Il tour della Roma nel Nord America visto dagli occhi di un calciatore

Cosa succede durante una tournée estiva di preparazione alla nuova stagione? Ce lo ha raccontato il giovane Lorenzo Di Livio attraverso il suo diario giornaliero. Buona lettura…

AS Roma
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by Lorenzo Di Livio

GIORNO 1

Sono Lorenzo Di Livio e questo è il primo appuntamento con il mio diario giornaliero del tour su Instagram.

Il calcio è la mia passione e spero che un giorno possa diventare la mia professione. Il mio ruolo preferito è il trequartista. Sono ancora giovane, ho 19 anni e questo tour del Nord America per me è un’occasione per poter migliorare le mie doti tecniche. Ho già fatto il ritiro di Pinzolo con Spalletti e senza dubbio allenarci con la prima squadra per noi ragazzi è un’occasione in più per poter dimostrare tutto quello che sappiamo fare e per apprendere nuove cose. Stare accanto a giocatori esperi e di un calibro altissimo come quelli della Roma ci dà l’opportunità di imparare giorno dopo giorno.

Il primo ritiro che ho fatto con i più grandi è stato quello della scorsa estate, a Melbourne. In quell’occasione c’era un po’ di timidezza, non sapevo come approcciare i calciatori più esperti, ma trascorrendo del tempo con loro ho scoperto che sono tutti ragazzi alla mano, sempre disponibili ad aiutarti: anche loro sono stati giovani come noi un tempo. Ora sono abituato a viaggiare con loro, anche grazie all’esperienza della Youth League che negli ultimi due anni ci ha fatto girare l’Europa con la Prima Squadra.

Ho visitato gli Stati Uniti per la prima volta quando avevo 14 anni, in vacanza a Miami con la mia famiglia. Poi ho ripetuto l’esperienza due anni fa, con la Primavera, quando abbiamo disputato un torneo a Natale. Qui è sempre bello: questo mondo mi affascina, è diverso dall’Europa e si percepisce.

Tempo fa volare mi faceva un po’ paura, ma a forza di viaggiare mi sto abituando: il tempo ormai mi passa più velocemente, mentre guardo un film. Ieri ne ho visti due: Batman contro Superman e The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Accanto a me c’era Edoardo Soleri, ormai mio compagno di stanza inseparabile da tre anni e mezzo.

GIORNO 2

Quella di ieri è stata praticamente la nostra prima giornata di allenamento negli States e per me è iniziata alle…3:30 del mattino! Il fuso orario si è fatto sentire. Anche Soleri, il mio compagno di stanza, si è svegliato alla stessa ora e dopo un po’ abbiamo deciso di fare colazione: dopotutto in Italia erano le 10.

Cambridge, la zona in cui alloggiamo, è davvero molto carina. Con tutta la squadra abbiamo fatto una passeggiata di cinque minuti per arrivare alla palestra di Harvard, una cosa che molti dei miei compagni non potrebbero di certo fare in tutta tranquillità a Roma. È stata davvero una sensazione molto particolare.

Qui abbiamo la fortuna di allenarci in quella che forse è l’università più famosa del mondo. Molte persone di un certo livello si sono formate ad Harvard e tra loro c’è Mark Zuckerberg, l’ideatore di Facebook. La sua è stata davvero un’idea geniale che ha preso piede in tutto il mondo. A tal proposito ho anche visto il film The Social Network: non so se si tratta della vera storia o meno, ma comunque mi è piaciuto molto.

I social media ormai fanno parte della vita di molte persone e anche della mia. Quando ero più piccolo utilizzavo più Facebook, ma ora ci entro raramente, perché ha lasciato il posto a Instagram, dove però ho un profilo privato per capire meglio chi mi segue.

Qui a Boston devo davvero ringraziare i miei compagni di squadra, non mi stanno facendo sentire la mancanza della mia famiglia e dei miei amici. Federico Ricci mi batte sempre alla Play, anche se finora il più forte di tutti si è rivelato Soleri, ma questa è una pratica che si risolverà tra qualche ora…

A proposito di sfide, nella sessione mattutina ce n’è stata una a calcio tennis: ho giocato assieme a Crisanto, Soleri e Seck, contro Gyomber, Romagnoli e De Santis. Beh, ovviamente abbiamo vinto noi! A parte gli scherzi, ci divertiamo molto in queste partite e dovessi scegliere tre compagni di squadra con cui giocare prenderei Paredes, Florenzi e Soleri. Leo quando riceve la palla non sbaglia mai, Ale è combattivo e le recupera tutte grazie alla sua velocità di gambe, mentre Edoardo è bravissimo a schiacciare sotto rete.

