Quali sono i 5 libri che ogni designer dovrebbe leggere?

Fifth Beat
15x30
Published in
10 min readAug 31, 2023

5 libri, 5 titoli che hanno ispirato il design e chi fa questo mestiere a mettersi in gioco, ma soprattutto 5 libri che sono stati, e che sono ancora oggi, d’ispirazione. Nel design e nella vita. Prendete appunti e aggiungete nei commenti i vostri preferiti!

Matteo Balocco

  • La banalità del male, di Hannah Arendt. È un libro con diversi livelli di lettura. Tra questi parla di responsabilità individuale e delle conseguenze legate alla burocratizzazione del proprio ruolo. Non tutti i clienti sono uguali, non tutti i progetti sono uguali.
  • Fahrenheit 451, di Ray Bradbury. È un romanzo che parla di conformismo, di controllo, di esaltazione autoritaria, temi in cui spesso chi si occupa di design ha un ruolo non secondario.
  • L’uomo in cerca di senso, di Viktor Frankl. Un inno alla vita, alla resilienza, alla capacità di ottenere il meglio da ciò che si ha a disposizione.
  • Endurance, di Alfred Lansing. Narra le vicende dell’omonima spedizione di Shackleton in Antartide. Racconta di come trasformare un fallimento in un grande successo, attraverso la leadership e il lavoro di squadra.
  • Systemantics, di John Gall. Si trova ormai solo in versione Kindle ed è un saggio semiserio sul perché qualsiasi sistema progetteremo, sarà comunque destinato al fallimento. Insomma, una lezione — divertente — sull’umiltà.

Elvira Berlingieri

Scelgo 5 libri aventi a tema il bias, che mi pare un elemento importantissimo da prendere in considerazione per ogni tipo di design.

  • The Politics of Design: A (Not So) Global Design Manual for Visual Communication, Ruben Pater;
  • Why We’re Polarized, Ezra Klein;
  • L’alba di tutto: Una nuova storia dell’umanità, David Graeber e David Wengrow (o: Debito. I primi 5000 anni, sempre di Graeber)
  • The New Jim Crow: Mass Incarceration in the Age of Colourblindness, Michelle Alexander (bonus sullo stesso argomento, l’articolo di Ta-Nehisi Coates, “The case for reparations”, probabilmente il miglior pezzo giornalistico del 2014);
  • Il terribile diritto, Stefano Rodotà (o Il mondo nella rete, se siete lontani da una biblioteca).

Marco Bertoni

I primi che mi vengono in mente in ordine sparso:

  • Flatland di Edwin Abbott Abbott, per coltivare umiltà e pensiero laterale;
  • Un manuale qualsiasi di filosofia della mente, per esempio: Introduzione alla Filosofia della Mente di Michele Di Francesco. Per capire quanto sia stupido parlare oggi di intelligenza artificiale generale;
  • Reinventare le organizzazioni. Come creare organizzazioni ispirate al prossimo stadio della consapevolezza umana di Frederic Laloux. Per capire perché ti senti fuori posto in un ufficio pieno di stupidi funzionali e manager narcisisti patologici;
  • Thinking in Systems: A primer di Donella Meadows. Le basi del pensiero sistemico;
  • Information Architecture: For the Web and Beyond, Rosenfeld, Morville. Per capire cosa facevano i designer digitali prima del malaugurato avvento del termine UX.

Nicola Bonora

  • The Win Without Pitching Manifesto, Blair Enns. Forse il libro che mi ha più influenzato nell’inquadrare il mestiere del design, nella sua valorizzazione e comunicazione, nella vendita, nelle implicazioni organizzative che premettono — e seguono — una scelta di posizionamento nel mercato;
  • Just enough research, Erika Hall. Contesto, utenti, contenuto e concorrenza. Per me è diventato un mantra. Nella sua limpida semplificazione, un viatico a investire “quanto basta” per ottenere le basi di un progetto consapevole, informato, corretto;
  • Mental models, Indi Young. Il famoso “mettersi nei panni di”, ingegnerizzato, organizzato nel metodo e negli strumenti, a creare l’asset primario per qualsiasi progetto: la comprensione dei suoi utilizzatori;
  • Practical discovery, Dan Brown. Practical è la parola chiave. Il design non vive nel vuoto, è un esercizio di comunicazione, oltre che di pensiero ed esecuzione: gli archetipi che usiamo per mappare le nostre verità e per condividerle con altre persone sono strumenti salvifici e generativi perché aiutano la comprensione del percorso eliminando le ambiguità;
  • Content design, Nicola Bonora :) Con tutta la (finta) umiltà del caso, e la doverosa precisazione che Io non leggerei mai un libro scritto da me.

