Cronache dal Backlog — Resident Evil 7: Biohazard

Casa dolce casa? Non proprio…

Luca "Jonsy Duke" Polletta
Frequenza Critica
7 min readFeb 19, 2021

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Cover di Resident Evil VII

Manca poco più di un mese all’uscita di Resident Evil Village, ottavo capitolo di una tra le più celebri e longeve serie survival horror. O almeno celebre lo è stata fino al quinto e al sesto capitolo, dove la rinnovata formula con più azione di Resident Evil 4 venne esasperata a tal punto da trasformarli in TPS mediocri e ridicoli. Fortunatamente per noi giocatori, nel 2017 Capcom decise di dare una nuova direzione alla serie, ispirandosi comunque alle origini. Il risultato, Resident Evil 7: Biohazard, è decisamente la cosa migliore che potesse accadere allo storico franchise, dato che il suo successo ha permesso i remake di Resident Evil 2 e Resident Evil 3: Nemesis qualche anno più tardi.

Prendendo le distanze da Chris Redfield e compari, il gioco ci cala nei panni di un protagonista completamente nuovo: Ethan Winters. Ricevuto un messaggio dalla moglie Mia, scomparsa tre anni prima, Ethan si reca a Dulvey, Louisiana deciso a ritrovarla e avere finalmente delle risposte. La sua ricerca lo porta alla residenza della famiglia Baker, scomparsa in circostanze misteriose. Una volta al suo interno, Ethan non impiegherà molto a trovare Mia e la non proprio scomparsa famiglia Baker: infettati da un morbo sconosciuto, sono diventati degli psicopatici assassini impossibili da uccidere. A Ethan non rimane altro che sopravvivere alla notte mentre cerca di far luce sull’intera vicenda.

Un oggetto di Resident Evil 7
Ogni oggetto potrà essere esaminato per rivelare qualche particolare interessante.

La prima, grande differenza rispetto ai capitoli precedenti è il cambio di prospettiva: dalla terza persona si passa alla visuale in prima persona, di gran lunga più adatta all’approccio lento e votato all’esplorazione della residenza Baker: piccole stanze e stretti corridoi da controllare in ogni angolo alla ricerca di piante, polvere da sparo e agenti chimici da combinare per ottenere le risorse necessarie a sopravvivere agli orrori mutanti che vogliono morto Ethan. A causa della loro presenza, corriamo sempre il rischio di aprire una porta e ritrovarci davanti a una bella bocca piena di denti aguzzi pronti a sbranarci vivi. È importante quindi procedere con molta cautela e aprire le porte quel tanto che basta per dare una sbirciata oltre la soglia e valutare se valga la pena o meno entrare. Ugualmente importante è chiudere le porte dietro di noi: i mostri presenti nel gioco sono sì coriacei, ma non abbastanza intelligenti da sapere come si apre una porta.

Se i mostri non rappresentano un grosso problema, i membri della famiglia Baker sono tutta un’altra storia: in particolare Jack Baker, il capofamiglia, perseguiterà Ethan senza tregua durante la sua disperata ricerca di una via di fuga. Dotato di capacità sovrumane e impossibile da uccidere con le armi convenzionali, rappresenta un buon motivo per scegliere la fuga al fine di nascondersi da qualche parte, in modo da far perdere le proprie tracce e proseguire indisturbati. Mano a mano che si esplora la dimora si sbloccano passaggi segreti celati dietro semplici puzzle e sorciatoie per agevolare la fuga da Jack o aggirarlo in modo da rimanere al sicuro da un possibile combattimento.

Un passaggio segreto di Resident Evil 7
I passaggi angusti sono tra le scorciatoie più sicure nel caso in cui si debba fuggire da mostri e psicopatici infetti.

Nonostante Ethan non sia un soldato esperto come Jill o Chris, il combattimento con il classico coltello presente in tutti i capitoli della serie si dimostra un’alternativa decisamente valida alla fuga: potremo parare i colpi nemici in arrivo incrociando le mani e subendo danni ridotti oppure abbassarci ed evitare determinati attacchi e prese che infliggerebbero altrimenti danni letali per il protagonista. Potremo quindi risparmiare preziose munizioni per situazioni ben più difficili di un paio di mostri, come ad esempio i combattimenti contro Jack in veste di boss. Senza possibilità di fuga, dovremo sfruttare l’ambiente circostante e le nostre risorse per avere la meglio sul coriaceo capofamiglia. Gli scontri contro i boss sono decisamente i combattimenti più riusciti dell’intero gioco: non sempre basterà riempire il boss di piombo finché non crepa, ma bisognerà osservare l’arena e sfruttarne le caratteristiche per avere la meglio.

Ovviamente durante il gioco accumuleremo un arsenale di tutto rispetto, completo di tutti i classici presenti in tutti i Resident Evil. Inizialmente equipaggiati con il solo coltello, potremo mettere le mani su pistole e fucili a pompa per arrivare poi a un lanciafiamme improvvisato e a un potente lanciagranate in grado di sparare diversi tipi di munizioni. Esplorando minuziosamente la casa potremo collezionare delle monete antiche da utilizzare per sbloccare infine la potente Magnum, oltre a potenziamenti per la salute o per una ricarica delle armi più rapida. Non mancheranno inoltre armi speciali sbloccabili rispettando determinati parametri, come comletare il gioco entro un limite di tempo e non utilizzare il baule per depositare gli oggetti per più di tre volte nel corso dell’avventura.

Un mostro di Resident Evil 7
Prendete bene la mira se non volete ritrovarvi quei denti aguzzi sul collo.