GIORNO 3

Per un giovane che passa dalla Primavera alla prima squadra l’importante è fare attenzione alle piccole cose e ai dettagli: non puoi sbagliare di un millimetro che subisci un contropiede o un’azione pericolosa.

Dobbiamo stare sul pezzo e non possiamo permetterci cali di concentrazione. Spalletti, in questo, è sicuramente uno che sa spiegare le cose nel migliore dei modi e approfondisce ogni situazione di gioco: commenta tutte le azioni durante l’allenamento, perché vuole farti capire il motivo di certe scelte sul campo e per un giovane è molto importante. A volte, se il mister vede che non abbiamo afferrato il concetto a fine lavoro ci prende da parte e ce lo rispiega. Avere un allenatore disposto a spiegarci con questa cura i dettagli è un privilegio.

Ieri faceva molto caldo e in mattinata abbiamo svolto una prima seduta atletica e un potenziamento sulle gambe. A queste temperature si fa fatica, si perdono tanti liquidi, ma bisogna anche considerarlo come un allenamento mentale: devi abituarti a restare sempre concentrato nonostante il clima e l’ambiente.

Anche oggi c’è stato spazio per uno dei miei momenti preferiti: il calcio-tennis. Credo sia il miglior modo per chiudere una seduta di allenamento. Ti rilassa molto, ti diverte e c’è anche un po’ di sfottò. Dopo la sessione pomeridiana abbiamo fatto una gara con lo staff tecnico e ci hanno battuto: hanno fatto valere l’esperienza. Io, Soleri, D’Urso e Marchizza abbiamo perso contro Pane, Andreazzoli, Baldini e…Eros De Santis! Già, il nostro compagno ha fatto il furbo e si è messo a giocare con i più grandi…

GIORNO 4

Ieri il mister ci ha dato la mattinata libera e ne abbiamo approfittato per farci un giro nel centro di Boston.

È una città molto diversa da quelle a cui siamo abituati noi: ovviamente è molto più moderna rispetto al centro di Roma, ma ha comunque un tocco europeo. In certi aspetti mi sembrava un po’ Londra e poi ho scoperto che questa regione si chiama New England, quindi forse qualche affinità ci sarà.

Ho fatto un giro con Federico Ricci e siamo andati a fare shopping. Io ho comprato per ricordo una felpa di Harvard, mentre lui ha fatto incetta di calamite da frigo da portare alla famiglia. Poi siamo tornati in albergo, perché avevamo una questione in sospeso che sono riuscito a sistemare: ho dovuto battere Fede alla Play! Era in vantaggio, ma ora ho pareggiato i conti… Nel pomeriggio ci hanno fatto visita Pallotta e gli investitori durante la sessione di lavoro. Il presidente è entrato in campo durante l’allenamento ed è venuto a parlare anche con noi che siamo i più giovani, chiedendoci quali fossero le nostre sensazioni sulla città. Come sempre viene a salutarci di persona, uno per uno, una cosa molto bella perché dà peso a tutti i calciatori.

GIORNO 5

Ieri è stata una giornata un po’ particolare: ci sono state due amichevoli ed è sempre bello giocare. Io le ho fatte tutte e due, circa 22 minuti per match: nella prima ho sostituito Florenzi, mentre nella seconda El Shaarawy. In entrambe le occasioni il mister mi ha schierato come esterno sinistro nei tre di attacco.

Faceva molto caldo e per questo Spalletti ci ha chiesto di gestire nel migliore dei modi il possesso palla. I primi avversari, i Boston Bolts, mi hanno fatto una buona impressione. Abbiamo vinto 5–1, ma loro hanno provato a spingere, nonostante le categorie di differenza rispetto a molti dei miei compagni di squadra. I Global Premier Management FC sono stati un po’ più sulla difensiva e il risultato finale è stato di 3–0.

La parte più bella della giornata, però, è arrivata dopo cena. Siamo andati tutti insieme a fare una passeggiata per la via principale di Cambridge. Condividere un momento di relax e poter prendere un po’ più di confidenza con i nostri idoli come De Rossi, Florenzi, Totti e Strootman per noi giovani è stato un privilegio. Mi sono davvero goduto la serata!

