Il piacere di girovagare in A Short Hike

E volare, nuotare, rimbalzare…

Marco "Brom" Bortoluzzi
Frequenza Critica
3 min readSep 16, 2019

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La montagna ha sempre avuto un posto speciale all’interno dell’immaginario umano. Pensiamo al monte Olimpo per i Greci, o al Sinai per gli ebrei. Per Dante, la purificazione dei peccatori ha luogo sul monte Purgatorio. Nell’immaginario romantico — pensate al Viandante sul mare di nebbia di Friedrich —la montagna è il luogo perfetto dove apprezzare la vastità dell’infinito. E non troppo tempo fa, per molti ufficiali italiani la montagna era il luogo perfetto dove pescare soldati, perché i monti generavano uomini sì più semplici, ma anche per questo più puri, più stoici. Per chiudere con qualcosa di più vicino a noi sia temporalmente che tematicamente, nell’acclamato platform Celeste la scalata diventa l’allegoria della lotta contro la depressione. E in A Short Hike?

Claire, la pennuta protagonista di A Short Hike, si trova in vacanza dalla zia, che abita su un’isola che è anche parco naturale. L’avventura inizia quando Claire esce da casa, decisa a scalare Hawk Peak, l’alta vetta che si trova al centro dell’isola. Ma non c’è fretta: la scalata sarà pur relativamente breve, ma prima di affrontarla è bene essere preparati. Eh sì, perché non basta seguire il sentiero per arrivare in cima: Claire dovrà anche arrampicarsi su pareti rocciose, e non potrà farcela se prima non avrà collezionato un numero sufficiente di piume dorate. E poi c’è così tanta gente con cui parlare nel parco naturale, pronta a fornirci consigli e regali o ad assegnarci compiti che porteranno a ricompense speciali; mica vorremo fare gli asociali, no?

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“La direzione declina ogni responsabilità per morti da assideramento.”

E così, scarpinare fra i sassi non sarà l’unica cosa che ci troveremo a fare in A Short Hike: ci sarà da giocare a “beachstickball”, una variante della pallavolo in cui lo scopo non è far cadere la palla nel campo dell’avversario, ma tenerla in aria più a lungo possibile; raccogliere conchiglie per un ragazzino dalle risposte piccate; andare a pesca nel mare e nei laghetti sparsi per il parco; aprirci scorciatoie a suon di picconate; seguire le indicazioni di un’antica mappa del tesoro, e via così. E poi, una volta pronti, certo: sarà il momento di dare il via all’ascesa.

Per Claire raggiungere la vetta significa portare a termine un passo importante del suo percorso di maturazione: come ci viene detto nella telefonata con la madre una volta in cima, lasciare il nido e iniziare a volare con le proprie ali. E significa anche qualcos’altro: rendersi conto del tempo che passa, della caducità delle cose, della necessità di non dare per scontato quello che abbiamo. Quasi paradossalmente, lo spiccare il volo di Claire serve anche a riportarla a terra, a rendersi conto che al di fuori del fine settimana di vacanza ci possono essere problemi molto concreti. Ma, così come la montagna, questi problemi si possono affrontare.

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Bella vista, eh? Ma siamo solo a metà strada. Meglio darsi da fare!

Come suggerisce il titolo, A Short Hike è un gioco molto breve; dura poco più di un’ora, forse due per i completisti. Ma in questo piccolo pacchetto c’è molto di fatto bene. A livello visivo, se pur molto pixelloso, è davvero ben fatto, ed è davvero piacevole planare per l’isola e vedere il paesaggio scorrere sotto di noi. A livello di scrittura è semplice, probabilmente pensato con in mente un pubblico più giovane, ma non per questo meno piacevole. I controlli forse un po’ scivolosi in certi punti, ma non inadeguati. Musicalmente è davvero ottimo; e il prezzo più che adeguato. Decisamente consigliato.

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