Superare la fantascienza: social network, cinema e realtà

“The Circle”: spunti interessanti da un film banale sul nostro vivere digitale quotidiano. Nonostante Emma Watson e Tom Hanks.

Marco Brambilla
Off-the-grid: tra fisico e digitale
4 min readNov 2, 2017

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The Circle: un film-flop uscito all’inizio del 2017 con attori di rilievo (Tom Hanks e Emma Watson), su un ipotetico futuro non più futuro, nel senso che risulta ormai sorpassato dal nostro presente, sia dal punto di vista tecnologico che etico, relativamente all’impatto che le soluzioni innovative che usiamo ogni giorno stanno avendo sulla vita nostra e degli altri.

Il film è pessimo per profondità, intuizioni, trama, e prospettiva sul futuro. La gran parte delle idee vengono da ripetizioni di paradigmi e scenari già in atto: ad esempio, i mega-campus delle mega corporation IT (The Circle — Apple campus), i ruoli messianici dei presentatori (Tom Hanks — Steve Jobs), e molti altri aspetti (ad esempio, qui CNet ha compilato una guida al film per gli esperti del settore). Anche le tecnologie pensate sono tutt’altro che impressionanti. Tuttavia, alcune dichiarazioni di valori e spunti che nascono durante le conversazioni possono essere utili per ragionare sulla nostra quotidianità.

Ecco alcuni dei punti forti spinti dai “proprietari” di The Circle. Riflettiamoci.

Knowing is good. Knowing everything is better.

Conoscere è una buona cosa. Conoscere tutto è ancora meglio.
Fino a che punto è vero? E per chi? I nuovi strumenti di raccolta dati aprono infinite possibilità. Ma conoscere tutto è davvero la risposta? A volte non si tratta di costruire conoscenza, ma di predisporre un macchinario informativo in grado di tracciare tutto e tutti, sempre e comunque.

Crowdsourcing tools.

Uno strumento di raccolta informazioni in mano a tutti, aiuta. La folla produce una grande massa di conoscenza. Ma in quanto tale, saprà fare la cosa giusta? A volte, semplicemente significa fermarsi al momento giusto. Ma.. quanto ci vuole a passare dalla raccolta di informazioni su qualcuno, alla caccia alle streghe.. anche quando non si tratta di streghe? E così, dal poter tracciare un criminale, si passa a poter violare la privatezza della vita di una persona, a scoprire anche quello che non c’è da scoprire.

Amazing technology first.

… Ma innanzi tutto, quello che viene prima è la tecnologia, sempre sorprendente e innovativa. Peccato che non sorprenda più nessuno. Quando è stata l’ultima volta che ti sei stupito per una nuova feature del tuo nuovo telefono? Nel film, come nella vita, le vere intenzioni di chi mette in circolo la tecnologia appaiono nascoste, o almeno implicite. Il prodotto o progetto viene propinato con un forte approccio technology push. Il cambio di paradigma rispetto al passato è che ora sta a te dare una motivazione (anche etica) alla cosa.

La nuova fantasmagorica invenzione del momento (ad esempio, una telecamera superHD a forma di pallina appiccicosa) può essere utile a salvare vite? a condividere esperienze con chi non può esserci? Trovare un singolo uso pregevole può di per sé dare senso e giustificazione a un prodotto?

Unlimited possibilities.

Ecco che il guru di turno ci spiega che è proprio così. Che le possibilità sono infinite. I potenziali vantaggi e le applicazioni sono così dirompenti in termini di vantaggi, che non si può dire di no.

Sharing is Caring.

Con questo cambio di paradigma, siamo inconsciamente spinti a cambiare anche la nostra percezione della realtà. Come già accennavo in un altro post, siamo spinti a non vivere più l’attimo se non condividendolo, e addirittura a sentirci in colpa se non lo facciamo (ad esempio, non segnalo un incidente in autostrada, o, come nel film, non condivido la mia gita in canoa con una persona disabile che non può vivere quell’esperienza). Caring.

Sharing is Scaring.

E l’inevitabile epilogo è in agguato: se non vuoi essere parte del cerchio, sei tu quello fuori, quello problematico, l’antisociale: ma con The Circle possiamo aiutarti a risolvere i tuoi problemi (ovvero: possiamo tirarti dentro).
Mentire è male, e tacere è mentire. Con un totale controllo si tolgono di mezzo tutte le possibili false interpretazioni (chissà perché però proprio oggi diventa cruciale il problema delle fake news..).
E perchè non usare lo strumento non solo per fini commerciali, ma anche sociali? Aiuto a scoprire le criticità, aiuto a accrescere il senso civico, aiuto ad andare a votare, aiuto a .. votare!
E allora da volontario il meccanismo diventa obbligatorio. Scaring.

The Circle. Vero.

Tutto questo (potere, controllo e conoscenza) nelle mani di un’unica azienda è terribile. Per fortuna oggi non siamo in questa situazione. Oggi non esiste The Circle, o almeno, il cerchio non è ancora completamente chiuso. Certo, con un telefono Android, un account Gmail e un uso intensivo dei servizi Google forse ci stai andando vicino. E lo stesso vale con un iPhone e l’ecosistema Apple, o con Facebook.
Però.. oggi The Circle è un cerchio più ampio: sono tanti gli attori che compongono The Circle (pensiamo ai grandi provider tecnologici), ma questo non lo rende meno coeso: se sono in grado di accedere alle informazioni che ciascuno di questi raccoglie, posso anche fonderle e costruire il mio circle completo: scopro che sei su LinkedIn, Twitter, Facebook, Google Photo, iTunes, Amazon, Spotify, varie app di utilità, … e poi aggrego il tutto.

Sono solo a un passo dal farlo.

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Marco Brambilla
Off-the-grid: tra fisico e digitale

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