Quando una stella muore…
Uno spettacolo di grande impatto
Così canta la nostra Giorgia, nell’omonima canzone
Quando una stella muore
Che brucia ma non vuole
Un bacio se ne va
L’universo se ne accorgerà…
E quello che possiamo dire, anche dal punto di vista astrofisico (forse meno suggestivo del video), è che è vero. E’ sicuro che l’Universo se ne accorge, perché la morte della stella è sempre e comunque uno spettacolo davvero impressionante.
Del resto, basta guardare questa foto, per fugare ogni eventuale dubbio.
Quello che ha fotografato il Telescopio Spaziale Hubble, infatti, è proprio l’estremo (ed esuberante) saluto di una stella del tipo del nostro Sole, che sta terminando la sua vita, espellendo violentemente gli strati esterni di gas, ed avviandosi alla fase di nana bianca (quel puntino luminoso che si vede al centro).
Il Sole seguirà un destino molto simile, è abbastanza certo: ma non prima che siano passati alcuni miliardi di anni da ora. C’è tempo, insomma.
L’insieme di questo relitto stellare, prende il nome di nebulosa planetaria. La nostra galassia ne è piena, e sono immagini veramente fantastiche, perché il gas assume colorazioni e conformazioni tra le più particolari, assai degne di figurare tra le cose più belle che l’evoluzione stellare può mostrarci.
Oltre la bellezza, però, c’è da considerare che il fenomeno è di importanza decisiva per la costruzione dell’Universo, come lo conosciamo. E’ infatti — questo dell’espulsione vioenta degli strati esterni della stella— il modo con il quale gli elementi pesanti prodotti al suo interno si propagano nello spazio. Elementi dei quali poi sono fatti, tra l’altro, i pianeti (e gli esseri che ci vivono, eventualmente).
Non fosse per questo, qui in giro ci sarebbero appena idrogeno ed elio. Troppo poco per vivere, troppo poco per esistere, decisamente.
Quando una stella muore… è dunque per qualcosa.
E soprattutto, per qualcuno.
