Arte a Porta Palazzo

Eleonora Giurato
gli scritti di real world 1
3 min readMar 19, 2015

Quando l’arte si nasconde dentro una Torre dell’Orologio, quando una Torre dell’Orologio nasconde un mercato al coperto, quando un banco di dolci e focaccine salate vende anche storie e, quando tutto questo lo si trova a Porta Palazzo, allora si ha la certezza che la bellezza si può trovare ovunque.

Il signor Gigi ama scrivere. Ama farlo da quando era un ragazzino del liceo e ancora adesso, dopo venticinque anni di mercato, non ha perso l’ispirazione. Anzi, la trova di continuo sul suo posto di lavoro. “Basta guardare negli occhi i miei clienti, basta girarsi a guardare questa piazza che regala pensieri. Il difficile piuttosto è riuscire a non pensare troppo”.

Una sfilata di cartelloni colorati con frasi a effetto rivela l’anima del mercato.

“In un battito d’ali sono trascorsi vent’anni in vostra compagnia, con il caldo torrido o il freddo, in questa piazza multicolore e multietnica”.

Gino e sua moglie Marina amano parlare al cliente e questo è il loro modo. “Le parole sono importanti, e scritte lo sono ancora di più. Hanno un impatto più forte. Quando il cliente viene da noi e legge un “grazie di tutto” sente la vicinanza, la distanza diminuisce. E’ bello costruire piccoli legami in questa enorme piazza”.

E tra citazioni di Albert Einstein e Woody Allen spiccano i pensieri di chi di vita ne ha vissuta parecchia: “In questa città di sudore e cemento i colori del sole ti nutrono il cuore”.

La crisi del 2008 non è stata facile da superare, ma Marina e Luigi hanno tenuto duro. “Non avremmo mai e poi mai mollato. Quando la vita si fa dura bisogna lottare. Sempre.”

Certo, un po’ di rabbia è rimasta e rimarrà ancora a lungo. “In Francia il novanta per cento degli abitanti guida auto francesi. E i figli un domani troveranno ancora lavoro nelle fabbriche e nelle aziende. Noi invece disprezziamo tutto ciò che è italiano. Ammiriamo quello che c’è là fuori senza accorgerci delle potenzialità che abbiamo in casa nostra. Siamo proprio un paese da Isola dei Famosi”, racconta il signor Gino.

“Mio nonno al ritorno dalla guerra era irriconoscibile alle sue sorelle, mio padre ha regalato alla patria sette anni di prigionia. Ma sono sicuro che ambedue se avessero visto l’Italia di oggi avrebbero scelto di disertare”.

Scrivere cartelli, dare sfogo ai pensieri e leggere libri rappresenta l’oasi di Gino in un mercato dai ritmi frenetici. L’arte è trovare un momento di calma in una giornata che comincia col buio delle quattro del mattino. Guardare dove nessuno guarda.

Porta Palazzo è iris perfettamente lievitati e farciti di ricotta e sogni coltivati con cura. Strudel ripieni di cioccolato e noci e parole rivoluzionarie. Caramelle alla frutta e due anime innamorate che, nonostante tutto, resistono.

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