Go Johnny, go!

La sua musica, già in viaggio verso le stelle…

Marco Castellani
GruppoLocale
2 min readMar 21, 2017

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Ci ha lasciato appena pochi giorni fa il leggendario (si può ben dire) Chuck Berry, alla veneranda età di novant’anni. Uno dei padri fondatori del rock’n’roll, di influenza decisiva sulla musica popolare del secolo scorso. C’è poco da dire: senza di lui il rock, così come lo conosciamo, non ci sarebbe stato. O perlomeno, sarebbe stato molto diverso.

Ora lui è in viaggio verso le stelle, affondato nelle misteriose ed insondabili profondità dell’universo, e ben oltre.

E’ bello ricordarlo oggi, che la sua musica già da tempo intraprese un viaggio interstellare: un vero e proprio viaggio verso l’esterno del Sistema Solare, per affacciarsi alle stelle. Ed è qui che il legame con la storia dell’astronomia viene fuori in maniera prepotente: precisamente, da una lettera datata 15 ottobre 1986.

Eccola.

A firmarla sono due celebri scienziati e divulgatori, Ann Druyan e Carl Sagan (moglie e marito, tra l’altro) che non hanno bisogno di molte presentazioni: tra l’altro, sono gli ideatori della celebre serie televisiva Cosmos trasmessa negli States negli anni ottanta.

Sagan in particolare è stato uno scienziato e divulgatore la cui importanza sarebbe difficilmente sopravvalutabile. Ricordiamo qui appena che proprio a lui si deve l’idea di girare la camera della sonda Voyager 1 verso la Terra, ormai ridotta ad un piccolo puntino blu, per acquisire un’ultima immagine dal fortissimo valore simbolico, ancora oggi completamente intatto.

Qui però torniamo indietro di qualche anno. Trenta, per la precisione. In occasione del sessantesimo compleanno di Chuck, Ann e Carl gli inviano una lettera decisamente sui generis, per informarlo esattamente che la sua musica — precisamente l’intramontabile Johnny Be Goode — è già in viaggio verso le stelle, a bordo proprio della sonda Voyager 1 (è infatti incluso nel celebre Voyager Golden Record).

Le parole della lettera, come potete vedere, vanno largamente al di là di un atto di gentilezza formale, per esprimere quella sincera ammirazione, così genuina ed autentica, che può essere veramente compresa come un’ennesima testimonianza del fatto che scienza ed arte non sono affatto distanti od opposto, ma sono due rifrangenze simili di una stessa identica luce. Le traduco liberamente in questo modo:

Caro Chuck Berry, quanto ti dicono che la tua musica vivrà in eterno, puoi star sicuro quasi sempre che stanno esagerando. Ma Johnny Be Goode è compreso nella “interstellar record” a bordo della sonda Voyager — al momento a due miliardi di miglia dalla Terra e lanciata verso le stelle. Queste incisioni dureranno miliardi di anni o più. Felice sessantesimo compleanno, con la nostra ammirazione per la musica che tu hai regalato a questo mondo… Go, Johnny, go.

Una stessa identica luce, davvero.

Quella luce che sempre invade l’uomo che si apre alla meraviglia della bellezza e dell’armonia.

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