Bill>>Regola 8

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Grandi Maestri
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1 min readNov 5, 2015
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La pubblicità è un gioco. Come tutti i giochi ha regole che, se non rispettate, la fanno diventare un’altra cosa (sopruso, invasione, rottura di palle). Proprio come in un flirt: si dicono cose che, dichiaratamente e concordemente, sono esagerate, spudorate, sfalsate:

— “Io so che tu hai capito che io ho capito che tu sai”.

— “Non ho mai visto in vita mia un paio di gambe come le tue”.

Lei sa che è tutta una balla, ma sorride lo stesso. Poi, naturalmente, prima che una tipa compri il prodotto (lui) esamina discretamente tutto il resto. Basta dire queste cazzate con stile, garbo, col sorriso. Dirle seriamente, non funziona. Rende antipatici.

Commentando…
Non so ieri negli USA, ma oggi da noi una definizione di cos’è la pubblicità può darsi in molti modi. È un gioco, di innamoramento come di guerra, vedi: campagna, target/bersaglio, strategia, pressing, mezzi. Ma può anche essere: provocazione, pura ruffianeria, sussurri o grida, subliminale o persuasione occulta, vedi: il product placement. Stile, garbo, sorriso, sono sempre più optional, perché nuovi maestri scarseggiano. O non si sa distinguerli.

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Grandi Maestri

Renzo Casali. Scrivo di comunicazione, pubblicità e storie. Mezza vita in Casali e Associati, l’Agenzia che ho inventato e condivido con Marcello e Odilla.