Gatta da pelare

Gianni Donzelli
Gli Insoliti e i Sospetti
5 min readJun 4, 2017

Mi chiamo Alfonso e ho lavorato come gatto per molti anni nella casa dei panettieri del paese. Sono stato un formidabile cacciatore di topi, si sa che i sacchi di farina li attirano come una calamita. Ora sono in pensione e me la godo passeggiando nel cortile. I ratti sono spariti dopo che il vecchio panettiere ha messo una serie di trappole. Cosa posso pretendere di più? Non faccio più neppure lo sforzo di miagolare.

Al mattino entro nel retrobottega e ascolto le voci dei clienti, provenienti dal negozio, dei quali conosco i gusti a menadito in fatto di pane e pizzette. E’ sempre la moglie a servire dietro al bancone, mentre il marito si trastulla con gli impasti. Che pacchia gironzolare a vuoto senza alcun pensiero o pericolo! Meraviglioso avere come padroni dei panettieri; racimolo sempre qualcosa di buono per la mia pancia, senza dovermi avvelenare con quei prodotti in scatola che vanno tanto di moda. Una grandiosa fortuna, insomma.
Ancora di più se penso alla presenza di Fiordifarina, una giovane gattona persiana, tranquilla e bonaria con un passo elegante e aristocratico. I miei padroni hanno scelto il nome perfetto, quel Fiordifarina che ricorda la miglior farina bianca che usano per le loro pagnotte.

Da alcuni giorni ho visto che il panettiere, nel primo pomeriggio, si è messo a misurare in lungo e in largo il cortile con annesso giardino. Un comportamento inspiegabile per me. Molto pensieroso e assente, a tal punto che ha rischiato di finire col naso nell'erba, dopo aver inciampato in un sasso. Cosa è che lo stava tormentando, con quella sua aria da perfetto rimbambito? E’ stata la moglie a farmi scoprire qualcosa di diabolico. I due stavano passeggiando tra le aiuole, fianco a fianco, urtandosi ogni tanto per via del sentiero molto stretto.
Io ero comodamente piantato su una scassata sedia di plastica dell’Ickea. Capivo quello che potevo in base agli spostamenti dei miei padroni.

Siamo arrivati ad un punto morto” ha detto lei. “Te l’avevo detto che bisognava dire gatto quando c’è l’hai nel sacco”.

Lo sai che ho fiducia negli altri. Non farmene una colpa se ora abbiamo una bella gatta da pelare”.

Ecco, hai detto bene. Una bella gatta da pelare”.

Mi son fatto piccolo più che potevo, cercando di infilarmi fra le assicelle del sedile. Avevo sentito perfettamente e non credo facesse piacere ai miei panettieri scoprire di avere un testimone per le loro oscure malefatte, che li avrebbe inchiodati alle loro responsabilità davanti alla commissione della protezione animali domestici.

Per tutto le vibrisse di gatto Silvestro! A tanto eravamo arrivati! Non c’era da interpretare nulla, mica ho passato tutta la mia vita inutilmente fra la gente. Morto, sacco nel gatto…scusate, sto straparlando… volevo dire gatto nel sacco, bella gatta da pelare. Parole chiare e definitive, la sentenza era già scritta. Son riuscito a sgattaiolare via in retromarcia per vedere se i due malintenzionati si erano accorti della mia presenza. Macché, per fortuna erano troppo intenti a discutere del piano criminoso.
Mi sono ritirato nello sgabuzzino degli attrezzi. Ero tutto sottosopra ma dovevo mantenere una calma serafica. Conclusioni: i panettieri dovevano pelare Fiordifarina. Io son troppo vecchio e ho un pelo a macchie, tutto a grinze tra l’altro, dopo che mi sono ustionato per aver curiosato nel forno, ancora caldo, delle brioches. Volevo rubarle e sono stato punito, accidenti alle mie voglie!

Cosa dire di Fiordifarina? Per essere bella è bella, nessun dubbio, e poi ha un mantello così lungo e morbido, facile da pelare e che fa invidia a qualsiasi altra pelliccia. Per farne cosa, dei suoi peli bianchi? Usati per foderare un paio di guanti? Oppure un copri orecchie da bambino? Già li vedevo in vetrina: Guanti caldissimi con pelo di gatta di razza persiana, 100 euro con un buono da 10 euro per una spesa futura.
Ma con tutte le pecore che ci sono venite proprio a rovinare la mia gatta? E poi con che cosa l’avrebbero rapata? Oddio, l’altro giorno ho visto il panettiere che puliva il tosaerba, ma l’erba del prato è ancora molto bassa. E allora? Mi vengono i brividi alle orecchie al solo pensarci.
Dovevo passare alla fase di mia competenza, trovare il nascondiglio adatto. Ho pensato subito alla soffitta. Si può salire da una scala esterna e se i pelatori fossero saliti, da una finestrella col vetro rotto si poteva saltare sui tetti. Son partito sparato alla ricerca di Fiordifarina. L’ho trovata sul divano, incantata su Canale quattro. Non ci ho più visto, le ho dato una codata sul naso. “Muoviti. Vogliono pelarti e tu stai qui a poltrire e a vedere questi programmi rovina famiglie”.
Mi ha seguito docile, aveva capito che non scherzavo. In soffitta le ho spiegato tutto. L’ho sistemata nell’angolo più buio dopo aver recuperato un vecchio vestito da un cartone. Quanta roba inutile accumula la gente, matti più loro dei veri matti!

I due panettieri hanno denunciato subito la scomparsa di Fiordifarina ai loro clienti. “Guardatevi in giro, forse si è persa in paese. Non è abituata a uscire” è stato il loro ritornello. Mi son sembrati tristi. E ti credo, veder sfumare un affare col suo soffice pelo!
Le ho portato parte del mio cibo, quasi tutto ad essere sinceri, ben attento a non farmi scoprire. Dopo tre giorni sono stato svegliato da un urlo animalesco. Ho pensato alla panetteria in fiamme, o addirittura al vecchio panettiere aggredito da un reggimento di sfilatini. Era invece la panettiera che chiamava il suo complice. Ho trotterellato per raggiungere la casa. Sul divano, pacifica come un cuscino di piume, c’era la gatta. Mi ha preso un colpo. Sciagurata, allora non te ne importa nulla del tuo pelame, ho pensato, vedrai adesso cosa ti succede. Sono entrati i panettieri. Un sacco di carezze e coccole. Impostori! “Non sembra neanche che abbia sofferto la fame, è ancora bella cicciotta” ho sentito dire dalla donna. “Qualcuno deve averla nutrita, ci sono ancora delle persone che amano gli animali” ha replicato l’uomo.

-Senti chi parla-, ho borbottato sottosottovoce, proprio tu che la vuoi tosare come una pecora, brutto fornaio.

A quel punto sua moglie mi ha guardato.

Guarda Alfonso invece, mi sembra dimagrito parecchio, deve essere stata la lontananza di Fiordifarina a farlo così secco. Dobbiamo portarlo dal veterinario. O forse mangia poco perché non si scarica, è intasato di pizzette al formaggio”.

No, per carità. Lo conosco il veterinario di famiglia! Ma dove ha studiato, ma chi è quel brigante che gli ha dato la laurea?

Che brutta storia, vuoi aiutare un’amica e ti spediscono dal veterinario che so già cosa mi farà subire. Non ho l’intestino bloccato, dannati panettieri pelatori!

Avere una gatta da pelare. Significato: affrontare una situazione difficile e problematica, guaio da affrontare.

Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Significato: non fantasticare su risultati particolarmente difficili da raggiungere fino a che non sono raggiunti.

Gianni

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