Il cosmo, visto da Trappist-1f

Marco Castellani
GruppoLocale
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2 min readJun 26, 2017

Cosa vedremmo dalla superficie di TRAPPIST-1f? Sì, uno dei sette esopianeti appena scoperti nel sistema della stella TRAPPIST-1, la cui notizia è stata data nel febbraio di quest’anno.

L’illustrazione che potete ammirare è certo di fantasia (su TRAPPIST-1f non ci siamo andati e non sarebbe banale farlo, dovendo affrontare un viaggio di circa un milione e mezzo di anni…), ma nel complesso mostra una ipotesi ragionevole di quello che potremmo aspettarci, secondo i dati raccolti dal Telescopio Spaziale Spitzer.

Crediti immagine: NASA, JPL-Caltech, Spitzer Team, T. Pyle (IPAC)

Dalla superficie del pianeta, accanto alla linea del terminatore (il “bordo” tra giorno e notte), possiamo notare la presenza di ghiaccio, acqua, e naturalmente un ambiente roccioso. Lassù in alto, si scorgono nuvole, formate da vapor d’acqua, come a casa nostra.

Dietro lo strato di nuvole, la stella TRAPPIST-1 appare certamente più rossa del Sole, e apparentemente più grande (anche se non lo è, poiché è una nanna rossa fredda, con una massa meno di un decimo di quella della nostra stella), vista l’orbita molto ristretta dei pianeti.

Con i suoi sette pianeti molto vicini, il sistema TRAPPIST-1 potrebbe essere non solo un sistema adatto ad ospitare vita, ma perfino (in uno scenario un po’ di fantascienza) vita intercomunicante tra i diversi mondi. Almeno questa è l’ipotesi, tanto affasciante quanto ardita, avanzata oggi dal sito APOD della NASA.

Tornando un po’ più con i piedi per terra (la nostra…), dobbiamo però registrare come gli studi più recenti tendano un po’ a raffreddare l’entusiasmo iniziale: scavando scavando (nei dati), si evince come tutto sommato non siano proprio così abitabili questi sette pianeti, o almeno non tutti. Il candidato migliore in effetti non è nemmeno Trappist-1f (troppo caldo?) ma — stando a simulazioni al computer — Trappist-1e, il pianeta centrale.

In medium stat virtus, si dice. Ma la vita, dov’è? C’è? Non c’è?

E’ presto per dirlo. Non è presto, tuttavia, per registrare come le sorprese dall’Universo si stanno succedendo a ritmo vertiginoso. Pensiamo solo a quanto ci ha regalato il 2016 in termini di brucianti novità, quali la prima detezione delle onde gravitazionali, e la scoperta di pianeti vicini abitabili quali Proxima Centauri B.

Quale sarà la prossima? Stay tuned, come si dice.

Oggi, più che mai.

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