in italiano sono tra 6000 e 7000 caratteri, quindi 3 o 4 cartelle editoriali). In un ecosistema basato sull’attenzione come risorsa scarsa, la forza comunicativa delle immagini ha rappresentato da sempre un vantaggio competitivo.

Un prototipo non sostituisce delle parole, ma sostituisce delle riunioni. L’intuizione dei fondatori di IDEO è proprio questa: la tangibilità dell’artefatto ha il vantaggio di creare quel common body of knowledge in maniera empirica e non archivistica. Un prototipo, e la sua possibilità di essere usato, riduce drasticamente il rischio di fraintendimenti sul prodotto, servizio o sistema che stiamo progettando. Quando parlo di fraintendimenti mi riferisco sia a quelli interni al team di lavoro (meeting di allineamento nei quali si parla delle user story o feature senza capirci davvero) che a quelli tra team di lavoro e altri stakeholder, come sponsor o persone impattate dal nostro lavoro.

Strumenti

I vantaggi evidenti dei prototipi come strumenti di allineamento del team hanno spinto molte aziende che competono nel mercato dei SAAS (software as a service) di prototyping ad ampliare le feature di collaborazione.

“Without a prototype, it’s only a concept. It can be difficult to get a potential client to commit to the purchase of a concept.”–Steve Upton

Ecco una lista, non esaustiva, dei tool che stanno competendo nel mercato.

Per approfondire

Tom Kelley e Dave Kelley, Creative Confidence: Unleashing the Creative Potential Within Us All, 2013.

Pretotyping di Alberto Savoia è il punto di riferimento per la pretotipazione, l’uso del prototipo nella fase iniziale di ideation.

Prototyping, il libro di Todd Zaki Warfel da cui ho imparato molto e che, ad oggi, avrebbe bisogno di una nuova edizione.

Prototyping in Bootcamp Bootleg.

Six Common Pitfalls When Prototyping di Nick Babich.

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Raffaele Boiano
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Experience designer, ethnographer, storyteller. A mix of media fruition, freedom culture and social hyperinteraction. Please feed my curiosity!