Griftlands è space western con le carte

“Il mondo si divide in due categorie. Chi ha la pistola carica, e chi scava.”

Marco "Brom" Bortoluzzi
Frequenza Critica
5 min readJul 17, 2020

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Grifltands Rook

[Nota: questa recensione si basa su un titolo attualmente in Early Access, quindi su una versione non ancora considerata finale e completa di contenuto.]

Klei per me è da lungo tempo sinonimo di garanzia. Ricordo che già il primo Shank, tanti anni fa, mi aveva divertito un sacco. Shank 2 poi non fece altro che confermare il mio apprezzamento per questo nuovo nome nella scena indie, che sarebbe poi assurto alla fama grazie a un gioco che, se riprendeva lo stile grafico e l’impostazione 2D a scorrimento di Shank, era però parecchio diverso nelle meccaniche. Sto parlando, chiaramente, di Mark of the Ninja, sicuramente il titolo più famoso della Klei. Negli anni successivi lo studio ha poi ampliato di molto il suo catalogo: un tattico a turni, un survival, un gestionale, un platformer e, ovviamente, Griftlands.

Griftlands è un titolo dalla genesi un po’ particolare. Il primo trailer fu infatti mostrato all’E3 del 2017 e, sebbene lo stile grafico e l’ambientazione fossero pressoché identiche a quelle correnti, a livello di gameplay le differenze erano più significative. Originariamente, infatti, Griftlands dava l’impressione di essere una specie di jRPG di stampo occidentale — sullo stampo del non troppo entusiasmante Battle Chasers: Nigthwar, per intenderci. Ma dopo qualche tempo senza notizie di nessun tipo, ecco saltare fuori il cambiamento di direzione: il sistema di combattimento sarà basato su mazzi di carte e verrà introdotta una struttura spiccatamente roguelike.

Griftlands Murder Bay
Benvenuti nella Murder Bay! Pericolosa di notte e… beh, non che di giorno sia tanto meglio.

Cosa abbia portato di preciso a questo cambio di direzione lo possono sapere solo i Klei; certo è che sembra abbastanza probabile il fatto che il successo di Slay the Spire, uscito l’anno scorso ma in Early Access già dalla fine 2017, abbia avuto il suo peso in questa scelta. Le similitudini non mancano: al di là dell’uso di mazzi a cui aggiungere nuove carte mano a mano che proseguiamo, il percorso che seguiremo non è lineare, ma strutturato in modo da avere vari snodi che cambieranno le sorti della nostra avventura e le ricompense che otterremo, con alcuni punti fissi. Ciascuno dei tre personaggi — due attualmente disponibili — ha due mazzi specifici a propria disposizione: uno per le battaglie e un altro per quelle occasioni dove invece sarà la nostra parlantina a tirarci fuori dai guai. E non pensate di potervi permettere di trascurare uno a favore dell’altro: essere diplomaticamente abili spesso permette di rendere molto meno ostici alcuni inevitabili scontri, e aiuti del genere sono più che benvenuti. Griftlands non è un gioco che ci va giù leggero.

Se i combattimenti sono tutto sommato abbastanza immediati — ma ricordatevi di stare sempre attenti a quelle icone sotto ciascun nemico, che indicano loro status o abilità particolari — vale la pena di spendere due parole per le negoziazioni, che invece non lo sono altrettanto. Come negli scontri normali, abbiamo la nostra barra della salute (la resolve), che è rappresentata da quel riquadro grande, sia per noi che per il nostro avversario. Ci sono poi riquadri più piccoli: quelli sono gli argument, che possono essere sia di supporto che negativi (come ad esempio quella Planted Evidence lì in basso, che giocando imparerete a odiare un sacco), e che a loro volta possono essere attaccati. Anzi, in alcuni casi ci troveremo ad affrontare negoziazioni in cui l’obiettivo principale non sarà tanto azzerare la resolve del nostro avversario, ma levare di torno quanti più argument possibili. E non dimenticatevi che ogni fazione che affronterete ha la sua abilità passiva speciale, visibile portando il mouse sul riquadro della loro resolve!

Griftlands negotiation
Giuro che in realtà è molto più complicato a parole che non giocandoci.

Ma ciò che davvero contraddistingue Griftlands è il suo comparto narrativo. Se — con alcune eccezioni — i roguelike da questo punto di vista tendono ad essere abbastanza scarni, così non è nell’ultimo titolo Klei: ciascuno dei tre protagonisti ha un suo passato, un suo obiettivo in mente (per Sal, per esempio, è eliminare Kashio, la boss del crimine che anni addietro l’ha venduta come schiava) e una sua compagine di personaggi secondari con cui interagire, spesso scegliendo di chi vogliamo diventare amici e da chi, invece, preferiamo farci odiare. E tenete a mente che questa scelta non è semplicemente estetica: per ogni personaggio che ci ama otterremo dei bonus speciali e, allo stesso modo, ogni personaggio che ci odierà ci darà dei malus. Certo, questi ultimi possiamo sempre andare a cercarli, provocarli tramite una negoziazione e spingerli ad attaccarci, così da avere una scusa per eliminarli. Ma le risorse sono limitate, e prima di andare ad infilarsi in scontri non necessari è bene sapere quello che si fa.

Non è un semplice consiglio vuoto: sottovalutare le sfide che Griftlands vi metterà di fronte è l’errore peggiore che potete commettere. Se la prima run con Sal, il primo personaggio con cui possiamo giocare, filerà tutto sommato liscia, giocare con Rook o passare alla difficoltà successiva con Sal può tranquillamente riservare qualche spiacevole sorpresa. Ad esempio possiamo arrivare al boss di fine giornata — ogni storia è strutturata su quattro giornate — e renderci conto di essere terribilmente impreparati per ciò che ci troviamo davanti. Quindi occhio: scegliete bene le vostre carte, attenti a con chi vi schierate, non sottovalutate i combattimenti a favore delle negoziazioni (o viceversa), e sopratutto: portatevi sempre dietro alleati quando potete. Un grifter solo è un grifter morto.

Griftlands boss
Alla fine di ogni giornata ci aspetterà un boss. Non arrivate impreparati!

Tirando le somme, anche in questa sua versione incompiuta, Griftlands promette molto bene. A livello stilistico e di animazioni è ottimo; musicalmente non manca di tracce coinvolgenti; l’ambientazione è azzeccata e, se il gameplay richiede una certa attenzione, questo non lo rende meno divertente. Il fatto che si trovi in Early Access potrebbe dissuadere qualcuno dall’acquisto immediato; posizione comprensibile, ma non va dimenticato che la Klei si è costruita una nomea (anche) per essere uno sviluppatore indie che ha sempre preso seriamente l’Early Access e che rispetta rigorosamente le proprie tabelle di marcia (al punto che i giorni mancanti al prossimo aggiornamento sono in bella vista nel menù principale).

Nella mia recensione di Hades sottolineavo come quel gioco impone un nuovo standard da battere per i roguelite action; Griftlands ha tutte le carte in regola per fare lo stesso con i roguelite a turni.

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