What Remains of Edith Finch

La casa delle terribili meraviglie.

Fabrizio "Bix" Salis
Frequenza Critica
3 min readJun 26, 2017

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Siamo in mezzo a un fitto bosco, davanti a noi si staglia una casa un po’ sbilenca, che ricorda vagamente la Tana vista nella saga di Harry Potter. È la casa della famiglia Finch. Edith Finch, 17 anni e ultimo (o forse no) membro in vita della famiglia, ha deciso di tornare nel maniero dopo tanti anni di assenza per scoprire le storie degli altri membri della dinastia, tutti morti in circostanze tragiche. Unico strumento a sua disposizione è una misteriosa chiave consegnatale dalla madre.

What Remains of Edith Finch è un walking simulator e non tenta neanche di nasconderlo. Sviluppato dai ragazzi di Giant Sparrow (The Unfinished Swan) nel corso di diversi anni, è strutturato in modo molto classico: si cammina lentamente e si vive la storia, mentre il gameplay vero e proprio è ridotto ai minimi termini. In sostanza lo scopo è esplorare la casa della famiglia Finch e accedere alle varie stanze da letto passando attraverso improbabili passaggi segreti; questi sono resi necessari dal fatto che le porte sono state tutte bloccate dalla madre della protagonista prima di andarsene. In ogni stanza troveremo un documento che ci racconterà la storia del suo occupante. E qui inizia il bello.

Ogni storia è narrata in maniera geniale attraverso delle specie di minigiochi; il dramma di ciascun membro della famiglia viene sviluppato attraverso sezioni oniriche, stracolme di simbolismi e di surrealismo visivo. Sarebbe un peccato svelare di più, mi limiterò a dire che in una delle prime storie ci ritroveremo nei panni di uno squalo che rotola in mezzo a una foresta innevata. È solo l’inizio, ve lo posso assicurare. Inutile dire che il gameplay vero e proprio è estremamente basilare, tant’è che non è prevista alcuna forma di game over.

Il titolo di Giant Sparrow, pur senza contare su un impianto tecnico di ultima generazione, si presenta come un prodotto artisticamente eccezionale. La casa è una gioia da esplorare, ogni sua parte ha i suoi colori specifici ed è ricchissima di elementi che aggiungono una narrazione ambientale a quella più diretta. Anche le relativamente poche sezioni all’esterno non deludono, offrendoci uno spettacolare panorama lacustre in varie fasi della giornata; difficilmente non ci fermeremo almeno una volta ad ammirare la natura intorno a noi. Piccolo tocco di classe: i sottotitoli (il gioco è tradotto anche in italiano) sono un vero e proprio elemento tridimensionale dell’ambiente, li troviamo per esempio nei pressi degli oggetti a cui si riferiscono. Addirittura capita che vengano presi in considerazione nel gameplay di alcuni minigiochi. La colonna sonora è anch’essa di altissimo livello e contribuisce notevolmente al già elevato livello di coinvolgimento.

Come la maggior parte dei walking simulator, What Remains of Edith Finch ha una durata estremamente ridotta, comparabile a quella di un film. 2 ore o poco più saranno infatti sufficienti per svelare i più reconditi segreti della famiglia. Anche il prezzo base di 20€ non è esattamente popolare. Come i suoi simili, questo prodotto non è per tutti. Chi punta principalmente sulla componente “giocosa” del videogioco non troverà probabilmente niente che gli faccia apprezzare maggiormente il genere. Se invece ci si “accontenta” di una narrazione di spessore e di un’atmosfera avvolgente è davvero difficile essere delusi da questo piccolo gioiello.

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