Realtà Aumentata su Mobile. Un Game Changer per la Brand Experience?

Francesco La Trofa
Professioni Digitali
3 min readMar 12, 2019

Le tecnologie immersive interessano un range di applicazioni piuttosto ampio, destinato ad ampliarsi a differenti velocità. Pur limitata in termini di potenzialità ed immersione rispetto alle applicazioni real time su visore, la realtà aumentata su mobile (smartphone e tablet) è stata con ogni probabilità l’applicazione che più di ogni altra è stata capace di avvicinare il target consumer alle tecnologie immersive.

Le ragioni di questo successo sono semplici da comprendere, anche per i non addetti ai lavori, proviamo a sintetizzare i principali aspetti favorevoli dal punto di vista di chi vorrebbe implementarle a supporto del proprio business:

  • Non necessitano di hardware dedicato, in quanto tutti possiedono già uno smartphone, a prescindere dall’utilizzo della realtà aumentata. Ciò equivale ad un potenziale enorme in termini di utenti;
  • Accessibili: il tempo di scaricare una app dagli store ufficiali e si è di fatto operativi;
  • Semplici: le interfacce sono basate sul input method degli schermi touch screen;
  • Coinvolgenti: L’interazione con i contenuti crea un legame forte e diretto tra cliente e prodotto;
  • Big Data: le app sono in grado di tracciare e comunicare ai brand i comportamenti degli utenti che le utilizzano, fornendo informazioni utili alle analisi e alle decisioni.

La realtà aumentata su dispositivi mobile rappresenta per i brand uno strumento di facile presa per coinvolgere il proprio pubblico innescando un rapporto continuativo ed il supporto a strategie online to offline. A titolo esemplificativo, vediamo tre tra le applicazioni più note nell’ambito della shopping experience. Si tratta di app accomunate dall’utilizzo di sistemi di tracking e image recognition in grado di sfruttare le fotocamere e i display degli smartphone.

IKEA PLACE. Il colosso svedese dell’arredo ha implementato una app che consente di arredare virtualmente i propri spazi utilizzando i mobili e gli elementi del catalogo IKEA, per avere un’anteprima realistica del risultato delle proprie scelte. Questo genere di app é destinata ad una rapida diffusione nell’ambito e-commerce dell’interior design. La stessa Amazon ne ha implementata una a supporto del suo catalogo arredamento.

SEPHORA VIRTUAL ARTIST. Sephora, brand leader nell’ambito della cosmetica, ha intuito ben presto le potenzialità del cosiddetto virtual “try on”, che consente di provare i prodotti attraverso la realtà aumentata. La personalizzazione dell’esperienza, su cui si basa il “try on”, esercita un ruolo chiave in fatto di engagement, tanto più quando è legato in modo così diretto all’immagine della persona. Lo specchio virtuale della app consente alle utenti di truccarsi utilizzando le configurazioni offerte dalla linea di prodotti di Sephora, salvando e condividendo sui social i risultati delle proprie creazioni. Viralità garantita.

WANNA KICKS. Sviluppato dalla startup bielorussa Wannaby, si tratta di una app che consente di provare virtualmente una serie di sneaker. La tecnologia è funzionale sia quale White Label, a supporto di un singolo brand, sia per il marketing di un vendor multimarca. Wannaby ha sviluppato app analoghe nelle versioni NAILS e JEWELS.

I tre esempi citati sono facilmente adattabili alle strategie di marketing di qualsiasi brand e nel futuro prossimo vedremo inevitabilmente crescere la domanda di applicazioni e contenuti AR mobile. È prevedibile una iper-offerta di contenuti in cui saprà emergere chi sarà in grado di differenziare la propria offerta grazie a strategie, interfacce e contenuti visivi di alto livello. In termini professionali, il momento può tradursi in molte opportunità concrete per creativi e sviluppatori in possesso delle competenze descritte dall’indagine di #VRDeveloper. Il creatore di mondi in realtà virtuale ed aumentata.

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Francesco La Trofa
Professioni Digitali

Architect. Journalist. 3D Copywriter. Consultant about 3D, VR and Computer Graphics. Communication Strategies for 3D and Archviz companies.