Il tormentato viaggio negli Inferi di Darksiders Genesis

Il ritorno al mondo creato da Joe Mad soffre di qualche problema di troppo.

Marco "Brom" Bortoluzzi
Frequenza Critica
7 min readDec 5, 2019

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darksiders genesis conflitto guerra

La serie Darksiders è sempre stata un po’ particolare. Insomma, guardate l’omone con la spada nell’immagine qua sopra, e ditemi se la prima cosa che vi viene da pensare immaginando un gioco con lui protagonista è qualcosa di più vicino a Zelda che non a God of War. Probabilmente no, però è cosi: nel primo Darksiders, progetto nato dalla mente di Joe Madureira, il massiccio protagonista alternava spesso la risoluzione di enigmi alle dovute mazzate. Darksiders II poi modificava ancora la formula, ampliando le fasi platform e aggiungendo elementi da action rpg. Darksiders III, infine, andava a infilare qualche meccanica da soulslike al tutto, giusto perché ultimamente sembrano andare bene ovunque.

Non è quindi troppo strano trovarsi di fronte a Darksiders Genesis (qui su Steam), un titolo che questa volta cambia completamente la prospettiva: niente più telecamera alle spalle del protagonista, ma visuale isometrica; niente più mondo (o mondi) collegati fra loro, ma un sistema a livelli, rivisitabili per scovare monete, potenziamenti e segreti vari persi nel nostro primo passaggio. La costante, però, è che anche questo episodio fa parte dei prequel: eh già, perché la storia ancora non è avanzata da dov’era arrivata con Darksiders 1, che si chiudeva con uno dei finali più da pelle d’oca degli ultimi dieci anni. Qui però non siamo ancora arrivati a quel punto: gli eventi del primo capitolo della saga, con la rottura dei sigilli, l’inizio dell’Apocalisse e la fine della razza umana non sono ancora successi, e i due protagonisti del gioco — Conflitto e Guerra — hanno ancora il fondamentale compito di mantenere l’Equilibrio come mano armata dell’Arso Concilio. Il che ovviamente li porta a fare a botte con un sacco di brutta gente.

darksiders genesis primo boss
Ovviamente i cattivi arrivano in varie forme e dimensioni.

Una delle prime impressioni che ci si può fare guardando uno screenshot o un video di Genesis è di trovarsi davanti a un clone di Diablo. In realtà non è proprio così: eliminando le orde di demoni questi non lasceranno cadere pezzi di equipaggiamento, ma anime (una delle due valute usate con Vulgrim e Dis, i due mercanti) e nuclei; l’aumento di livello non sarà decretato dal riempimento di una barra dell’esperienza, ma da come useremo questi nuclei per riempire gli slot di un’unica griglia per entrambi i personaggi; la ripetizione del contenuto è incoraggiata, ma tutt’altro che fondamentale per chi vuole semplicemente godersi la storia.

Quello a cui ci troviamo davanti è in realtà più simile a un titolo della serie principale di quanto si potrebbe immaginare. Chi ha giocato di recente Darksiders 1 riconoscerà molto di quello che vedrà in Genesis, dalle mosse di Guerra al platforming alla struttura dei semplici enigmi, la cui risoluzione è come da copione necessaria per proseguire. Oltre alla struttura del mondo di gioco e alla telecamera, una delle differenze più importanti è che in Genesis ci troveremo a controllare due Cavalieri dell’Apocalisse: Guerra e Conflitto (sì lo so che sono quasi sinonimi, non prendetevela con me). Laddove il primo predilige gli scontri ravvicinati, il secondo è invece più agile e usa un paio di pistole per porre termine agli ostacoli sul suo cammino.

darksiders genesis tempesta di lame
In ogni suo aspetto, Guerra sembra uscito da un album dei Manowar (e va benissimo così).

Sebbene il gioco sia stato pensato per essere goduto anche in solitaria, è evidente che la presenza di un doppio protagonista si presta bene al gioco cooperativo. Ma, ahinoi, è proprio qui che iniziano le rogne. Nella versione da me provata, il gioco online si è rivelato piagato da una ridda infinita di bug di vario tipo; anche più volte per livello mi è toccato uscire e rientrare nella partita a causa di varie interazioni che non partivano correttamente, o perché alcuni ostacoli si aprivano per l’altro giocatore ma non per me. Per fare un esempio concreto: a volte la nostra strada sarà ostacolata da formazioni rocciose che dovremo distruggere utilizzando delle bombe. In uno di questi casi, ho lanciato la bomba sulle rocce, le ho viste esplodere, ma quando ho provato a passare Guerra si fermava di fronte a un muro invisibile, mentre l’altro giocatore, che hostava la partita, poteva tranquillamente fare avanti e indietro. La cosa è resa tanto più frustrante dal fatto che non si può rientrare in una partita quando si vuole: per prendere parte attiva al gioco dovrete aspettare che l’altro raggiunga uno degli obelischi che fanno da checkpoint.

