NGC 3603, inesausta fabbrica di stelle

L’universo, freddo e vuoto? Dipende…

Marco Castellani
GruppoLocale
2 min readJan 5, 2017

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Sempre lui, sempre il famoso Telescopio Spaziale Hubble. E’ lui infatti che dobbiamo ringraziare, ancora una volta, per averci donato questa splendida immagine della zona di NGC 3603, una delle regioni di formazione stellare più estese in tutta la nostra pur sterminata Galassia.

Credits: NASA, ESA, Hubble Heritage (STScI/AURA)-ESA/ Hubble Collaboration;
Acknowledgment: J. Maiz Apellaniz (Inst. Astrofisica Andalucia) et al., & Davide de Martin (skyfactory.org)

Davvero. E’ una di quelle immagini celesti che si potrebbero semplicemente ammirare senza troppo bisogno di aggiungere parole. E del resto in queste nostre pilloline astronomiche cerchiamo di rimanere stringati, anche per non togliere spazio allo stupore.

Basterà qui aggiungere, giusto per meglio comprendere ciò che stiamo osservando, che la zona centrale di questo celebre ammasso stellare contiene migliaia di stelle più grandi del nostro Sole (che in effetti, nella scala delle dimensioni possibili per gli astri, si rivela piuttosto modesto). Stelle che con tutta probabilità si sono formate appena un paio di milioni di anni fa, in un solo grande episodio di creazione.

Sono proprio immagini come queste che strappano felicemente via dai nostri modelli mentali l’idea di un universo freddo ed inospitale, sostanzialmente vuoto, quasi dormiente, gelidamente imperturbabile. D’accordo, può essere anche questo, se vogliamo. Ma — come si vede qui— può essere molto altro. La zona di NGC 3603 è precisamente una delle nursery cosmiche che ci rassicurano e ci confortano nel fatto che si può pensare l’universo come un posto caldo ed accogliente. Le indicazioni ci sono, basta volerlo. Basta guardare.

Davvero ha ragione Jarabe de Palo, da che punto guardi il mondo, tutto dipende…

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