Cronache dal backlog — Eador. Masters of the Broken World

Il punto di forza di uno strategico a turni del 2012? Creare dipendenza!

Ioannis Largo
Frequenza Critica
8 min readOct 18, 2019

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Prima di iniziare voglio farvi una semplice domanda:

Un uomo non ha diritti sul sudore della sua fronte?
No, dice l’uo…

No! Scusate, ho sbagliato domanda. Dovrebbe essere questa:

Vi è mai capitato di disinstallare un gioco, perché ne eravate diventati dipendenti?

Ovviamente non sto parlando di dipendenza patologica, ma semplicemente di quel gioco che vi ruba ore intere, qualcosa del tipo:

Ulalà! Ho la sera libera, mi faccio una bella partitina al mio giochetto preferito.

Un paio di orette di gioco non fanno male a nessuno, vero? Ma… BAM! Quando decidi di staccare scopri con sommo orrore che sono le due di notte e ti domandi come diamine siano passate queste ore.

Tendenzialmente sono i gestionali, i strategici e i simulatori a provocare tutto ciò: non c’è una trama vera e propria, non c’è un inizio e una fine; puoi finire la cosiddetta campagna, ma hai il multiplayer e la modalità libera. Non parliamo e scriviamo dei giochi divora ore: dalla saga di The Sims fino a Football Manager passando per i Civilization, famosi per il classico e tremendo un solo turno e poi a nanna.

Oggi io vi parlerò del mio gioco da dipendenza: un vecchio gioco del 2012, che in verità è il remake di un gioco del 2009, quindi un gioco con ben dieci anni sulle spalle. Vi parlo di Eador. Masters of the Broken World.

Eador: un mondo frammentato

Eador. Masters of the Broken World è uno strategico a turni prodotto dalla Snowbird Games, piccola compagnia russa, la quale ha prodotto solo i tre titoli della saga Eador (Genesis; Masters of the Broken Word; Imperium) e Blood and Gold: Caribbean!, un titolo sviluppato sul motore del primo Mount & Blade e ambientato nei Caraibi negli anni d’oro della pirateria.

Come scritto sopra Eador. Masters of the Broken World è il remake di Genesis con un nuovo motore grafico. Niente di eccezionale tra animazioni semplici e giochi cromatrici, ma un passo d’avanti rispetto a Genesis.

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Questo screenshot non è tratto da Eador. Masters of the Broken World, ma da Genesis. Si può notare la forte ispirazione tratta da Heroes of Might and Magic III, gioco che avuto un’immensa fortuna nei paesi di lingua slava.

Sostanzialmente le differenze tra Genesis e Masters of the Broken World sono pochissime. Entrambi sono un semplice — poi vedremo, che dietro a quel semplice c’è di tutto e di più — strategico a turni ambientato in un classico mondo a fantasy dove numerosi frammenti di diverse dimensioni galleggiano nel cosmo dopo il terribile cataclisma. Noi, uno dei tanti master, ovvero persone che hanno raggiunto uno status semi divino, cercheremo di conquistare quanti più frammenti possibili saldandoli al nostro frammento originale, di scoprire cosa abbia causato il cataclisma e soprattutto prepararsi al futuro cataclisma. Non vi rovinerò la trama con malefici spoiler, ma mi limito a dire che è abbastanza originale e sono presenti diversi finali, un qualcosa di diverso da un Age of Wonders.

Eador è ambientato su tre livelli: il cosmo, dove possiamo parlottare con i diversi master oppure possiamo lanciarci alla conquista dei diversi frammenti; il frammento vero e proprio rappresentato da una mappa esagonale; il campo di battaglia anch’esso diviso in tanti esagoni. La conquista del frammento avviene solo con la conquista della base di tutti gli avversari (ci sarebbe il caso di “pareggio”, ma è rarissimo e lascio ai giocatori il piacere di scoprirlo). Piccoli frammenti possono essere conquistati in una ventina, massimo una trentina di gruppi, per quelli più grandi ci vorranno numerosi, ma davvero numerosi turni.

