Il piacere di girovagare in A Short Hike
E volare, nuotare, rimbalzare…
La montagna ha sempre avuto un posto speciale all’interno dell’immaginario umano. Pensiamo al monte Olimpo per i Greci, o al Sinai per gli ebrei. Per Dante, la purificazione dei peccatori ha luogo sul monte Purgatorio. Nell’immaginario romantico — pensate al Viandante sul mare di nebbia di Friedrich —la montagna è il luogo perfetto dove apprezzare la vastità dell’infinito. E non troppo tempo fa, per molti ufficiali italiani la montagna era il luogo perfetto dove pescare soldati, perché i monti generavano uomini sì più semplici, ma anche per questo più puri, più stoici. Per chiudere con qualcosa di più vicino a noi sia temporalmente che tematicamente, nell’acclamato platform Celeste la scalata diventa l’allegoria della lotta contro la depressione. E in A Short Hike?
Claire, la pennuta protagonista di A Short Hike, si trova in vacanza dalla zia, che abita su un’isola che è anche parco naturale. L’avventura inizia quando Claire esce da casa, decisa a scalare Hawk Peak, l’alta vetta che si trova al centro dell’isola. Ma non c’è fretta: la scalata sarà pur relativamente breve, ma prima di affrontarla è bene essere preparati. Eh sì, perché non basta seguire il sentiero per arrivare in cima: Claire dovrà anche arrampicarsi su pareti rocciose, e non potrà farcela se prima non avrà collezionato un numero sufficiente di piume dorate. E poi c’è così tanta gente con cui parlare nel parco naturale, pronta a fornirci consigli e regali o ad assegnarci compiti che porteranno a ricompense speciali; mica vorremo fare gli asociali, no?
E così, scarpinare fra i sassi non sarà l’unica cosa che ci troveremo a fare in A Short Hike: ci sarà da giocare a “beachstickball”, una variante della pallavolo in cui lo scopo non è far cadere la palla nel campo dell’avversario, ma tenerla in aria più a lungo possibile; raccogliere conchiglie per un ragazzino dalle risposte piccate; andare a pesca nel mare e nei laghetti sparsi per il parco; aprirci scorciatoie a suon di picconate; seguire le indicazioni di un’antica mappa del tesoro, e via così. E poi, una volta pronti, certo: sarà il momento di dare il via all’ascesa.
Per Claire raggiungere la vetta significa portare a termine un passo importante del suo percorso di maturazione: come ci viene detto nella telefonata con la madre una volta in cima, lasciare il nido e iniziare a volare con le proprie ali. E significa anche qualcos’altro: rendersi conto del tempo che passa, della caducità delle cose, della necessità di non dare per scontato quello che abbiamo. Quasi paradossalmente, lo spiccare il volo di Claire serve anche a riportarla a terra, a rendersi conto che al di fuori del fine settimana di vacanza ci possono essere problemi molto concreti. Ma, così come la montagna, questi problemi si possono affrontare.
Come suggerisce il titolo, A Short Hike è un gioco molto breve; dura poco più di un’ora, forse due per i completisti. Ma in questo piccolo pacchetto c’è molto di fatto bene. A livello visivo, se pur molto pixelloso, è davvero ben fatto, ed è davvero piacevole planare per l’isola e vedere il paesaggio scorrere sotto di noi. A livello di scrittura è semplice, probabilmente pensato con in mente un pubblico più giovane, ma non per questo meno piacevole. I controlli forse un po’ scivolosi in certi punti, ma non inadeguati. Musicalmente è davvero ottimo; e il prezzo più che adeguato. Decisamente consigliato.