Il discorso strappalacrime che non ho potuto fare.
Al matrimonio del mio amico Tom.
Matteo. Non so quando l’ho chiamato cosi l’ultima volta. Probabilmente era il 1990 quando abbiamo cominciato le scuole medie insieme. Da allora, si sono susseguiti una serie di soprannomi uno piu stravagante dell’altro. Biscio, Gava, Ghevapps, Vappese, Tompesi (il mio preferito), Tommy, Tommaso D’Aquino, Tonnese. Per voi farò un’eccezione oggi, e lo chiamerò Matteo.
Io e Matteo siamo cresciuti insieme. Con altri qui presenti abbiamo condiviso il Liceo. Avrei bisogno di qualche giorno per raccontare tutte le storie paradossali che abbiamo vissuto insieme in quel periodo. Come non ricordare quando in 5a liceo, capelli lunghi come oggi, arrivo’ in classe con 4/5 ciuffi in testa, raccolti con alcuni lacci colorati in modo piuttosto casuale. Il professore di filosofia, al secolo Emilio Luzi lo apostrofó cosi: “Garbi, ma ho le traveggole?”
Con Matteo abbiamo anche condiviso un certo numero di vacanze estive insieme. Siamo stati a Praga, Vienna, Budapest nel 2004. Siamo stati ad Amsterdam e Bruxelles l’anno successivo. Siamo stati anche in Spagna un paio di volte, ed in Polonia. Per non contare tutte le volte che é venuto a trovarmi a Budapest.
Purtroppo le storie più divertenti delle vacanze non sono condivisibili in questa sede ma sono pronto a raccontarvele in privato più tardi.
Anche per te Annalisa. Tanto, ormai la cerimonia è finita, quindi è troppo tardi per cambiare idea. E comunque si sa: quando si inizia una nuova relazione il passato della persona di cui ci innamoriamo conta relativamente poco, se non per nulla.
L’unica cosa che posso svelare é che, grazie a Matteo, conosciamo meglio i prezzi di Amsterdam rispetto a quelli di Praga, che ignoriamo completamente.
Ovviamente si parla di verdure, perché proprio nel periodo tra le due vacanze, Matteo decise di abbandonare il veganismo.
Per lungo tempo mi sono chiesto come fosse la vita interiore di Matteo: ho sempre avuto l’impressione che non fosse così interessato ai temi profondi della vita. Chi siamo? Dove andiamo? Perché siamo qua? Domande che non sembravano toccare l’ineffabile Tompesi. Nemmeno mi sembrava troppo interessato all’amore e all’innamoramento, ma evidentemente mi sbagliavo.
Mi ci sono voluti 30 anni di amicizia per capire che questo ragazzo in realtà aveva scoperto un segreto molto importante, fin da molto giovane. Il segreto è questo: la vita non va presa troppo sul serio.
Non ci sono troppi drammi, se non vedi ogni situazione difficile come un dramma. I dolori passano. Le delusioni sono semplicemente reazioni negative alle nostre aspettative disattese. Ma se non prendi le tue aspettative troppo sul serio e non ti attacchi al risultato, allora tutto scivola via, prima o poi.
Matteo sa prendere una parola, una frase, un’espressione di un viso, un movimento, una situazione e la trasforma in un’opportunità per creare gioco, diletto, risata, ironia, talvolta teatro. Per lui non é uno sforzo perché è cosi che vede il mondo. É un maestro di quest’arte. Crea gioia e sorrisi per se stesso e per altri.
Anche se non sempre in maniera consapevole da parte mia, avere come amico una persona così mi ha sempre ricordato quanto può essere piacevole e leggera la vita se la prendi come una vacanza, o come un gioco.
Grazie Tom.
Annalisa, sinceramente ho sempre faticato ad immaginare una persona adatta per Matteo. Prima di conoscere te.
Non so come vi siate trovati, ma certamente c’é una componente di miracolo in questa storia. Ho capito che eri la donna giusta per questo pazzo la prima volta che ti ho sentito ridere, nel tuo modo sobrio e quasi impercettibile. L’unica cosa che posso augurarti da ora in poi e’ questa: buon divertimento.
Sapete una cosa? Non sarebbe male se ci fossero tanti Matteo e Annalisa quanti i soprannomi che ha avuto Matteo negli ultimi 30 anni.
In un mondo troppo triste, ne abbiamo tanto bisogno, oggi piu’ che mai.
Evviva gli sposi.
