Al volante di un’Alfa 75, davanti al monitor

Abbiamo la gente giusta, ma non i mezzi adatti.

Fabrizio "Bix" Salis
Frequenza Critica
4 min readOct 16, 2020

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Valentino Rossi in MotoGP 20

Questo articolo è stato scritto da Marco “Thresher3253” Accogli.

I giochi di guida sono sempre presenti nella mia libreria videoludica. Dai più casinisti Burnout ai simulatori un po’ impegnati come Project Cars, mi sono dovuto impegnare nella ricerca di titoli originali per scacciare la ripetitività tipica del genere. Per forza di cose, girare sulle piste e farsi inseguire dalla polizia funziona fino alla trentacinquesima incarnazione di Need For Speed, e si presenta presto la necessità di svecchiare una struttura per forza di cose rigida. Ormai una quindicina di anni fa, ebbi modo di provare una piccola produzione dell’italiana Milestone, oggi famosa principalmente per il gioco su licenza MotoGP e il simulatore motociclistico Ride.

screenshot di Squadra Corse Alfa Romeo

Squadra Corse Alfa Romeo — o SCAR secondo la copertina — era un simulatore di guida piuttosto ordinario, con un aspetto grafico sottotono anche per l’epoca, una simulazione della fisica non esattamente accurata e un ritmo piuttosto soporifero. Un gioco non brutto, ma tutto sommato ininfluente, che però ha anticipato l’attuale moda di inserire statistiche da GDR anche nelle partite a tressette col vino. Quella che fu un’idea buttata quasi a caso, basata sul premiare in diretta il giocatore assegnando punti esperienza secondo il suo stile di guida, risultò poi la fortuna di Need For Speed: Shift, che divideva i giocatori tra guida pulita e guida aggressiva accumulando punti nelle rispettive categorie in base al comportamento di gara. Oggi, qualsiasi gioco di guida adotta un sistema di crescita a livelli, spesso utile a sbloccare nuove auto e eventi, ma anche e soprattutto per facilitare il matchmaking online delle partite in multigiocatore.

In un certo senso, Milestone ha fatto scuola su diversi aspetti: oltre a punti esperienza e livelli (presenti sia in SCAR che nel successivo Evolution GT), hanno anche introdotto l’equipaggiamento del pilota in grado di modificare — in qualche modo — le prestazioni dell’auto, aggiungendo un ulteriore livello di personalizzazione non limitato all’estetica. Per non parlare del “Tiger Effect”, quella che è sostanzialmente la possibilità di riavvolgere la gara per correggere un errore, un’idea popolarizzata successivamente dai Forza Motorsport e dai giochi Codemasters. Saper predire i tempi è un’abilità fondamentale nel settore videoludico: anticipare le idee permette di restare al passo con le mode e a volte dettarle con opere importanti, che però Milestone non è sempre riuscita a creare. I vari MotoGP, MXGP e WRC hanno reso la casa milanese famosa a livello internazionale per merito delle rispettive licenze ufficiali, seppure con una certa “staticità” nell’offerta proposta. Quello che attualmente manca a Milestone è proprio la capacità di aprire la strada come ha dimostrato di saper fare in passato, in particolar modo curando la presentazione dei suoi titoli e portando avanti idee fresche.

screenshot di WRC4

Un esempio di produzioni che centrano l’obiettivo di catalizzare l’attenzione in un genere molto settoriale è il brand di Forza, che — tra l’ambiente competitivo dei Motorsport e l’idea di divertimento spensierato degli Horizon —è riuscito a diffondersi rapidamente nelle console e nei PC di tutto il mondo. Se Milestone riuscisse a portare avanti la filosofia del gioco di guida come espressione di emozioni (e non semplicemente come cronometro dei tempi in pista) tipica di studi come Polyphony Digital e Playground Games, potrebbe dividersi la gloria insieme ai colleghi di Kunos. Lo studio romano è riuscito infatti a distinguersi come eccellenza nel campo dei simulatori e ha catapultato Assetto Corsa nelle case di tutti, non solo in quelle dei patiti più sfegatati del genere. E in una terra ricca di storia motoristica come l’Italia, casa di Ferrari, Lancia e Lamborghini, di Monza, della Mille Miglia e degli studi di design più rinomati al mondo quali Pininfarina e Giugiaro, abbiamo il dovere storico di imporci alla guida dei nostri bolidi virtuali Made in Italy.

Milestone, fammi sognare. Dammi un gioco ambientato nei migliori scorci italiani: fammi sfrecciare con una Abarth 131 tra le colline abruzzesi, fammi superare i limiti sulla costa sarda a bordo di una Maserati GranCabrio e fammi affrontare i tornanti del passo dello Stelvio con una Ferrari F40. Raccontami la storia dei marchi nostrani, delle competizioni storiche e dei circuiti più famosi. Abbiamo un curriculum rispettabile nel mondo dei motori e dobbiamo sfruttarlo al meglio.

Passo dello Stelvio
Qui, in prima persona, in 4K, G29 tra le mani, consapevole che uscire di strada comporta solo un reset al checkpoint.

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