Instagram ti sta ascoltando, anche ora.

Vi siete mai chiesti come vengano selezionate le pubblicità che vedete sui social?

Francesco Schettino
Francesco Schettino
4 min readSep 4, 2017

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Premessa

Questo non è un articolo realizzato da me, è solo una traduzione/riassunto di un articolo di Damian Le Nouaille, intitolato “Instagram is listening to you”, che potete trovare qui:

Inoltre, non ho ancora avuto modo di testare tutto quello che viene affermato nell’articolo, quindi vi consiglio di prendere tutte queste informazioni con le pinze, anche se, da un lato teorico, tutto quanto potrebbe essere facilmente realizzabile.

Introduzione

Questo ragazzo, girando su Instagram, ha trovato una pubblicità riguardo un prodotto che non aveva mai cercato, condiviso, seguito o anche semplicemente parlato, nemmeno nelle chat private. Dopo averci riflettuto, si è ricordato di aver chiacchierato di un prodotti simile, al bar, con due suoi amici ed è arrivato alla conclusione che l’unico modo che aveva Instagram per conoscere quella conversazione era ascoltare le sue conversazioni nella vita reale. Ha deciso così di fare un esperimento.

L’esperimento

Durante una vacanza in Spagna con la sua famiglia, nel corso di una passeggiata in montagna di 6 ore a 2300 metri di altezza, con scarso segnale 3G, ha deciso di mettere il telefono (iPhone 7 Plus, con modalità di Risparmio Energia attiva) all’interno della tasca posteriore dello zaino.

Durante la giornata, ad un certo punto, lui e suo cugino hanno iniziato a parlare di come sarebbe stato bello se avessero potuto proiettare tutte le foto e i video fatti durante la giornata direttamente dal loro telefono.

La conversazione, a suo dire, è durata meno di 5 minuti, ed era nel mezzo di una conversazione completamente casuale, all’interno di altre decine di conversazioni nell’arco di tutte le 6 ore di passeggiata. L’unica differenza che aveva questa conversazione rispetto alle altre era quella di essere l’unica ad avere come argomento principale un prodotto specifico.

Risultato

La mattina successiva, tornato a casa, a circa 12/18 ore dalla fine della passeggiata, si è ritrovato su Instagram la seguente pubblicità:

Screenshot from Damian Le Nouaille

Conclusioni

Mettendo in conto il contesto iniziale (passeggiata in montagna, con poco segnale, a 2300 metri di altezza, con il telefono nello zaino e la modalità di risparmio energia attivata), l’unico modo reale che Instagram aveva di conoscere quella conversazione era ascoltare le conversazioni tramite il microfono.

Controllando le sue impostazioni della privacy, Damian si è reso conto che (su iPhone), andando su Impostazioni > Privacy > Microfono, i permessi erano attivati anche per Instagram.

Come molti potranno pensare, questo tipo di permessi non serve per fare le Storie su Instagram o per girare i video da pubblicare come post, dato che quello viene fatto tramite la Fotocamera, che ha dei permessi a parte, sempre nella stessa pagina della Privacy.

Quindi, uno dei metodi più semplici per realizzare una cosa del genere è:

  1. Ottenere il segnale audio dal microfono e registrarlo in qualche file del cellulare (offline).
  2. Trascrivere tutte (o quasi) le parole registrate in un file di testo (sempre offline).
  3. Quando si ha una buona connessione, questo file di testo viene inviato ad un server che seleziona poi i migliori ad pubblicitari da mostrare.

Tanto semplice quanto inquietante, no?

E tutto questo sembra essere legale, dato che i permessi a queste applicazioni vengono concessi dagli utenti stessi che le scaricano. Puf.

Come ogni volta, se avete domande o commenti, potete lasciarli qui su Medium oppure sui social che uso maggiormente: Facebook, Twitter e Instagram ❤️

Anche oggi siamo giunti al termine, ci sentiamo prossimamente

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Francesco Schettino
Francesco Schettino

'95. Studente, con la passione per le foto, i video ed il web in generale..