SteamWorld Dig

Lucathegreat
Frequenza Critica
Published in
2 min readJun 30, 2017

Un bell’indie dall’ambientazione western/steampunk a cui probabilmente hanno già giocato tutti in questi anni, ma io no perché il mio backlog è sempre tendente all’infinito.

Comunque, noi siamo Rusty, un robottino cowboy a cui lo zio ha lasciato in eredità la sua miniera posta sotto una minuscola cittadina (di robot).

Così, armato di piccone, Rusty inizia ben presto a scavare, scavare, e scavare ancora per far crescere la città e possibilmente scoprire cosa si nasconde in fondo alla miniera.

Il gameplay di SteamWorld Dig è davvero molto semplice e basilare: si scava, si raccolgono minerali, si torna in città per venderli, si comprano potenziamenti per scavare meglio, aumentare la capienza e in generale sopravvivere più a lungo.

La miniera è generata più o meno casualmente, ma vi sono alcune caverne fisse più complesse che custodiscono potenziamenti particolari come la trivella, il doppio salto, dispositivi a vapore e via dicendo, obbligatori per proseguire.

Scendendo sempre più in profondità si troveranno quindi minerali più preziosi, blocchi più duri, nemici più coriacei e ostacoli ambientali più insidiosi, ma utilizzando degli speciali globi è sempre possibile acquistare un teletrasporto da piazzare dove vogliamo per evitarci di rifare tutta la strada a piedi fino in città (utili anche quando abbiamo l’inventario pieno e non possiamo più raccogliere nulla).

Graficamente è delizioso e la colonna sonora è accattivante, ma la storia, seppur interessante, si esaurisce abbastanza in fretta e anche prendendosela comoda in 3–4 orette si riesce ad arrivare ai titoli di coda.

Neanche la rigiocabilità è altissima, ma volendo si può cercare di ottenere un’alta valutazione finale soddisfacendo determinati requisiti (come non morire e finire entro 2 ore e mezza) oppure andare alla ricerca dei segreti nelle varie caverne, cosa che comunque non porta via più di tanto tempo.

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