Ma quindi, questa next gen?

Strategie a confronto.

Marco "Brom" Bortoluzzi
Frequenza Critica
9 min readNov 18, 2020

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xbox series x playstation 5

Dopo settimane e mesi di discussioni, dibattiti, speculazioni e via così, la next gen è arrivata. Xbox Series X e Series S si sono fatte strada nelle case degli italiani, e da domani anche la PlayStation 5 farà lo stesso. Frotte di giocatori potranno lanciare i loro titoli sia next gen che (ha ancora senso chiamarla così?) current gen e godersi caricamenti migliorati, risoluzione 4K, fluidità garantità da frame rate che superano la fatidica soglia dei 30, feedback aptico e chi più ne ha più ne metta.

Molti giocatori avranno sicuramente già fatto la loro scelta. D’altronde, nel corso delle succitate settimane, i comunicati e le notizie su cui basare la propria decisione non sono mancati. O magari non vi siete basati su quello, ma sul prodotto che prendono i vostri amici, su un titolo specifico o su chissà che altro; tutte scelte legittime. Ciò che voglio dire è che questo articolo non è necessariamente rivolto a voi, che già sapete quale delle due console — se non entrambe — è la vostra prediletta; quello che interessa fare è dare un rapido sguardo alle differenze fra Sony e Microsoft in termini di strategia next gen.

playstation 5

Partiamo dalla console di Sony, con il suo look che sembra uscito da un un film ambientato nel futuro. Non me ne vogliano i fan Microsoft, ho deciso di partire dalla PlayStation 5 perché quest’ultima tende ad essere la console più popolare, e non per particolari preferenze personali. Inevitabile che sia così: Xbox One non ha certo avuto un esordio particolarmente brillante — tanti ricorderanno l’infelice uscita di Don Mattrick e la perplessa richiesta di conferma da parte di un Geoff Keighley ai tempi non ancora assurto alla popolarità odierna — e nel corso degli anni Sony non si è certo fatta scappare il vantaggio, presentando una linea di first party del tutto invidiabile.

Proprio la lineup di titoli first party è quella che fa la differenza, per la compagnia giapponese. Certo, ci può essere qualche differenza tecnica fra le due console: PlayStation 5 ha l’SSD fatto su misura, più rapido ma anche un po’ più piccolo, e la sua architettura RDNA-2 è solo “basata su”, perché stando a quello che dice Microsoft solo Series X può sfruttare in pieno tutte le capacità del chip AMD. Però, alla fine, per una parte sostanziale della base d’acquisto quello che fa la differenza sono i giochi. E se io voglio mettere mano a God of War: Ragnarok, Horizon Forbidden West, Demon’s Souls, Marvel’s Spider-Man e via così non ho tanta scelta: mi tocca accattarmi una PlayStation 5. Un punto di forza di cui Sony è perfettamente consapevole, e che custodisce gelosamente.

horizon forbidden west
In quanti cuori di fan Sony riuscirai a far breccia con quell’arco, Aloy? Tanti, mi sa.

Che siano i titoli first party uno dei pilastri fondanti del successo di Sony non è certo un mistero. Gli ultimi due anni di PlayStation 4 ne sono stati pieni: The Last of Us 2, God of War, Marvel’s Spider-Man, Days Gone, Ghost of Tsushima; tutti titoli che hanno superato i cinque milioni di copie vendute, alcuni con tanto rapida quanto prevedibile facilità, a dispetto delle diatribe su internet. E Sony si è data da fare per consolidare questo suo primato; l’acquisizione di Insomniac è stata un passo importante, e voci dell’ultima ora suggeriscono che Bluepoint Games, cioè lo studio responsabile del remake di Demon’s Souls, potrebbe essere fra i prossimi. La compagnia di Tokyo ci tiene a far sì che i suoi utenti abbiano motivi netti e inequivocabili per scegliere di giocare su PlayStation, e non c’è nulla di più netto di un gioco che vogliamo assolutamente giocare per facilitare la nostra decisione. L’innegabile qualità dei first party Sony, però, ha il suo prezzo, e non sto parlando di qualcosa di figurato: aspettatevi un prezzo al lancio di 80€ per ciascuno di loro — anche per Demon’s Souls.

