Agilità ai tempi del Corona

Nico Spadoni
Professioni Digitali
4 min readNov 6, 2020

“Gli esseri umani non nascono sempre il giorno in cui le loro madri li danno alla luce, ma la vita li costringe ancora molte volte a partorirsi da sé.”

Lo ha scritto Gabriel García Márquez nella sua opera migliore “ Amore al tempo del Colera”.

Ma quanto è vera questa affermazione?

In un momento storico in cui “cambiare” sembrerebbe essere la ricetta che risolve ogni problema, si va avanti imperterriti lungo la strada di sempre. Finti cambiamenti scenici, irrilevanti, superficiali, per continuare a fare le stesse cose ma con una faccia nuova. Continuando a cercare modi sempre nuovi di fare gli stessi errori.

Ma poi il cambiamento arriva, drastico, improvviso. Un cambiamento che non hai voluto e che ti travolge. Un cambiamento violento che ti costringe a partorirti da te, se ne hai la forza, se ne hai il coraggio, se ne riconosci la necessità.

Da qualche anno mi occupo di agilità. Almeno io la chiamo così. Non si tratta di una disciplina, ma più che altro di una consapevolezza, un disvelamento. Un insieme di convinzioni e di criteri che nel tempo ha cambiato il mio modo di guardare la realtà, aziendale e non solo. Un profondo radicamento di principi che da un po’ mi muovono e mi guidano nel mio lavoro, nei rapporti e negli interessi.

La chiamo agilità, ma tu chiamala come più ti piace. Faccio fatica a spiegarla, ho anche scritto un libro per chiarirla (probabilmente anche a me stesso). E fino a qualche settimana fa, mi sentivo forte di un’esperienza sul campo che ritenevo rocciosa. Avevo una chiarezza cristallina su cosa significasse essere agili e come rendere questa agilità carne e sangue sul terreno in cui ero abituato a giocare.

Ora non più. Un virus sta cambiando faccia a quel terreno, come un bradisisma. E mentre tutti si affannano a dare la loro soluzione (chissà come, già pronta all’uso) ad un problema mai affrontato prima, io invece mi ritrovo a chiedermi quale sia il senso del mio lavoro in queste condizioni nuove e mai affrontate? Che significa essere agili di questi tempi?

Cos’è l’agilità ai tempi del Coronavirus?

Proprio stamattina ho guardato un video di Diana Savei dal titolo “La preoccupazione generale fa strage di clienti”, un video semplice (come dovrebbero esserlo tutti), che termina con un consiglio finale che per me è stato come una luce in fondo ad un tunnel.

Diana dice:

se i problemi di cui ti stai occupando in questo momento non se li fila nessuno, scegliti un problema più rilevante”.

Bang!

Aspetta, ripetiamolo insieme e mettiamoci un po’ di enfasi:

Se i problemi di cui ti stai occupando in questo momento non se li fila nessuno, scegliti un problema più rilevante!

Quando apro i miei interventi, esordisco dando una mia personale definizione di agilità, e dico:

L’agilità è la capacità di fare le migliori scelte possibili in contesti difficili!

E la ripeto talmente tante volte che credo mi si sia stratificata a livello limbico, perchè ci credo, ci ho sempre creduto. Così mettere insieme il suggerimento di Diana e questa definizione di agilità è stato un riflesso automatico e immediato!

Non l’ho dovuto pensare, mi si è acceso nella testa come un faro.

E così ho capito. Ho capito qual è il senso del mio contributo. O meglio, ho capito il senso del contributo dell’agilità in questo momento di grandi preoccupazioni.

Ed è la capacità di riconoscere i veri problemi da risolvere. Quella di fare le migliori scelte a protezione di ciò che è davvero importante. Di prendere le migliori decisioni possibili a salvaguardia delle persone coinvolte dalla tua missione, i clienti, i collaboratori, le famiglie, la società.

Come membri della razza umana, come professionisti, come aziende, abbiamo la responsabilità di garantire la prosperità. Ma ancor prima abbiamo la responsabilità di contribuire affinché nessuno si senta alla mercé di una realtà ostile.

Abbiamo il compito di mettere l’essenziale al vertice dei nostri sforzi.

L’agilità di cui mi faccio portavoce ci può aiutare, smettendo di affannarci a cercare strumenti e modi per continuare a fare ciò che abbiamo sempre fatto, ma piuttosto dando fondo a tutte le nostre energie e capacità nel riconoscere i problemi di cui è necessario occuparci in questo momento che potrebbe durare più di quanto immaginiamo. Focalizzando tutti i nostri sforzi su ciò per cui vale davvero la pena spenderli.

Questa credo sia questa l’agilità che il Covid-19 richiede. Ed è esattamente l’agilità che da adesso in poi intendo coltivare e diffondere.

Vuoi aiutarmi farlo?

Ti abbraccio (Coronavirus, almeno qui non puoi impedirmelo!)

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Nico Spadoni
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Mi piace condividere e scambiare idee, conoscenza, interessi. Openmind convinto, leggo tantissimo, saggi e romanzi più che altro. E qualche volta… scrivo ;-)