#NewPersonalStorytelling. Dove ci eravamo lasciati | Andrea Bettini, Francesco Gavatorta

FrancoAngeli
Professioni Digitali
5 min readOct 27, 2020

Quando, tre anni fa, abbiamo iniziato a ragionare su #PersonalStorytelling, ci siamo trovati davanti a un bivio: quale sarebbe stato il modo migliore per parlare in una forma efficace e anche innovativa di narrazione autobiografica? In che modo avremmo potuto dare un vero valore aggiunto a voi lettori, alla ricerca di idee, formule e anche suggerimenti per costruire la vostra storia?

Era una sfida diversa e anche affascinante, perché dovevamo parlare per certi versi di qualcosa di estremamente prezioso e importante: la capacità di “farsi” narrazione, restituendo la propria esperienza sotto forma di racconto strutturato e, possibilmente, arricchente.

Il legame con l’ambito professionale, distintivo dei volumi della prestigiosa collana Professioni Digitali di cui questo volume fa parte, era un quid in più di difficoltà. Andati in stampa con il miglior lavoro che potevamo realizzare, abbiamo osservato come voi lettori abbiate accolto il testo, facendo nostri ogni considerazione, complimento e anche critica. Soprattutto le critiche, che ci sono state e che è giusto prendere da riferimento quando si vuole fare un percorso di miglioramento e di crescita.

Per questo, il punto di partenza per questa nuova edizione sono state proprio le vostre impressioni: perché non potevamo parlare di storie personali senza partire da quelle uniche e individuali che sono state condivise con noi.

Nella prima edizione eravamo partiti da un concetto base: ogni persona è un insieme di media. Ognuno di noi può configurarsi come una piattaforma di contenuti che raccontano qualcosa.

Il bug è pensare che quei contenuti possano nascere solo dall’intuito, dalla spinta creativa, se vogliamo dall’idea che tutto possa essere detto partendo dall’assunto che sia “vero”.

Non è così: la progettazione è determinante per il successo di un progetto narrativo, a maggior ragione se questo è di natura autobiografica. Dobbiamo esser consapevoli che tutto ciò che creiamo, rispetto al racconto di sé, dovrebbe essere immesso in un contesto armonico, in cui l’Autore (ognuno di noi!) abbia il pieno controllo dello storyworld personale.

Ciò che ci siamo ripromessi di fare in questa nuova edizione è di guidare il lettore in questo percorso di progettazione, offrendo più strumenti pratici e meno teorici.

Un esercizio utile anche per noi, che ci siamo trovati davanti alla necessità di isolare delle matrici di senso utili e semplici da impiegare, partendo da princìpi molto complessi. Un modo, quindi, per dare una forma a quel “medium” che concettualmente abbiamo individuato come la giusta metafora per pensare all’individuo e alla sua sfera narrativa: un universo ricco di storie, ma anche di sfaccettature, di difficoltà e di ostacoli da superare. Raccontarsi infatti è una sfida complessa, molto più di quanto possa essere trasferire, attraverso una narrazione, un messaggio promozionale o di marca: non tutti sono pronti, e non tutti sono in grado di definire il perimetro e i limiti di quest’azione.

Il risultato è un percorso che comincia da alcune storie e approcci teorici per giungere a una serie di modellizzazioni molto puntuali e pratiche, accompagnate da pareri ed esperienze qualificate, che si concentrano sia sulla dimensione intima e personale sia su quella strutturata e complessa del lavoro, passando dalle risorse umane, alla crescita professionale e agli obiettivi di carriera che un professionista può porsi.

A fare da fil rouge per tutta la trattazione una serie di esercizi, che potete considerare come opzionali ma che vi suggeriamo di considerare in caso vogliate provare a “giocare” con la vostra storia, o magari sentiate la necessità di scaricare a terra un progetto più articolato di narrazione autobiografica.

Pensiamo che con questa formula si sia messo a sistema il dialogo continuo che a partire dall’uscita della prima edizione si era alimentato: durante le presentazioni, i webinar, lo storytour che ci ha visti impegnati all’Università Ca’ Foscari, da H-Farm e al CUOA, oltre ovviamente ai tanti contatti nati grazie ai social network. In tutti questi frammenti, la community nata attorno al libro ci ha permesso di tornare al punto in cui ci eravamo lasciati e ritrovare il filo della nostra trattazione. Il risultato di questo ritorno e delle riflessioni che sono nate sono nelle pagine di #NewPersonalStorytelling.

La speranza è che possiate ritrovare quelle sensazioni positive che ci hanno accompagnato nei mesi di lavoro, studio e approfondimento che abbiamo vissuto per migliorare quanto era stato fatto.

Forse, leggendo quest’introduzione vi starete chiedendo il perché abbiamo deciso di raccontarvi tutto questo.

La risposta è semplice: perché questo è un libro che parla di persone, prima di tutto. Parla di ognuno di noi e di voi, e di come ciò che si vive possa diventare la più bella storia che potrete raccontare. Per spiegare quindi perché siamo tornati qui, su queste pagine per completare ciò che abbiamo cominciato tre anni fa, non potevamo che scegliere di partire dal nostro vissuto, dall’esperienza di autori che cercano di migliorarsi, da questi mesi in cui, insieme al nostro editore e al direttore della collana Alberto Maestri, abbiamo ragionato su che cosa si potesse fare per ridare linfa a un libro che è stato anche un po’ dialogo, un po’ scoperta.

Ci eravamo lasciati tre anni fa concludendo l’ultima pagina con l’augurio che la lista delle regole per il personal storyteller potesse allungarsi grazie ai vostri contributi. È proprio così che è andata: grazie a tutto ciò che abbiamo vissuto insieme a voi, abbiamo potuto migliorare ciò che è stato fatto.

Prima di entrare nel vivo, non possiamo quindi esimerci dal ringraziarvi. Questo nuovo testo è dedicato a tutti voi. Con l’occasione, ringraziamo anche i tanti professionisti e amici che ci hanno supportato in questa nuova avventura: tutti i contributi inediti che troverete nel testo sono stati basilari per permetterci di ragionare al meglio sui contenuti del libro e verificarne la bontà.

Ma ora basta. È tempo di cominciare a parlare di come raccontarsi.

Buona lettura!

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FrancoAngeli
Professioni Digitali

Dal 1955 libri per l’impresa, l’università, le professioni. Ma anche manuali per tutti e saggi per capire la contemporaneità