La giustificazione tradizionale per questo aumento è che il costo di sviluppo aumenta con il passare degli anni. Progetti più grandi richiedono più gente e più lavoro, ed è quindi giusto, o almeno così si dice, che aumentino i prezzi. C’è però un’altra considerazione da fare: Sony (così come Microsoft) vende le sue console in perdita. Chiunque si intenda di componentistica PC sa bene che se vogliamo risoluzione 4K, Ray Tracing e SSD NVMe di terza o quarta generazione da 800 giga o giù di li ci troveremo a spendere ben più di 500€, anche puntando ai 30fps. Questo è doppiamente vero per la PS5 Digital Edition, la cui unica differenza rispetto alla sorella è l’assenza del lettore, ma a fronte di un taglio del prezzo di ben 100€. Anche contando l’economia di scala, da qualche parte queste perdite Sony deve pur recuperarle, e la vendita di milioni di copie dei suoi titoli di punta è ovviamente un ottimo modo per farlo. Specie se costano 10€ in più l’uno.

xbox series x series s

Ci sarebbe altro di cui parlare riguardo alla console Sony — per esempio l’interessante novità apportata dal DualSense e dal suo feedback aptico— ma finiremmo per dilungarci troppo, e dobbiamo pur sempre parlare anche di Microsoft. Nel corso della generazione appena conclusa la compagnia americana non ha sempre brillato, anzi. Delle disavventure al lancio e della malaugurata idea di presentare la Xbox One come una console “always online” ho già accennato sopra, ma non dimentichiamo che Microsoft ci mise del suo per farsi vedere di cattivo occhio anche dall’utenza PC, con la sua non brillante idea che bastasse qualche esclusiva di alto profilo come Quantum Break per rendere il suo francamente inadeguato Microsoft Store un valido concorrente di Steam.

D’altro canto, però, negli ultimi due anni la divisione Xbox si è data da fare per presentare un’immagine molto più appetibile ai giocatori di tutto il mondo. Sto parlando, ovviamente, dell’Xbox Game Pass, il servizio su sottoscrizione che permette accesso immediato a centinaia di giochi, e non parliamo solo di indie sconosciuti ma anche di ottimi titoli come Microsoft Flight Simulator, The Outer Worlds, Doom Eternal e Star Wars Jedi: Fallen Order. Non si tratta di una novità assoluta, in termini di modello economico: il paragone con Netflix è praticamente scontato, ma restando nel settore videloudico già EA con il suo Origin Access proponeva qualcosa di simile, e possiamo riscontrare esperimenti simili anche nel PS Now e nello stesso Games With Xbox Live Gold. Nessuno di loro ha una portata paragonabile all’Xbox Game Pass, però. E non mi sto riferendo solo all’offerta francamente difficile da battere — centinaia di titoli, fra cui tutti i lavori degli Xbox Game Studios presenti dal day 1, a un prezzo concorrenziale — ma anche a una questione più ampia; l’Xbox Game Pass, infatti, si trova ad essere il pilastro portante della strategia di Microsoft per la nuova generazione.

halo infinite
Anche Halo Infinite sarà parte dell’Xbox Game Pass fin dal momento del lancio.

Xbox, infatti, vuole perseguire una strategia leggermente diversa da quella di PlayStation 5. La rincorsa alle esclusive complete, evidentemente, non ha dato frutto. Anche perché, come abbiamo già spiegato sopra, la posizione di vantaggio acquisita da Sony negli ultimi anni è molto difficile da battere. Il team di marketing di Xbox, allora, ha scelto di prendere una strada opposta: andate a leggere una qualunque delle interviste rilasciate da Phil Spencer nel corso degli ultimi mesi, o i suoi frequenti post su Xbox Wire, e vedrete tornare spesso il discorso sulla libertà dei giocatori di scegliere la piattaforma a loro più adeguata per giocare. Strategia che si riflette in una maggiore, e più completa, apertura al mercato PC: tutti i titoli Xbox Game Studios saranno pubblicati anche su computer fin da subito (mentre da questo punto di vista Sony è un pochino più restia). Per non parlare, ovviamente, dell’integrazione di xCloud nell’offerta Xbox Game Pass, che ci permette di giocare in streaming su tutte le piattaforme Android compatibili.

