La mappa aggiornata delle aree di conoscenza disciplinari per il professionista GI

lorenzo perone
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Published in
4 min readNov 5, 2016

di Monica Sebillo

Lo scorso ottobre si è concluso e il progetto “Geographic information — Need to Know (GI-N2K). Towards a more demand-driven geospatial workforce education/training system“, finanziato dal Programma europeo Erasmus Lifelong Learning. Iniziato nell’Ottobre 2013, il progetto è coordinato dalla Katholieke Universiteit di Leuven ed ha visto riuniti in un consorzio ben 31 partner di 25 Paesi, dalla Germania al Belgio, dalla Lituania alla Grecia, dalla Slovacchia alla Romania, e molti altri ancora. Per l’Italia hanno partecipato le associazioni GISIG e AMFM GIS Italia.

GI-N2K è nato per dotare l’Europa di un Body of Knowledge (BoK) nel dominio delle Scienze e Tecnologie della Geographic Information in accordo alle più recenti scoperte concettuali e tecnologiche, provenienti sia dal mondo accademico che da quello professionale. In particolare, la proposta del progetto GI-N2K è scaturita dalla consapevolezza che la richiesta di professionisti nel campo dell’ Informazione Geografica è alta ma spesso disattesa. A Gennaio 2013, J. Verouden, il General Manager Geomatics/IM di SHELL Global Solutions affermava: “La nostra domanda di nuovi professionisti IG sta crescendo ma, nonostante l’attuale crisi economica, abbiamo difficoltà a trovare persone con la giusta conoscenza e competenza”.
Le ragioni di tale gap tra domanda e offerta di professionalità sono molte: tra le tante cause individuate, è stato evidenziato un significativo disallineamento tra la formazione nel campo della GI S&T e le attuali richieste del mercato del lavoro. Ad esempio, in Europa molti corsi post-laurea riguardanti i GIS sono indirizzati soprattutto su argomenti di geografia, così come molti corsi di informatica non forniscono la necessaria conoscenza geografica.
Per affrontare queste problematiche, il consorzio GI-N2K ha proposto la progettazione e la realizzazione di un sistema di supporto alla formazione di figure con competenze geospaziali, che tenesse conto della domanda e dell’offerta in questo campo, sulla base della discussione in corso in Europa sulle nuove tendenze nella IG, in termini di scienze e tecnologie. Inoltre, tenendo presente la pervasività dell’ IG, ha stabilito che la soluzione fosse focalizzata su specifiche aree di conoscenza, per padroneggiare in maniera proficua la disciplina sottostante.

Il punto di partenza: il GI S&T BoK del 2006
Una prima versione del GI S&T Body of Knowledge è stata sviluppata nel 2006, presso lo University Consortium for Geographic Information Science (UCGIS). Il BoK fu progettato per essere usato dai pianificatori e dai valutatori di curricoli, dagli organismi di certificazione e di accreditamento, dai professionisti geospaziali delle industrie, delle accademie e delle amministrazioni. Questa prima edizione ha un’organizzazione gerarchica e include 10 Aree di Conoscenza (KA), 73 unità (di cui 26 definite come unità “core”), 329 argomenti e più di 1600 obiettivi educativi.
A partire da questa versione del BoK, le prime fasi del progetto ne hanno analizzato i contenuti, con l’obiettivo di evidenziarne le diverse esigenze sia di aggiornamento di alcune voci, sia d’inserimento di altre del tutto assenti, come ad esempio: big data, realtà aumentata, CityGML e Web services. Le attività successive hanno portato alla migrazione dei contenuti aggiornati da una versione gerarchica ad una ontologica digitale, espressa in termini di concetti e di relazioni semantiche. Ciò, tra l’altro, ha consentito anche di pensare ad una soluzione tecnologica adatta alla consultazione online dei diversi contenuti e alla costruzione e validazione guidata dei curriculum.
Lo scorso giugno 2016, presso il Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Salerno, si è tenuto il Workshop “Education and training in geographic information — new opportunities from a European vision”.
Si è trattato dell’edizione italiana di uno degli otto plugfest organizzati in quest’ultima fase del progetto, come attività di validation & dissemination, proprio per presentare e validare la versione aggiornata del BoK e il tool prototipale, VirLaBoK (Virtual Laboratory for the Book of Knowledge), progettato per essere di supporto sia alla valutazione, sia al design di percorsi formativi nell’ambito della IG.
In questa occasione, Sergio Di Martino, Sergio Farruggia e Beniamino Murgante hanno presentato tre diversi contesti applicativi:

  • autonomous Driving;
  • nuove professionalità per comunità spazialmente abilitate;
  • pianificazione socio-economica.

In questi contesti è particolarmente avvertito il gap tra competenze attese e formazione. Con la guida di Danny Vandenbroucke (Project leader di GI-N2K) è stato possibile sperimentare l’utilizzo del VirLaBoK per la costruzione di curriculi atti proprio a colmare queste lacune.

I risultati del progetto sono stati senza dubbio interessanti. Tra le altre peculiarità, GI-N2K, ha contribuito a diffondere all’interno della comunità geomatica il BoK, un utile strumento per il design cooperativo di concetti spaziali il cui utilizzo era spesso relegato a contesti molto di nicchia. Oggi, il BoK, nella versione digitale “Europea”, può essere alla base di molte iniziative poiché fa matching tra istruzione e requisiti del mercato e offre una visione esaustiva della conoscenza e degli skill nell’ambito della IG S&T.
Anche l’iniziativa “Geographic Information Manager” ha attinto parte della definizione delle competenze proprio dalla versione aggiornata del BoK, individuando le aree di conoscenza necessarie alla caratterizzazione della scheda profilo WSP G3. L’esperienza acquisita potrà essere replicata nell’ambito della descrizione delle competenze associate ai profili professionali che il Gruppo di Lavoro UNINFO “professionista IG” descriverà nella norma corrispondente.

Originally published at www.big-gim.it on November 5, 2016.

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