Se sembra tutto bello fino a questo punto, è perché effettivamente lo è: il cambio di direzione che amalgama un ritorno alle origini della serie con un approccio più attuale al genere survival horror rende questo secondo inzio una vera e propria ventata di aria fresca in grado di risollevare la qualità della saga. L’unica colpa di Capcom è quella di non aver osato fino in fondo: passate le prime ore ad apprezzare il nuovo gameplay più survival e più horror, il gioco scema progressivamente, per arrivare al classico punto della serie in cui “non sono io ad essere rinchiuso qui con voi, ma siete voi rinchiusi qui con me”. L’efficace level design della residenza Baker non ritorna nelle ambientazioni successive, molto più lineari e piene di combattimenti impossibili da evitare.

La stessa Marguerite, il secondo boss che infesta la vecchia casa dei Baker, rappresenta poco più che un fastidio all’esplorazione rispetto a Jack: invece di vagare liberamente alla nostra ricerca, si limiterà a fare avanti e indietro per le stesse due stanze senza cambiare mai il proprio percorso. Così facendo tutta la tensione che si prova mentre si cerca di sfuggire a Jack viene meno e rimane soltanto il fastidio di fare un giro più lungo mentre cerchiamo chiavi e oggetti importanti per proseguire con la trama. Il fatto che le tre tipologie di micomorfi, i mostri creati dallo stesso virus che ha infettato i Baker, siano molto simili tra loro contribuisce a rendere gli scontri ancora meno esaltanti. Liberarcene subito con qualche colpo di fucile o di pistola è la soluzione migliore, anche data l’enorme quantità di munzioni che il gioco ci metterà a disposizione.

Nonostante tali difetti, sarebbe ingiusto non riconoscere che RE 7 è un ottimo survival horror e un ottimo settimo episodio della serie: prendere le distanze dagli ultimi capitoli a base di scontri a fuoco e trame ridicole per restituire quell’atmosfera cupa, carica di tensione e orrore presente in principio si è rivelata la scelta migliore per il franchise. Ovviamente non sono mancate le persone che si sono lamentate, definendo questo seguito “non un vero Resident Evil”. Sinceramente, credo che questo sia il miglior Resident Evil possibile nell’era odierna: la tensione che ho provato nell’esporare le stanze e i corridoi poco illuminati di casa Baker, la paura a ogni piccolo rumore che sentivo mentre aprivo appena una porta non le ho mai provate, se non quando giocavo ai primi capitoli della serie.

Attenzione: da qui in poi saranno presenti spoiler sulla trama principale.

Chris Redifield di Resident Evil 7
Il nuovo look di Chris è decsamente più realistico rispetto alla massa di muscoli di Resident Evil 5.

Se, proprio come il sottoscritto, non vi è bastato il contenuto del gioco base, immagino che sarete felici di sapere che Capcom ha pubblicato diversi contenuti addizionali in cui affronteremo dei minigiochi completamente slegati dal gioco base o approfondiremo le vicende di alcuni personaggi secondari. Tra di essi, due in particolare proseguono la storia del gioco base oltre la sua fine per dare una risoluzione ad alcuni eventi rimasti in sospeso.

In Nessun Eroe, vestiremo i panni di Chris Redfield, uno dei protagonisti storici della serie. Sì, proprio colui che ha preso a pugni un macigno in Resident Evil 5. Dopo aver recuperato Ethan e Mia, Chris si avventura nelle miniere di sale vicine alla dimora dei Baker per catturare il figlio Lucas, sfuggito al controllo di Eveline, la B.O.W. vera responsabile dell’infezione della sua famiglia. L’avventura di Chris è decisamente orientata all’azione, soprattutto quella corpo a corpo: decisamente più resistente e forte rispetto a Ethan, Chris è in grado non solo di bloccare gli attacchi nemici senza subire danni, ma addirittura di effettuare un contrattacco che, se esuguito correttamente, permette di uccidere istantaneamente l’avversario. O almeno la maggior parte di essi, vista la presenza di speciali varianti che rigenerano la salute così velocemente da poter essere abbattuti soltanto con speciali colpi anti-rigenerazione.

Per quanto riguarda Fine di Zoe, scopriremo cosa è successo a Zoe (la figlia di Jack e Marguerite) dopo essere stata lasciata sulo molo della palude da Ethan con la promessa di mandare al più presto qualcuno ad aiutarla. Ma a trovarla per prima non sono i soccorsi di Ethan, bensì Joe Baker. Fratello maggiore di Jack, Joe è un eremita esperto di sopravvivenza che vive isolato nella palude. Nei suoi panni dovremo affrontare le mutazioni a furia di pugni sul muso: usando i tasti del mouse per sferrare i colpi, potremo alternarli in modo da realizzare delle combo e infliggere ingenti danni ai mostri che voleranno letteralemnte via. Sarà possibile effettuare anche uccisioni stealth, in modo da sfoltire i nemici presenti in un’area senza il pericolo di venire sopraffatti da gruppi troppo numerosi.

Un combattimento del DLC di Resident Evil 7
Prendere a pugni i mostri mutanti nei panni di Joe è un’esperienza tanto violenta quanto divertente.

In definitiva, Resident Evil 7 riesce a restituire un’esperienza horror rinnovata e al passo con i tempi, rimanendo comunque fedele alle radici della serie, dimostrandosi un degno capitolo tanto per gli appassionati di lunga data tanto per i nuovi giocatori che decideranno di scoprire questa serie per la prima volta.

Il che fa ben sperare per la qualità del seguito.

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