Questa strategia incentrata sul tema di una maggiore libertà di scelta per i giocatori va a riflettersi anche sull’offerta console di Microsoft. Partiamo da Xbox Series X: la console next gen più potente sul mercato (anche se, come sempre, bisognerà vedere come questo hardware verrà sfruttato), SSD NVMe da 1 TB con possibilità e facilità di espansione, architettura RDNA-2 e un prezzo identico a quello della sua principale concorrente (499€). Xbox Series X è la console Microsoft pensata per i cosiddetti entusiasti, per chi vuole la risoluzione 4K e il Ray Tracing, ma allo stesso tempo non ha la pazienza di approntare un pc da gioco (difficile dare loro torto, di questi tempi).

Oltre a questo, Microsoft ha pensato di espandere la sua offerta con Xbox Series S, della quale ci parlerà più in dettaglio Marco “Thresher3253” Accogli nei prossimi giorni: una console dalle specifiche tecniche più modeste (non punta al 4K, ma al 1080p o al 1440p) e dal prezzo molto più contenuto (299€). È facile vedere questa console e pensare a come il suo hardware non sia “next gen a sufficienza”, o a come non lo sarà nei prossimi anni, ma pensiamoci un attimo: non tutti hanno un televisore 4K su cui sfruttare a pieno le potenzialità offerte da Xbox Series X o PS5, e una console che permette di giocare comunque a giochi next gen ma a un prezzo sensibilmente inferiore ha un’attrattiva non indifferente. Sopratutto perché questa console offre una sinergia completa con l’Xbox Game Pass di cui sopra. La scelta perfetta per i lapsed gamer, come li definiva Daniel Ahmad qualche mese fa.

phil spencer xbox games showcase
Oltre ad essere a capo, Phil Spencer è anche il volto del nuovo corso di Xbox, con numerose apparizioni in interviste e podcast.

Cerchiamo quindi di tirare un po’ le somme: da un lato abbiamo Sony, con una forte libreria di titoli first party, che punta su un’esclusività se non totale di sicuro custodita gelosamente, e che nel corso dell’ultima generazione ha dimostrato la sua efficacia come system seller. Questo punto di forza ha però aperto la strada a quella che è la nuova filosofia Xbox: apertura a un pubblico più ampio possibile tramite l’Xbox Game Pass, la doppia offerta di console e la quasi totale parità nei confronti del mercato PC, a riguardo del quale Sony tende a muoversi molto più cautamente (c’è gente qui a cui non dispiacerebbe poter mettere mano a Blooborne, caro Jim Ryan). Ovviamente, l’apertura verso il mercato PC ha il suo risvolto negativo per quanto riguarda le vendite hardware: chi già possiede un computer da gaming difficilmente riuscirà a trovare un buon motivo per comprare Series X o Series S. Microsoft ne è sicuramente consapevole, ma questo non sembra — per il momento — aver avuto alcuna influenza sulla strategia. Tanto più che la recente acquisizione di Bethesda, di cui avrete sicuramente sentito parlare, è stata una vera power move il cui impatto sul mercato potremo giudicare bene solo negli anni a venire.

E sono proprio gli anni a venire quelli che dovremo aspettare per formulare un vero giudizio su questa nuova generazione di console. È evidente, credo, che qualunque valutazione su chi stia “vincendo” la console war (se di questo si può e si vuole parlare) formulata in queste ore non può che essere affrettata. Certo, la lineup di lancio di Xbox Series X|S non è paragonabile a quella Sony; titoli come Gears 5 e The Falconeer non possono certo reggere la candela a Demon’s Souls o Marvel’s Spider-Man: Miles Morales. Ma, alla resa dei conti, è davvero così importante? PlayStation 4 e Xbox One sono durate sette anni. E non dirò che nessuno si ricorda i titoli di lancio di queste console, perché uno ve lo ricordate sicuramente, ma dal 2013 ad oggi non sono questi i titoli che hanno definito il ciclo di vita di quelle console. I giudizi definitivi su successi e fallimenti, allora come oggi, dovranno aspettare.

(Nota a margine: inizialmente questo articolo voleva dire qualcosa anche sulla parte PC, ma sarebbe diventato troppo lungo e con il rischio, sempre dietro l’angolo, di perdere il filo del discorso. Forse in futuro.)

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