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La grafica di Eador. Masters of the Broken World è semplicemente spartana: non è niente di eccelso, forse anche vecchia per il 2012.

Ogni esagono sarà abitato da una delle sette razze principali di Eador, classiche razze del fantasy di ispirazione gygaxiana, quindi aspettiamoci elfi leggiadri, nani ‘briaconi, orchi intelligenti come una banana e lucertoloidi che lucertolano. Esistono anche esagoni “vuoti” tra deserti e terre desolate. I frammenti abitati sotto il controllo del giocatore produrranno due risorse: oro e cristalli, ovviamente utili per assoldare le truppe, costruire edifici e lanciare diversi incantesimi. In un esagono ci sono diversi luoghi da esplorare: la maggior parte di essi sono abitati da creature ostili, ma possono comparire anche i negozi e le gilde di avventurieri dove fare acquisti, assoldare unità esotiche e ricevere missioni. Alcuni dei luoghi, dopo essere liberati dalle creature ostili, non scompaiono e garantiscono un bonus (o un malus) di oro e di cristalli.

Come ogni classico e stereotipato strategico a turni noi non scenderemo fisicamente in campo, ci limiteremo a lanciare incantesimi dall’iperuranio e a gestire un eroe o più eroi. Questi si occuperanno fisicamente di conquistare e di esplorare gli esagoni aiutati da diverse unità classificabili in quattro gruppi (rank): dai patetici contadini con forcone, la classicissima carne da cannone per negromanti, fino ai paladini e alle idre. Quattro sono le classi di eroi, e oltre ai classici guerriero, ranger e mago abbiamo anche il comandante, un eroe non molto forte sul campo da battaglia, ma che dà diversi bonus passivi alle unità e soprattutto permette di portarne in campo un numero maggiore. Ogni eroe potrà essere personalizzato con i numerosi oggetti acquistabili o trovabili nei luoghi conquistati e tra le carcasse dei nostri innumerevoli nemici; presenti anche particolari armature da raccogliere pezzo per pezzo che riunite concedono incredibili bonus. I nostri eroi hanno trenta livelli da conquistare con il sangue dei nemici e potranno potenziarsi con dei bonus a ogni nuovo livello: dalla potenza degli incantesimi ai punti vita. Al decimo livello possiamo volgarmente “multiclassare” un eroe, così da poter ricevere i bonus di un’altra classe rendendolo maggiormente versatile sul campo da battaglia. Tra un turno e un altro possono accadere diversi eventi ai quali dobbiamo rispondere: semplicemente sono date due/quattro possibilità di scelta che possono garantire tanto dei bonus o malus quanto abbassare il morale delle truppe o la soddisfazione degli abitanti dell’esagono o regalarci degli oggetti magici. Tutto ciò o avrà conseguenze sul karma del giocatore che a sua volta influenzerà nettamente il morale e la forza delle truppe, e il giudizio degli altri master.

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Screenshot del campo di battaglia. Muoveremo le nostre truppe su una mappa esagonale. Come si vince? Schiacciando i nemici, inseguendoli mentre fuggono e ascoltando i lamenti dell’intelligenza artificiale.

Eador: il primo giro è gratis, ma poi dovrai sborsare le più belle ore della tua vita!

Ora mi domanderete: tutto qui? In verità sì, ma Eador i primi due, per Imperium ci sarà una postilla — ha la sua forza nella sua incredibile capacità di diventare una dipendenza: ci sono tante piccole cose (quattro eroi, sette razze, sei scuole di magie, i diversi eventi) che combinate permettono di affrontare ogni esagono in diversi modi. Provare il ranger arciere circondato da una falange di lancieri oppure provare il mago con tanti contadinotti carne da cannone da far risorgere come scheletri? Tentare un rush rischiando l’impossibilità di rimpiazzare le unità perse a causa delle casse vuote o provare il classico turtle? Esplorare l’esagono con la base o lanciarsi alla conquista degli altri? Rischiare un esercito misto tra unità buone e cattive con danni al morale delle truppe? Questo è il punto di forza di Eador, la possibilità di poter affrontare il frammento in tante diverse maniere.

