La luce sopra l’orizzonte

daniele scaglione
GruppoLocale
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2 min readDec 16, 2016
Venere vista dalla Mole Antonelliana (Torino)

In questi giorni, guardando verso sud-ovest quando il Sole è appena tramontato, siamo colpiti da una luce molto intensa. È Venere, in uno dei periodi di massimo splendore.

Certo, per noi che viviamo nel XXI secolo è facile: sappiamo che in cielo ci sono stelle e pianeti e sappiamo cosa sono le une e gli altri.

Ma gli antichi greci, a cui dobbiamo il nome della grande maggioranza delle cose che vediamo in cielo, come facevano?

Come spiegavano il comportamento diverso di cinque puntini luminosi, tra i tanti che avevano sopra le loro teste? Perché la loro luce non tremolava ma era fissa? E perché non stavano fermi in qualche formazione, qualche disegno, come tutti gli altri?

Perché erano dèi.

Il che spiegava perché la loro luce fosse bella salda, senza incertezze e tremolii, sebbene variasse di intensità, da un periodo all’altro, cosa di cui si erano accorti, da bravi osservatori che erano. E spiegava anche perché andassero a zonzo anziché essere rinchiusi in una costellazione: gli dèi fanno quello che gli pare.

Resta però un dubbio: se la luce più potente è quella del pianeta che vediamo in queste sere all’orizzonte, perché a questo non è stato associato l’indiscusso re degli dèi, vale a dire Giove? Sia chiaro: non è che il pianeta Giove abbia luce debole, anzi. Ma certo non regge il confronto con quello che vediamo in questi giorni.

La spiegazione potrebbe essere questa: quella del pianeta Giove è una presenza nel cielo più costante, più affidabile. Raggiunge il suo posto nel cielo e lo mantiene a lungo, alle volte anche per una notte intera.

Insomma, è saldo in una posizione dominante, come si addice a un sovrano.

Venere, invece, è più sfuggente, la sua luce straordinaria ce la regala solo per poco tempo. Un periodo come quello attuale, in cui resta sopra l’orizzonte per anche quattro ore, è raro. Di notte, solitamente, Venere non la possiamo vedere, non sappiamo dov’è… o almeno non lo sapevano gli antichi Greci: esattamente come la dèa da cui il pianeta prende il nome, che era troppo inquieta per poter stare tranquilla, chiusa nella sua casa.

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daniele scaglione
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Sono un fisico dirottato. Vivo grazie alla formazione e alla radio. Ho scritto 'Più idioti dei dinosauri' (e/o, 2022). www.diffrazioni.it