Salvatore Chiarenza

  • Thinking in Systems, Donella Meadows. Questo libro spiega in modo semplice cos’è e come funziona un sistema. Viviamo in un mondo di sistemi e la visione sistemica è fondamentale per capire dove ci inseriamo con il nostro intervento. Leggerlo è stato come indossare delle lenti colorate: quando vedo un problema da risolvere non riesco a non pensare al sistema che ne è la causa;
  • L’arte del negoziato di Roger Fisher e William Ury. Per chi lavora in ambito design, saper negoziare è fondamentale. Si negozia con i clienti, si negozia con il proprio team, si negozia con sé stessi. Questo libro insegna cos’è una negoziazione sana e come sostenerla;
  • Designing Together di Dan Brown. Chi fa design sa bene che è uno sport di squadra. E quando si lavora in squadra conflitti e collaborazione sono il pane quotidiano. Anzi, di più: sono il modo in cui si produce design. Questo libro spiega come gestire la collaborazione e come trasformare il conflitto in qualcosa di produttivo;
  • Articulating Design Decisions di Tom Greever. Quali sono le migliori soluzioni di design? Sono quelle accettate da tutto il team e dalla committenza. Affinché questo sia possibile bisogna però saper spiegare perché pensiamo che la nostra soluzione di design sia la migliore. Questo libro spiega in modo molto pratico come fare in modo che questo avvenga. Da leggere assolutamente;
  • Chi vuole cavalli più veloci? di Raffaella Roviglioni. Mi capita raramente di leggere un libro di design scritto da un autore italiano. Questo libro però mi ha colpito per chiarezza e praticità. L’autrice spiega come impostare un processo di ricerca dall’inizio alla fine. Molto utile, soprattutto per chi ha bisogno di un metodo per impostare un progetto di design research.

Alex Conconi

  • The design of everyday things di Donald Norman
  • A fine line di Hartmut Esslinger;
  • Arte come mestiere di Bruno Munari;
  • Creativity, Inc. di Ed Catmull ed Amy Wallace;
  • The mythical man-month di Fred Brooks.

Mafe de Baggis

  • La caffettiera del masochista, Donald Norman;
  • Story or Die, Lisa Chrohn;
  • Design when everybody design, Ezio Manzini;
  • Critica portatile al visual design, Riccardo Falcinelli;
  • Design the Life You Love: A Step-by-Step Guide to Building a Meaningful Future, Ayse Birsel.

Giovanna de Vincenzo

Posso suggerire solo uno che da neofita del settore mi ha reso un’appassionata: Work for money, design for love di David Airey.

Andrea Ferraresi

Come per le ispirazioni di cui sopra, spesso i libri diventano vecchi mentre vengono stampati, la cosa migliore è guardare cosa succede intorno, essere aggiornati. Dipende anche molto dal tipo di design di cui si parla. Ma posso dirti qualche libro che mi ha colpito ultimamente:

  • Let My People Go Surfing: The Education of a Reluctant Businessman del fondatore del brand Patagonia;
  • The culture map, Erin Meyer;
  • The phoenix project, Gene Kim;
  • Turn The Ship Around! A True Story of Turning Followers Into Leaders, David Marquet.

Federico (Chicco) Ferretti

  • Lezioni Americane, Italo Calvino;
  • La struttura assente, Umberto Eco;
  • Usa e Getta, Serge Latouch;
  • The Plenitude, Rich Gold;
  • Design Driven Innovation, Roberto Verganti.

Roberta Grimaldi

  • Fantasia, Bruno Munari;
  • La caffettiera del masochista, Donald Norman;
  • This Is Service Design Thinking: Basics, Tools, Cases, Marc Stickdorn e Jakob Schneider;
  • User eXperience design. Progettare esperienze di valore per utenti e aziende, Debora Bottà;
  • Don’t make me think, Steve Krug.

Sara Groblechner

  • Il canone Vignelli, Massimo Vignelli;
  • Fantasia, Bruno Munari;
  • Il libro del Graphic Design, Steven Heller;
  • Beyond the Obvious -Agile Presentation Design, Ole Tillmann;
  • Slide:ology, Nancy Duarte.

