GRASSO COME UN MAIALE

Gianni Donzelli
Gli Insoliti e i Sospetti
4 min readAug 16, 2017

La famigliola era in visita dallo zio. Mentre gli adulti erano ancora a tavola, le due sorelle passeggiavano nella campagna intorno raccontandosi le loro storie. Erano le prime storie che riguardavano l’altra parte: i maschietti.
Una volta giunte nei pressi di un lungo recinto, la discussione era entrata nel vivo.

Potresti prendere un po’ di tempo prima di decidere. Se dici subito di no poi potresti pentirti della decisione” fece osservare la più giovane.

In quanti modi devo dirtelo. Ho già deciso e la mia risposta è no. Ha un carattere che non mi piace, ha quel sorriso mezzo falso, anche se può sembrare molto simpatico. E poi son contenta di non essere innamorata, se lui lo è sono affari suoi. Guarda che i maschi innamorati diventano spesso nervosi, noiosi e pericolosi. Perdono il senso della realtà, il senso dell’umorismo. Queste cose le dico anche per te, stai bene attenta da chi ti fai imbambolare”.

Il recinto apparteneva ad una bella frotta di maiali, che per nulla disturbati dalle due intruse, si muovevano con regale pesantezza.

La più grande volle dare il colpo definitivo. “Guarda che coincidenza. Ti dirò anche un’altra ragione. Fra qualche anno sarà grasso come uno di questi, diventerà grasso come un maiale, mangerá solo e non fará sport”.

Gli animali rimasero indifferenti a quelle parole, eccetto uno: Panciotto.
Panciotto era un maialetto di pochi mesi che non amava molto la compagnia degli altri simili. Troppo ingombranti e stupidi. Si erano mai chiesti cosa c’era al di là di quel recinto? Avevano mai desiderato arrivare a quella collina laggiù per vedere oltre?

Quelle parole della ragazza gli aprirono gli occhi. Aveva capito che ‘grasso’ non era per nulla un complimento, ma piuttosto un’offesa e delle più gravi. Si era sentito ingannato ricordando che il suo padrone, quando arrivava per l’ispezione con il veterinario si esprimeva in modo diverso: ‘Sono già belli grassi, li nutro bene’, oppure ‘Mi piacete quando vi vedo così rotondi’. Li lusingava e imbrogliava con quelle convincenti parole.

Era giunta l’ora di cambiare musica. Panciotto cominciò a selezionare quello che mangiava. Solitamente venivano nutriti con dei prodotti miscelati, accompagnati con avanzi della fattoria.
I primi, particolarmente gustosi, erano quelli che scatenavano gli istinti più violenti fra i suoi compagni. Pochi mangiavano i rifiuti. Lui fece giusto l’opposto, iniziando a farsi i rifiuti, con poco cibo preparato. E poi si ritagliava il tempo per fare delle corse intorno al recinto. Sport e una giusta alimentazione lo avrebbero tenuto in forma, e in un mese ottenne importanti risultati: non cresceva di peso come gli altri. Chissà come l’avrebbe presa il padrone, proprio lui che sorrideva con soddisfazione quando usava la bilancia e annotava l’aumento di peso di ognuno su un quadernetto.

Gli altri animali, dai più grossi e belli rotondi ma anche agli altri della sua età, cominciarono a prenderlo in giro.

“Guardatelo come corre. Cosa crede, che ci siano le olimpiadi per i maiali?”.

“Se non ingrassi vai a finire male”.

“Ma chi ti credi di diventare, correndo avanti e indietro come un cavallo?”.

“Eccolo lì, il signor maialino che vive di sogni, e pensa di correre la maratona”.

“Se rimani magro non hai futuro, almeno noi finiamo nelle cucine di importanti ristoranti, che è una bella soddisfazione”.

“Quando arriverà il veterinario vedrai che ti metterà alla catena finché non ingrassi come noi”.

E giù risate che non facevano altro che fargli aumentare la voglia di insistere.

Quando tornarono la volta successiva le ragazze si sorpresero di trovare un maiale all’ingresso della fattoria. Portava un variopinto completo di cotone dal quale sbucava la coda, le zampe e il muso, e sotto al quale faceva bella mostra una cravatta bianconera. Agitava una paletta rossa in segno di saluto. Diede un’occhiata all’interno della macchina, sollevò una zampa in segno di ok e poi alzò la sbarra di entrata.
Si precipitarono dallo zio che le stava aspettando davanti alla stalla.

Ma cosa succede, zio?” chiese una di loro. “Fai lavorare i maiali adesso? Ci scappa una bella denuncia per sottrazione di lavoro umano”, completò ridendo.

Ma no, care bimbe. E’ un caso isolato. Si chiama Panciotto. E’ sempre stato un maiale fuori registro. Non è come gli altri. Non sono mai riuscito a farlo ingrassare. Non ho idea di come abbia fatto a tenersi così magro, avrà un ciclo biologico diverso. Anche il veterinario non sa spiegarlo. Ho capito che è intelligente e così impara subito. Sbriga alcuni lavoretti, una volta è riuscito a far scappare una volpe che da tempo aveva preso di mira le mie galline. Non l’abbiamo più vista. Su adesso, entrate in casa. Per merenda un bel panino col salame fatto con gli ex compagni di Panciotto”.

Grasso come un maiale. Significato: Una delle sue immagini è usata per definire, in modo offensivo, una persona grassa e ingorda.

Gianni

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