Rispetto alla morte, il coma è il carnevale di Rio

Sta per arrivare la seconda fase: quella in cui “il Presidente Trump diventa umano e buono”

Matteo Bordone
Freddy Nietzsche
2 min readFeb 22, 2017

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Salmoni o il paese, per noi è uguale.

Trump è presidente da un mese abbondante, e per ora si è dimostrato inetto, disumano, circondato da mostri, antidemocratico, ignorante, isolato e pericoloso. Perfetto. Lo sappiamo, e chi pensava che fosse una strategia elettorale, e dietro ci fosse una presidenza conservatrice ma solida, si sbagliava. Si è verificato il peggiore incubo dei democratici.

Trump però è andato a visitare il Museo Nazionale di Storia e Cultura Afroamericana, che ha aperto a Washington da qualche mese ed è uno dei segni più chiari di quanto questi siano stati anni di crescita di consapevolezza per le minoranze statunitensi, prima fra tutti la più antica, quella di origine africana. (Definire i nativi una minoranza è per ragioni storiche aberrante, quindi li considero a parte.)

In quel contesto Trump ha detto che gli fanno schifo antisemitismo e razzismo. Lo ha detto con la proprietà di linguaggio di uno che ha appena fatto un incidente, ripetendosi e senza mai approfondire il concetto, ma lo ha detto. Il fatto che lo abbia detto con un tono così perentorio e indiscutibile, al solito refrattario a qualsiasi forma di dialogo o interazione, fa pensare che lo abbiano scelto i suoi. E che lo abbiano fatto per cominciare a mostrare un lato meno bellicoso di quello solito.

E allora — Ma tu non eri quello che doveva vincere la Clinton? Sì sì, io e molti altri — la stampa si sta già preparando per descrivere un altro grande arco narrativo: quello della bontà, del rabbonimento, del filling his presidential shoes, della uniting attitude ritrovata, non so cos’altro si inventeranno. Fatto sta che diranno che adesso non è più come prima, che adesso sì, è il presidente degli americani, il presidente dell’America. Se non arriva qualcosa cosa di veramente grave, secondo me stanno già affilando le frasi fatte.

Intanto siamo nella situazione per cui, se il Presidente degli Stati Uniti dice che odia l’antisemitismo a un mese abbondante dall’insediamento, è una notizia. E anche il razzismo, eh. State sereni. Odi ei negri e gli ebrei? Il presidente non è d’accordo con te. Bene.

Perché finora non l’aveva mai detto.

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