Smithsonian Open Access Content

Smithsonian Museum: 3 milioni di immagini gratis per tutti

Non tutti però sono d’accordo e questo apre un grande dibattito

Fonti Storiche Online
3 min readMar 18, 2020

--

In un momento delicato come quello che stiamo vivendo in questi giorni di Marzo diventa necessario avere tutti gli strumenti per poter proseguire le ricerche e gli studi.

Ecco che il Museo Smithsonian ci viene in soccorso e aggiunge il suo catalogo a quelli segnalati negli articoli precedenti.

L’istituzione statunitense di base a Washington DC e a New York City ha infatti deciso di rendere disponibili oltre 3 milioni di immagini digitalizzate (in 2D e in 3D), provenienti dai suoi enormi archivi, affinché possano essere utilizzate liberamente da tutti.

Tutte le immagini sono state rese disponibili in licenza CC0 (Public Domain), ovvero la più estesa e comoda da utilizzare all’interno dell’universo dei Creative Commons.

In the Sunlight | https://www.si.edu/object/sunlight:hmsg_66.2399

Questo significa che puoi scaricare le immagini, manipolarle se necessario e utilizzarle come meglio credi all’interno di progetti no-profit o commerciali.

Non è necessario riportare i credits , anche se personalmente apprezzo molto i creator che citano le fonti, perché fanno un doppio gesto:

  1. informano il lettore sulla fonte utilizzata;
  2. dimostrano autorevolezza, perché hanno lavorato su fonti scientifiche affidabili.

Gli argomenti dei contenuti disponibili in download sono i più vari: da animali ormai estinti a navi spaziali, passando per i momenti più salienti della Storia contemporanea.

Dunque, un tesoro visivo e culturale di inestimabile valore.

Il caso Smithsonian fa scuola, perché inizialmente il museo si era aperto solo all’uso didattico del materiale visivo ed erano molto stringenti le regole sulla modifica e la condivisione.

Oggi per fortuna c’è stato un cambio di rotta. E questo dovrebbe far riflettere molti musei italiani ed esteri, ancora restii ad aprire i dati interni.

Naturalmente non tutti la pensano in questo modo.

Ad esempio, Jessa Lingel (docente di comunicazione dell’Università della Pennsylvania) in un intervento a USA Today ha affermato:

Quando si rendono delle immagini di pubblico dominio si perde il controllo su quel che accadrà a questi scatti.

La prof.ssa Lingel teme che i file digitalizzati possano essere utilizzati per la propaganda politica o per la creazione di fake news. Apre quindi a un grande e inevitabile dibattito.

Sulla questione sono intervenuti anche i portavoce proprio dello Smithsonian, tra cui Effie Kapsalis, capo del progetto di digitalizzane:

Malintenzionati manipoleranno questi contenuti con o senza il consenso di Smithsonian. Renderli disponibili permetterà alla maggior parte delle persone di creare cose molto buone, grazie a queste preziose risorse. […] Ora che il pubblico ha accesso a oltre 173 anni di dati, sarà affascinante vedere che tipo di ricerca si verrà spontaneamente a creare.

Io condivido il punto di vista di Kapsalis e anzi aggiungo che l’apertura dei dati è un segno di grandissima civiltà, perché rende più responsabili i fruitori, che allo stesso tempo saranno anche i principali controllori del buon uso dei dati.

A nessuno piace essere preso in giro.

Penso che ognuno debba fare la sua parte contro le fake news e il primo passo è di sicuro sviluppare e affinare il proprio senso critico, circondandosi di fonti autorevoli. E per farlo è necessario poter leggere, analizzare e studiare tutti i dati.

Esplora il catalogo

Per non perdere i prossimi aggiornamenti, segui Fonti Storiche Online su Facebook e su Telegram.

Per una cultura aperta, condivisa e gratuita.

--

--

Alessandro Valenzano
Fonti Storiche Online

Uso Medium per condividere risorse digitali utili a chi si occupa di ricerca e comunicazione storica. Chi sono: https://www.linkedin.com/in/alessvalenzano/