Un posto al Sole…

Sì ma non troppo vicino, per carità!

Marco Castellani
GruppoLocale
2 min readApr 12, 2017

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Le stelle fisse, le chiamiamo di solito. E loro sono così, o meglio sembrano così, viste da queste smisurate distanze cosmiche. Fisse, uguali a sé stesse, statiche, immutabili.

Niente di più stabile delle stelle.

Gli antichi le pensavano così: incastonate su un sistema di sfere concentriche rispetto alla Terra. Puntini luminosi, prevedibili nel loro moto, e sostanzialmente (possiamo dire) inoffensivi.

Avremmo poi imparato, con la nascita e lo sviluppo dell’astrofisica, che una stella è tutt’altro che fissa. Tra l’altro ha una sua specifica evoluzione: nasce, vive e muore, spesso terminando la sua “esistenza” con spettacolari esplosioni, visibili a grandissima distanza.

Quello che poi accade veramente nei pressi di una stella, anche una piccolina come il Sole, è tutt’altra cosa rispetto alla tranquilla immobilità di antica memoria.

La tempesta solare del settembre 2014. Crediti: NASA.

Questa qui riprodotta è una eruzione solare avvenuta il 26 settembre 2014, come vista dal Solar Dynamics Observatory della NASA. Queste tempeste solari sono fenomeni di una vastità e una violenza veramente impressionanti: se teniamo conto che il raggio del Sole è di quasi settecentomila chilometri (la Terra ha un raggio che non arriva ai seimilaquattrocento), già dall’immagine possiamo comprendere qualcosa dell’enormità delle distanze in gioco.

Buon per noi essere più o meno a distanza di sicurezza: tra la Terra e il turbolento astro ci corrono quasi centocinquantamila milioni di chilometri.

Tuttavia, lo sappiamo, le tempeste solari influiscono sullo stato della nostra atmosfera, influenzando in molti casi il sistema di telecomunicazioni su larga scala. In particolare, le ricerche più recenti mostrano che — oltre alle regioni di eccessiva carica elettrica già ben conosciute — le tempeste possono causare regioni svuotate di cariche elettriche.

Le ragioni di questo svuotamento non sono ancora ben comprese, e risultano attualmente sotto attento studio.

Quel che è certo, è che il Sole è vivo. Esuberante e scoppiettante, ma (per nostra grande fortuna) affidabile e longevo. Per qualche altro miliardo d’anni, possiamo stare sostanzialmente tranquilli.

E cercarci, se possibile, il nostro posto al Sole.

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