Questa serie di contrattempi, com’è immaginabile, non fanno altro che inficiare severamente quella che è l’esperienza di gioco. Ed è un peccato, perché il potenziale per essere un gioco più che buono Darksiders Genesis lo ha tutto: la prima cosa a saltare all’occhio (e all’orecchio) è la presentazione, e qua davvero non gli si può dire nulla. Genesis è un piacere sia da vedere (sicuramente grazie anche al ritorno di Joe Mad) che da sentire; i livelli sono ampi, i panorami belli, le strutture quelle che tanto hanno definito gli altri capitoli di questa saga, e la colonna sonora è più che adeguata al viaggio che andremo ad affrontare; vi basti sapere che è opera di Gareth Coker, già famoso per aver composto quella di Ori and the Blind Forest.

darksiders genesis samael
I già noti Samael e Vulgrim giocano un ruolo di primo piano nella storia.

Però sembra davvero che Genesis faccia tutto il possibile per evitare di essere un ottimo gioco. Come prima cosa, i bug citati sopra non sono limitati al gioco cooperativo: più volte ci è capitato di rimanere incastrati, di finire fuori dal confini della mappa senza più poter rientrare o che certi nemici smettessero di attaccare. Ma anche ignorando i bug, ci sono altri problemi. Il combattimento, per esempio, è generalmente divertente; i personaggi hanno un buon elenco di mosse, così come buona (ma non eccelsa) è la varietà di potenziamenti che è possibile utilizzare in combattimento. Ma si scontra tutto con quello che è un serio problema di bilanciamento. Anche quando si è ben oltre il livello richiesto, i nemici hanno davvero tanta, tanta vita; magari con i nemici più piccoli questo problema non si nota particolarmente, ma fidatevi che quelli più grossi passerete parecchi minuti a prenderli a randellate.

Questo non è un problema solo di tempi, ma anche di varietà: perché quando hai così tante abilità che sembrano molto fighe ma nel concreto intaccano a malapena la barra della vita dei nemici, quello che ti riduci a fare è usare quelle due o tre che ti sembrano funzionare. La cosa, tra l’altro, non vale al contrario. Se i nemici sono incredibilmente coriacei, lo stesso non vale per Guerra e Conflitto: più di una volta ci è capitato di vedere la nostra salute letteralmente sparire nel giro di un attimo, e di dover sperare che il nostro compagno riuscisse a salvarci.

darksiders genesis dialogo
Una nota positiva del gioco è la prestazione dei doppiatori inglesi, davvero ben riuscita.

Per quanto riguarda la storia, quella di Genesis è semplice. Alcuni demoni degli Inferi stanno facendo cose che disturbano l’Equilibrio e l’Arso Concilio ci manda a sventare le trame di Lucifero e dei suoi servitori a suon di botte. Per riuscire ad arrivare a portata d’arma, da fuoco o bianca che sia, i due Cavalieri stringeranno una scomoda alleanza con Vulgrim e Samael, presenze fisse nella serie, e dovranno superare una serie di livelli il cui obiettivo finale di solito è trovare tre cose, spaccare tre cose o ammazzare tre tizi. Ora, alla storia non mancano buoni momenti: il rapporto fra Guerra e Conflitto è ben scritto, e i dialoghi fra i due sono solitamente piacevoli. Ma anche qui c’è un grosso ma, che è costituito dal finale del gioco, che non ho il minimo timore di rovinarvi per il semplice fatto che non c’è. Darksiders: Genesis è un gioco monco. Passa tredici ore a creare senso di anticipazione, per poi interrompersi in maniera a dir poco brusca, senza portarlo a realizzazione. Se sia dovuto a una scelta precisa o a problemi di budget, non lo so: ma so che una chiusura del genere è inaccettabile.

Darksiders Genesis è un gioco che “potrebbe essere molto buono, se”. Potrebbe essere un ottimo titolo cooperativo, se venissero sistemati i frequentissimi problemi. Potrebbe essere un buon gioco action, se venisse rivisto il bilanciamento. Potrebbe essere un gioco interessante per chi vuole saperne di più su Guerra, Conflitto e sul loro rapporto con l’Arso Concilio, se solo la storia non venisse troncata così di brutto. Ma allo stato attuale delle cose, non lo è: è solo un gioco bello da vedere e sentire, ma che avrebbe potuto essere molto di più.

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