GIORNO 6

Ieri abbiamo avuto una mattinata libera e sono andato insieme ad alcuni dei miei compagni di squadra a fare shopping nel centro di Boston, mentre altri hanno optato per un po’ di riposo o hanno approfittato per andare dal barbiere. Ho acquistato un cappellino dei Boston Celtics e poi ho preso un’altra felpa di Harvard, questa volta per mia sorella.

Nel pomeriggio ci siamo allenati: nella prima parte della seduta abbiamo fatto della tattica, con l’allenatore Spalletti che ci ha spiegato alcuni movimenti. Nella seconda parte ci siamo esercitati sui tiri e abbiamo chiuso con una partitella in dieci contro dieci.

In serata il presidente James Pallotta ci ha ospitati nel ristorante gestito dalle sue sorelle e da sua madre. Siamo stati lì tutti insieme, tra scherzi e risate è stata davvero una bella serata. In particolare mi è piaciuta la pizza con la mozzarella. A tavola sedevo con Lobont, Strootman, Ricci, Soleri D’Urso, Marchizza, Crisanto e Mario Rui: ci siamo molto divertiti!

Dopo cena, prima di mezzanotte siamo tornati tutti in camera a riposare.

A domani!

GIORNO 7

Ieri ci siamo svegliati con la pioggia: è stato il primo giorno in cui è mancato il sole qui a Boston, ma il caldo non se n’è mica andato!

In mattinata ci siamo allenati in una delle palestre di Harvard, con una serie di esercizi molto intensi: la sessione è stata particolarmente dura. Poi siamo tornati in albergo e a pranzo abbiamo festeggiato i compleanni di Andrea Romagnoli e di Manolo Zubiria, nostro team manager.

Nel pomeriggio siamo tornati sul campo per una seduta tattica. Con noi c’era ancora Tommaso, un ragazzo che due giorni fa ha vissuto un sogno incredibile: è stato invitato a entrare nel nostro hotel dal presidente Pallotta ed è riuscito a pranzare accanto ai propri idoli, dopo aver affrontato un viaggio da solo. Inizialmente non ha retto l’emozione e si è commosso, ma poi è riuscito a godersi questo momento indimenticabile.

Lo ammiro per il coraggio che ha mostrato e soprattutto lo capisco: anche io avevo lo stesso desiderio quando avevo la sua età e provavo lo stesso imbarazzo davanti a campioni del calibro di Totti e De Rossi, mentre ora mi sto allenando con loro.

GIORNO 8

Ieri abbiamo trascorso la nostra ultima giornata a Boston. Come spesso accaduto in questi giorni abbiamo svolto una doppia seduta di allenamento ad Harvard. La presenza dei tifosi mi ha sorpreso, ci hanno accompagnato ogni giorno durante le nostre sedute di lavoro: non mi aspettavo un’accoglienza simile a tanti chilometri di distanza da casa.

La sera, poi, il mister ci ha lasciati liberi di uscire a cena: io sono andato assieme ai miei compagni della Primavera e a Federico Ricci. Ho mangiato sushi, mentre gli altri hanno preferito la carne. È stato un bel momento, ci siamo scambiati le nostre impressioni su questa tappa di Boston del #RomaTour. Tra scherzi e risate ci siamo goduti la serata.

Porterò con me davvero un bel ricordo di Boston, mi è piaciuta molto e sono felice che la Roma mi abbia dato la possibilità di visitare una città in cui non ero mai stato prima.

Ora si parte verso St. Louis, in Missouri, con un volo che durerà tre ore. Sarà anche quella una nuova esperienza, soprattutto perché lunedì ci sarà l’amichevole contro una grande squadra come il Liverpool. A domani!

GIORNO 9

Dopo aver lasciato Boston, ieri abbiamo raggiunto St. Louis dove siamo stati accolti da un caldo niente male. Alloggiamo di fronte al Busch Stadium, che stasera ospiterà la nostra amichevole contro il Liverpool. È la casa dei Cardinals, la squadra di baseball del posto.

Il baseball non è tra i miei sport preferiti, anche perché è davvero molto lontano dalle nostre abitudini europee, ma gli spettacoli che riescono a creare in questo paese durante i match sono senza dubbio affascinanti e un giorno una partita la guarderei volentieri dal vivo.

Ieri pomeriggio ci siamo allenati proprio al Busch Stadium ed è davvero molto bello. Fa un effetto strano giocare lì e chissà come sarà durante la partita. Spero di riuscire a entrare in campo contro il Liverpool questa sera. Per noi giovani è importante poter vedere altre realtà rispetto a quella italiana, per capire meglio la loro filosofia di gioco. Nella squadra di Klopp, tre i tanti, c’è Coutinho: è fortissimo e mi piace, è molto tecnico, affrontarlo anche solo per qualche minuto sarebbe il massimo.

