Emiliano, ma da che parte stai?

Daniele Amatulli
Giovani Democratici Alberobello
4 min readJun 8, 2018

La domanda sorge spontanea. E non la poniamo solo ora, per una maglietta e una foto di rito. Ad Alberobello, grazie all’Avv. Longo, conosciamo quanto questo approccio, questo tipo di comunicazione – se così la vogliamo intendere – lasci il tempo che trova. Possiamo definirla perlomeno la goccia che ha fatto traboccare il vaso?

Le ambiguità iniziano già da un momento di forte dibattito e insieme di rottura interna del Partito Democratico, all’indomani del referendum del 4 dicembre, in cui Emiliano minacciò la scissione. Per noi avrebbe rappresentato più che la rottura di una componente del Partito, la scissione di una Regione dall’intero contesto. Fu da una parte le pressioni della base (compresa la nostra), dall’altra – si spera – il buon senso a fargli fare un passo indietro.

Scampato pericolo.

Magari!

Perché abbiamo dovuto assistere a continue battaglie con il Governo centrale e persino ad una campagna elettorale nelle scorse Politiche giocata a perdere. Poi – ancora – tuonerà per l’alleanza PD-5Stelle, in totale controtendenza con la base.

Ridurre tutto ciò ad una questione di magliette, foto di rito e sorrisi, vorrebbe dire sminuire il peso che certe scelte rappresentano per i territori che egli stesso governa.

Possiamo comprendere la difficoltà di governare una Regione come la Puglia, in un ruolo che per quanto possa essere espressione di un Partito deve essere il più bipartisan possibile, soprattutto nella gestione della cosa pubblica. E su questo non si transige. Non chiediamo certamente ostruzionismo nei confronti delle amministrazioni di centrodestra. Non sarebbe corretto e comunque sarebbe controproducente se in futuro cambiassero gli equilibri locali e regionali. Ma in ogni caso il sostegno nei confronti dei circoli che compongono la Regione, che siano essi minoranza o maggioranza nel paese, è perlomeno logico e gradito. Perché condurre una battaglia o una campagna elettorale con l’incognita del posizionamento del Governatore espressione del tuo stesso partito, non è facile. Ma soprattutto è in totale controtendenza con la volontà di essere una figura del Partito a livello nazionale.

Con una Regione che, però, in gran parte gli volta le spalle.

Ad Alberobello abbiamo affrontato in prima linea questa ambiguità di Emilino: la prima divaricazione inizia già qualche anno fa, poco prima delle elezioni regionali. In un incontro con il circolo, si espresse negativamente sul “mausoleo” (come lui stesso lo definì) rappresentato dal vecchio mercato coperto. Da allora sono cambiate diverse cose: il “mausoleo” non c’è più, sostituito dallo scheletro di ferro e vetro che ogni giorno, ormai da tempo, vediamo; lui è intanto diventato Presidente della Regione Puglia. In virtù di quell’ostruzionismo di cui abbiamo parlato sopra, non pretendavamo certo che mettesse “i bastoni tra le ruote”: se un giudice si esprime per il proseguo dei lavori, il Presidente della Regione non dovrebbe ostacolare l’operato di un’amministrazione. Ma c’erano i margini per esprimere almeno un parere, politico o tecnico che sia. Il suo silenzio sulla questione è stato percepito come un “tacito assenso”.

Ma non solo: siamo stati testimoni di un palcoscenico enorme per l’Avv. Longo, casualmente — ma guarda un po’ le coincidenze — quando era alla ricerca di una riconferma elettorale; per non parlare della foto per il conferimento della cittadinanza onoraria a Lino Banfi (grande sostenitore dei 5 stelle. Ha definito Conte un “bel raghezzo”). Sul valore di questa onorificenza ci esprimeremo poi, in virtù anche e soprattutto del rifiuto della proposta di intitolazione di una via a Pierino Rotolo, ma la presenza scenica di Emiliano ci ha scosso. Per una totale mancanza di un rapporto con il circolo, i militanti e i dirigenti. Rapporto che invece sembra solido e fruttuoso con la componente politica della giunta Longo; ma anche per la totale assenza di due semplici quanto mai essenziali concetti: quello dell’appartenenza e quello dell’ascolto del proprio territorio. Due elementi essenziali per una figura che prima di candidarsi per governare la Regione era segretario regionale del Partito Democratico. Due elementi che se mancano, oltre alla domanda “ma da che parte stai?”, ci porta a chiederci come possa candidarsi ad essere un “leader nazionale” se non è in grado nemmeno di ascoltare i militanti che per primi lo hanno sostenuto, hanno lavorato con lui, che hanno contribuito alla sua vittoria elettorale. Che voce porta nelle sue istanze se il suo stesso territorio guarda in una direzione diversa e gli volta le spalle?

E’ giunto il momento di una risposta chiara:

Michele Emiliano, ma da che parte stai?

Non dalla nostra, pare. Se così fosse, noi non siamo dalla tua.

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