Ovviamente ci sono anche dei difetti.
È difficile riparare gli errori commessi e bisogna scegliere una strategia da seguire nei primissimi turni, perché una strategia sbagliata significa semplicemente la sconfitta. L’intelligenza artificiale non è un granché e spesso la sconfitta sul campo di battaglia è causata più dalla qualità o dal numero delle truppe avversarie o dagli errori propri che dall’abilità dell’avversario computerizzato. Alcuni frammenti poi richiedono un grinding incredibile, bisogna potenziare il proprio eroe e le proprie truppe per decine di turni, così da riuscire a conquistare un esagono neutrale e poter attaccare i propri avversari. Per quest’ultimo caso vi faccio un semplice esempio: uno dei primi frammenti è un quadrato con all’interno una croce formata da montagne invalicabili; ci sono sessantacinque esagoni, divisi in quattro gruppi da sedici, il sessantacinquesimo è il centro che collega le quattro zone. Questo frammento è uno dei primi della campagna e qui possiamo reclutare al massimo unità di rank II. Quel maledetto sessantacinquesimo esagono, da conquistare obbligatoriamente per poter attaccare i nostri avversari, è difeso da unità di rank III e IV come ciclopi e giganti, tutti capaci di attaccare dalla distanza e uccidere istantaneamente il nostro eroe di dodicesimo — sedicesimo livello. Il frammento sarà completato dopo numerosi turni, dei quali tre quarti passati a esplorare i nostri esagoni per grindare i nostri eroi, fargli raggiungere il trentesimo livello così da lanciarli alla conquista del frammento, quando finalmente al quinto — sesto tentativo kamikaze riusciremo ad avere ragione di ciclopi e giganti.

Però il tempo sarà passato… Le ore passeranno e ci si renderà conto di aver perso nottate per un semplice gioco. Non è questa una dipendenza?

Piccola postilla. Imperium & Genesis

Forte della mia dipendenza non posso non spendere alcune piccole parole sugli altri titoli di Eador.

Partiamo con Imperium, semi-sequel pubblicato nel 2017. Tutt’ora i fan si dividono tra coloro che l’acclamano e coloro che lo disprezzano. Sono state aggiunte diverse nuove unità, nuove magie, nuovi eroi, la possibilità di oltrepassare le montagne con una bella mongolfiera, una mappa tattica di dimensioni maggiori; ma è assente la campagna originale (solo quattro scenari collegati tra di loro) e non è stato ben ottimizzato. Per non ottimizzato non intendo un banale crash, qualche frame perduto e qualche errore di spelling. No! Impossibile da giocare, lentissimo, scatti anche su configurazioni ultra moderne in grado di far girare Call of Duty 883 a 120fps. Personalmente sono rimasto deluso e per deluso intendo che ho chiesto il refund dopo un paio di ore di gioco.

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Un bello screenshot da Eador. Imperium. Si osserva la bella mongolfiera e soprattutto una grafica più moderna, tutto al prezzo di incredibili cali di frame e crash. (Oh, gli stessi sviluppatori ci hanno scherzato sopra nel tutorial. Io non ho riso).

Genesis è stato solo pubblicato dalla Snowbird dato che è un progetto fatto in casetta da Alexey Bokulev, uno degli sviluppatori; ma soprattutto è in condizione di “semifreeware”. Qualche volta è stato regalato dai diversi store digitali, ma soprattutto quelli della Snowbird non hanno sbattuto il ciglio russo quando diversi fan hanno lo modificato pesantemente a suon di mod, creando New Horizons, un Genesis 1.5 (spesso giudicato superiore a Masters of the Broken World e Imperium) scaricabile gratuitamente. Personalmente non l’ho provato, anzi l’ho scoperto buttando queste righe!

Allied Force è un DLC per Masters of the Broken World e aggiunge semplicemente un’unità alle sette razze del gioco. Non è necessario, ma aggiunge un pizzico di pepe al gioco.

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