GIORNO 10

Ieri abbiamo svolto la prima sfida di lusso di questa preparazione estiva: l’amichevole contro il Liverpool. Dopo un risveglio muscolare svolto in mattinata, alle 18:00 abbiamo tenuto la riunione tecnica con il mister e lo staff. Ci hanno fatto una panoramica della gara e ci hanno chiesto di fare attenzione a gestire l’equilibrio del match, soprattutto a centrocampo, dove era necessario che ciascuno spartisse bene i propri spazi con i compagni di reparto.

Al nostro arrivo al Busch Stadium c’è stata davvero una bella accoglienza. L’atmosfera era davvero come mi aspettavo: molto suggestiva e diversa rispetto ai nostri stadi. Penso che il pubblico si sia divertito assieme a noi.

Non ho giocato, ma per noi giovani è comunque molto importante vedere certe partite a bordo campo. La viviamo di più rispetto agli spalti: riusciamo ad ascoltare quello che viene detto, tutti i consigli dell’allenatore, il rumore del pallone, le urla della gara. Fortunatamente abbiamo vinto 2–1, grazie alle reti di Dzeko e Salah e secondo me il risultato è davvero meritato: la #Roma ha fatto qualcosa in più rispetto al Liverpool.

Ho avuto la possibilità di vedere d a vicino Coutinho e Sturridge. La rapidità del brasiliano mi ha davvero impressionato, così come la sua qualità tecnica: credo sia paragonabile a quella delle leggende della storia del calcio. Alla fine ci hanno regalato un cappellino dei Cardinals, assieme a una palla da baseball: un ricordo molto gradito, l’ho già indossato e lo conserverò con cura.

Ora vi saluto, si decolla per Montreal: a domani!

GIORNO 11

Eccoci in Canada! È la mia prima volta qui. La scorsa stagione i miei compagni della Primavera sono andati a Toronto, ma io ero a Melbourne con la prima squadra e non ho potuto partecipare a quel viaggio.

È sempre bello avere l’opportunità di visitare una nuovo Paese e Montreal sembra davvero una bella città, anche se ieri non abbiamo avuto la possibilità di vederla. Appena atterrati, abbiamo pranzato e nel pomeriggio ci siamo mossi verso il campo di allenamento dei Montreal Impact, che affronteremo stasera.

Anche qui tanti tifosi ci hanno accolto, come accaduto per tutte le sedute di lavoro di questo Roma Tour. Sono stati davvero fantastici, tutti. Sentirli cantare il nostro inno a migliaia di chilometri da Roma fa sempre un grande effetto.

Oggi sarà l’ultima prova di questa tournée, che è stata positiva, ma per mettere la ciliegina sulla torta servirà una bella prestazione. Non basterà vincerla, ma sarà necessario mettere in pratica tutte le cose che ci dice il mister. Domani vi saprò dire com’è è andata!

GIORNO 12

Un saluto a tutti da Lorenzo Di Livio. Sono all’aeroporto di Montreal, con i miei compagni di squadra, pronto a tornare a casa. Fra poco prenderò il volo, ma devo salutarvi con l’ultimo capitolo del mio diario di viaggio del Roma Tour.

Ieri c’è stata l’ultima partita della nostra esperienza in Nord America: abbiamo affrontato i Montreal Impact e siamo riusciti a vincere 2–0 grazie ai gol di Edin e di Radja. Era un’amichevole, certo, ma alle due reti tutto lo stadio si è alzato in piedi e ha applaudito. Una cosa che da noi in Europa non succede mai e io l’ho davvero apprezzato molto come gesto.

Montreal è la città che mi è piaciuta di più in questa tournée, le persone sono tutte educate e le strutture sono tutte affascinanti. Mi piacerebbe riapprofondirla, con calma, perché merita.

Beh, siamo giunti alla conclusione di quella che sarà un’esperienza indimenticabile per me: la porterò sempre nel mio cuore. Volevo ringraziare i miei compagni della Primavera: Crisanto, D’Urso, De Santis, Marchizza, Romagnoli…e soprattutto il bomber, Edo Soleri, il mio compagno di stanza che mi sopporta e mi supporta da tanto tempo ormai.

Quello che ho imparato in questo ritiro è che nel calcio la testa è la cosa più importante per la carriera di un calciatore: è fondamentale. Ne farò tesoro.

Grazie a tutti, a presto e forza Roma!

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