Daniela Iozzo

  • UX writing -Microtesti, macro impatto, Serena Giust.

Maria Cristina Lavazza

C’è tanta buona letteratura nel nostro settore. Ne suggerisco tre di visione che aprono la mente e fanno pensare:

  • La quinta disciplina, Senge;
  • Theory U, Scharmer;
  • Essere nel fuoco, Mindell.

Giovanni Marazita

  • La caffettiera del masochista, Donald Norman;
  • Don’t make me think, Steve Krug;
  • Change by Design, Tim Brown e Barry Katz;
  • Strategia oceano blu, vincere senza competere, W. Chan Kim;
  • Partire dal perché, Simon Sinek.

Tobia Marconi

Sarò accademico e un po’ banale ma:

  • Good Design, Bruno Munari. Insegna a osservare le cose.
  • Guardare. Pensare. Progettare, Riccardo Falcinelli. Insegna come percepiamo le cose.
  • Pensieri Lenti e Veloci, Daniel Kahneman. Insegna come interpretiamo le cose.
  • La Caffettiera del masochista, Don Norman. Insegna come interagiamo con le cose.
  • Building Imaginary Worlds, Mark J.P. Wolf. Insegna a immaginare interi universi.

Elena Marinoni

  • Da cosa nasce cosa, Bruno Munari;
  • Scritto di notte, Ettore Sottsass;
  • Non è cosa. Vita affettiva degli oggetti, Franco La Cecla;
  • Design. La fabbrica del simbolico, Fulvio Carmagnola;
  • Cromorama, Riccardo Falcinelli.

Erica Moreti

  • Emotional design, Donald Norman;
  • Don’t make me think, Steve Krug;
  • Il senso delle cose, Richard Feynman;
  • Tutti i libri di fiction (Asimov, Gibson, etc) e di sociologia (Levy-Strauss, Bauman, Benjamin, etc).

Nicole Nardelli

Questi sono i libri che per ora sono tra i miei preferiti:

  • Articulating Design Decisions: Communicate with Stakeholders, Keep Your Sanity, and Deliver the Best User Experience, Tom Greever;
  • Discussing Design: Improving Communication and Collaboration through Critique, Adam Connor, Aaron Irizarry;
  • Thanks for the Feedback: The Science and Art of Receiving Feedback Well by Douglas Stone, Sheila Heen;
  • Empowered: Ordinary People, Extraordinary Products, Marty Cagan, Chris Jones;
  • Continuous Discovery Habits: Discover Products that Create Customer Value and Business Value, Teresa Torres.

Alice Orrù

  • Technically wrong: sexist apps, biased algorithms, and other threats of toxic tech, Sara Wachter-Boettcher;
  • Design for belonging: how to build inclusion and collaboration in your communities, Susie Wise;
  • Cross-cultural design, Senongo Akpem;
  • Writing for designers, Scott Kubie;
  • La storia infinita, Michael Ende (l’edizione con il testo bicolore!).

Beatrice Pedrini

Probabilmente i primi 5 (ma anche 10) libri che un designer dovrebbe leggere non sono libri di design. Ma se devo restare in tema design, questi sono alcuni di quelli che a cui sono affezionata:

  • The design of everyday things, Donald Norman;
  • This is Service Design doing, Jost Schneider;
  • Designing the invisible, Lara Penin;
  • Service design: from insight to implementation, Lavrans Løvlie, Andy Polaine, Ben Reason,
  • Mismatch: how inclusion shapes design, Kat Holmes.

Elena Piovan

  • La triade Don Norman, John Maeda, Bruno Munari;
  • Don’t make me think, Steve Krug;
  • Radical collaboration. Coinvolgere le persone nella progettazione di esperienze e servizi, Maria Cristina Lavazza;
  • Service designer. Il progettista alle prese con sistemi complessi, Roberta Tassi;
  • Smart things. Ubiquitous Computing User Experience Design, Mike Kuniavsky.

Donatella Ruggeri

Daniele Tabellini

  • Dune, Frank Herbert, perché la scrittura può immaginare interi universi. Tutti e sei i volumi volendo;
  • John Berger, tutto, magari Sul disegnare, perché contiene le parole essenziali;
  • John Maeda, tutto, magari Le leggi della semplicità, perché è Maeda;
  • User Friendly: How the Hidden Rules of Design Are Changing the Way We Live, Work, and Play, Cliff Kuang e Robert Fabricant, per capire;
  • 10 PRINT CHR$(205.5+RND(1)); : GOTO 10, di Nick Montfort e compagni, perché molto del presente è iniziato con quel one-liner, nel 1983;
  • E due bonus track adatte ai tempi: Good services, Lou Downe, e, Living in data, Jer Thorp, perché sì, fidati.

