Comunicare la scienza e la fisica

Gianluigi Filippelli
GruppoLocale
Published in
3 min readSep 28, 2015

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Il testo che segue costituisce una parte del mio intervento a Comunicare Fisica 2010:

La comunicazione della scienza in generale e della fisica in particolare è un fatto estremamente complesso che riveste molti campi della vita quotidiana. A puro titolo di esempio, ricordo quando afferma Renato Dulbecco

E’ (…) evidente che la scienza appartiene alla società e che, di contro, anche la stessa società non costituisce affatto una realtà “massiva”, impermeabile e radicalmente scissa dalla dimensione della ricerca scientifica.
(da Scienza e società oggi. La tentazione della paura, di Renato Dulbecco, a cura di Fabio Minazzi e Lorenza Noseda)

La comunicazione della scienza, quindi, è anche qualcosa di più della sola divulgazione, o della sola comunicazione di una scoperta, o della didattica formale o informale che sia. Comunicare e divulgare la scienza e la fisica in particolare è quindi un’operazione delicata, perché implica innanzitutto adattare senza semplificare il linguaggio ai lettori o ascoltatori, siano essi bambini, adolescenti, adulti; sapere a quali soggetti e le motivazioni della comunicazione è altrettanto importante: è diverso comunicare i risultati scientifici al pubblico piuttosto che ai politici o agli industriali, perché nel secondo caso l’obiettivo è arrivare a un interessamento che porti a ulteriori finanziamenti. Una buona comunicazione, poi, è utile anche ai ricercatori stessi, indipendentemente da chi le notizie le divulga, perché in questo modo si può tastare il terreno ai dubbi e ai problemi di ordine pratico ed etico che la ricerca potrebbe generare nella società.
E’ quindi importante in un quadro molto complesso il ruolo della scuola e delle moderne tecnologie, per creare una diffusa conoscenza scientifica di base, fornire cioé gli strumenti ai cittadini per comprendere meglio la scienza: un esempio banale potrebbe essere la discussione tra un paziente e il suo medico, che per non spiegargli semplicemente la malattia di cui è affetto, inizia a parlargli come se fosse ad un congresso medico. Il povero paziente, non avendo nemmeno una pur piccola infarinatura nel campo, non sarebbe in grado di comprendere le parole del medico, giungendo così o a fidarsi ciecamente o a diffidarne definitivamente.
Quindi da una parte la scuola gioca un ruolo fondamentale, costituiendo il primo approccio alla scienza e alla fisica praticamente per tutti, dall’altra i mezzi di informazione e le tecnologie moderne costituiscono al tempo stesso uno strumento importante ma spesso in opposizione tra loro. Non dimentichiamo, infatti, che internet, per sua filosofia e struttura, si fonda sulla diffusione e condivisione delle notizie, e di questo bisogna tenere conto quando si comunica la scienza, soprattutto in un periodo storico in cui i privati, e quindi il concetto di segreto industriale, entrano nella ricerca scientifica. La società si trova in una fase di trasformazione, dunque, in cui l’esigenza dei cittadini di conoscere e sapere cosa avviene nel loro mondo (sia esso il quartiere, la città, la nazione, …) si scontra con quella dei privati di mantenere i privilegi acquisiti.
In questo contesto il ruolo della comunicazione e della divulgazione scientifica diventa decisivo: è per questo che, ad esempio, penso che nessun concetto di fisica (o matematica o chimica), per quanto difficile possa essere, debba venire accantonato, messo da parte, non raccontato. Nell’ambito della fisica, in particolare, non si deve rinunciare a semplificare un argomento (ovviamente è alto, in questo modo, il rischio di banalizzare, e solo l’esperienza può diminuirlo), e utilizzare la matematica è un approfondimento doveroso se non necessario per raccontare tutti gli aspetti di una disciplina che può essere comunque compresa senza l’apporto della matematica.
Secondo uno dei miei professori del tempo dell’Università, Franco Piperno, è possibile spiegare la meccanica quantistica ai bambini delle scuole elementari: bisogna solo trovare il coraggio.

Riferimenti:
Come si comunica la scienza? di Yurij Castelfranchi e Nico Pitrelli
Scienza e società oggi. La tentazione della paura di Renato Dulbecco

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