Quella tempesta che viene dal nulla

E sull’importanza di essere nel posto giusto…

Marco Castellani
GruppoLocale
2 min readMay 12, 2017

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Lo abbiamo detto, le stelle sono fisse fino a quando non ci avviciniamo abbastanza, e allora vien fuori che sono tutt’altro che stazionarie, o quiete.

E’ infatti vero l’esatto contrario: sono estremamente esuberanti, in realtà. La superficie di una stella, anche “tranquilla” come il nostro Sole, è sconquassata continuamente da una serie di fenomeni di dimensioni ed entità tali da destare (se viste da abbastanza lontano…) sincera meraviglia.

Il Sole, ad esempio, espelle continuamente materiale nello spazio. Gli eventi più rilevanti di questo tipo sono nuvole gigantesche lanciate dalla stella letteralmente nel cosmo, e vengono chiamate espulsioni di massa coronale.

Questi fenomeni di solito vengono annunciati in qualche modo: può essere un qualche bagliore particolare, una “vampata” di calore anomalo o una raffica di particelle energetiche che fuoriescono dal Sole, poco prima dell’ora X.

Ce ne è però anche una categoria particolarmente strana, perché sembra letteralmente venire fuori dal nulla. Questi scoppi fanno impazzire gli studiosi, che li hanno chiamati espulsioni invisibili (in inglese, stealth coronal mass ejection).

Crediti immagine: NASA’s Goddard Space Flight Center/ARMS/Joy Ng, producer

La notizia è che con l’aiuto di accurate simulazioni al computer, e usando i dati di missioni NASA di grande riuscita, come STEREO e SOHO, gli scienziati sono riusciti a rendere finalmente ragione di tale fenomeno.

Ed è una storia di ordinaria “amministrazione solare”, potremmo dire.

Coinvolge un progressivo attorcigliamento del campo magnetico solare, a motivo della rotazione differenziale della superficie (ovvero, posti diversi ruotano a velocità diverse). Sembra non succedere nulla, ma si accumula energia. Giorno per giorno. E un certo punto, più o meno dopo due settimane di questo lavoro, l’energia accumulata è abbastanza da far partire questa onda gigantesca (con velocità fino a 700 chilometri al secondo) — come dicevamo, apparentemente dal nulla.

Nella figura potete ammirare una efficace simulazione. Considerate che le righe sono le linee del campo magnetico, colorate in modo diverso a seconda dello strato di superficie nel quale sono state generate.

E quelle non invisibili? Ah quelle sono ancora più rilevanti. Basti dire qui che possono propagarsi a velocità che rasentano i tremila chilometri al secondo!

Al di là dell’utilità di questi studi (ovvia l’importanza di capire cosa succede meglio sulla superficie della nostra cara stella…) è da trattenere l’idea che il Sole, che ci sembra così uguale a sé stesso, così piacevolmente immutabile, in realtà presenta una superficie che è un vero campo di battaglia dove si danno continuamente tenzone giganteschi campi magnetici, flussi di particelle cariche, scoppi di ogni tipo, enormi tempeste, vampate impressionanti.

Grazie al cielo, possiamo ben dirlo, siamo lontani abbastanza da poter in gran parte considerarci al riparo da tutta questa turbolenza.

E siamo vicini abbastanza da prenderci la giusta dose di luce e calore per sopravvivere.

Niente altro da dire, dunque, se non che siamo — assolutamente— al posto giusto.

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