Davide Tarasconi

Non sono libri di design, perché i libri di design probabilmente li avete già letti, un po’ perché io in primis ne ho letti veramente pochi, un po’ perché penso sia importante leggere del mestiere degli altri, leggere di mondi immaginari, leggere cose che fanno ridere, leggere del mondo reale in cui viviamo.

  • On Writing, Stephen King;
  • The Night Circus, Erin Morgenstern;
  • I Hope This Finds You Well: Poems, Kate Baer;
  • The Mind at Work: Valuing the Intelligence of the American Worker, Mike Rose;
  • Show your work, Austin Kleon.

Giorgio Trono

  • Da cosa nasce cosa, Bruno Munari;
  • Le leggi della semplicità, John Maeda;
  • Immagina se, Rob Hopkins;
  • Design, when everybody designs, Ezio Manzini;
  • La caffettiera del masochista, Donald Norman.

Matteo Uggeri

  • Film pop anni ‘80, Matteo Marino e Simone Stefanini. Perché realizzare dei film è necessariamente un lavoro creativo corale, difficile, demiurgico. Se scopri come sono stati realizzati alcuni dei più famosi film (tipo i Blues Brothers o Labyrinth) e perché hanno avuto successo (magari 10 anni dopo l’uscita) non puoi non rivedere il tuo modo di progettare;
  • Storia della vita privata, Bill Bryson. Un viaggio nelle abitudini umane, nel perché degli oggetti quotidiani (come mai i mobili si chiamano “mobili”, se pensiamo ad un rigido armadio?), negli errori e nelle scoperte dell’umanità (le forchette hanno 4 rebbi, praticamente ovunque, perché mai 5 o 3?);
  • Il manuale dell’eLearning, Matteo Uggeri. Diavolo, l’ho scritto io! Voglio solo farmi un po’ di pubblicità? No, l’ho sinceramente scritto con lo spirito militante con cui affronto il mio lavoro di progettista di percorsi di apprendimento. Credo sia molto utile che le persone che lavorano nella formazione se lo leggano. Non tutto però, quello credo l’abbia fatto solo mio padre. Un paragrafo qui uno là, per avere ispirazioni e conferme. Poi lo potete regalare a qualcuno che ne ha più bisogno di voi;
  • The Art of Game Design, Jesse Schell. Che dicono essere colui che ha coniato il termine “gamification”, ossia “l’utilizzo di elementi mutuati dai giochi e delle tecniche di game design in contesti non ludici”, che è una delle cose di cui mi occupo da anni. Però non l’ho mai letto, io. Poi mi dite com’era;
  • Lo yoga nella vita, Donna Farhi. Non lo dico per scherzo, ma perché è un libro che affronta non solo la vita da una disciplina yogica molto ‘sobria’ ma al tempo stesso spirituale, parlando molto di come ci relazioniamo gli uni con gli altri e con il mondo. Aiuta molto ad allargare l’orizzonte e passare da una prospettiva di vita e progettuale che spesso è molto ristretta.

Poi ognuno si legga quello che è utile per il proprio settore specifico.

Lowie Vermeersch

  • Zen and the Art of Motorcycle maintenance, Robert M. Pirsig;
  • Designing Designing, John Chris Jones;
  • Metamorphosis, Ettore Sottsass;
  • A Thousand years of nonlinear history, Manuel De Landa;
  • Vision in Product Design, Matthijs van Dijk & Paul Hekkert.

Pasquale Volpe

  • La caffettiera del masochista, Donald Norman;
  • Le armi della persuasione, Robert B. Cialdini;
  • Intelligenza emotiva, Daniel Goleman;
  • Da cosa nasce cosa, Bruno Munari;
  • Business Model Generation, Alexander Osterwalder.

Marco Ziero

Non leggo libri di lavoro ma rimanendo nella sfera professionale, mi sento di consigliare L’arte della vittoria, la storia del fondatore di Nike.

--

--

Fifth Beat
15x30
Editor for

We design products and services for people, with people. https://fifthbeat.com/