UX & Devs: tips per un matrimonio felice

HASTEGA
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5 min readDec 1, 2021

Developers e User eXperience Designers sono due facce della stessa medaglia.

Mentre il compito dei primi è quello di “scrivere” il codice che dà vita alle app, i secondi si occupano di “tradurre” questo codice — che di per sé sarebbe illeggibile se non agli sviluppatori stessi — in strutture ed elementi comprensibili per gli utenti.

È chiaro che il rapporto fra queste due figure, per ottenere un prodotto perfetto, dev’essere piuttosto stretto soprattutto in determinate fasi del processo produttivo ma non sempre si traduce in una collaborazione facile.

Però la storia e il successo di molte aziende dimostrano quanto un matrimonio felice tra queste due figure abbia maggiore probabilità di dar vita ad App di successo, tanto da diventare nuovi standard di mercato come nel caso di AirBnB.

Eppure nella maggior parte delle aziende c’è a malapena un’interazione fra le due figure, figuriamoci un matrimonio. Ma perché?

Nella nostra esperienza abbiamo notato che lo scoglio più grande da superare per favorire la collaborazione è quello della comunicazione:

Quando il designer indica l’azione il developer guarda la funzione.

E, ovviamente, vale anche a parti invertite. C’è, infatti, una divergenza di punti vista solitamente molto ampia fra i due, determinata dalla diversità di approccio al progetto.

Le lacune tecniche di un designer possono costituire un intralcio nello sviluppo e determinare un maggiore sforzo lavorativo per raggiungere il flusso utente progettato, mentre viceversa la superficialità nella creazione di un componente da parte di un developer può compromettere l’ottimale esperienza utente progettata.

Come possiamo quindi creare le condizioni perfette per far sì che i designer possano collaborare in modo proficuo con i developers?

Ecco i nostri 3 consigli per Designer e Developer!

Partiamo con gli UX Designer:

  1. Comprendere le difficoltà che ci sono dietro la fattibilità di quello che creano.
    Capire le fondamenta dello sviluppo e collaborare a stretto contatto con i developers sono un passo fondamentale del loro lavoro.
    Deve quindi un designer imparare a programmare? Assolutamente no, ma imparare quali sono i maggiori limiti tecnici e i più importanti aspetti dello sviluppo sono aspetti che possono apportare al workflow del designer una marcia in più.
  2. Imparare come si collabora con gli sviluppatori.
    Dal punto di vista dei designer il rapporto UX/Devs è enormemente sbilanciato in loro favore e capita spesso che in un team di 10 developer ci sia un solo UX designer. Ciò significa che un designer ha la possibilità di collaborare con tante personalità diverse. Questo scenario dovrebbe essere utilizzato dal designer per imparare a coinvolgere i developer nel suo processo di design, imparare a fare loro le domande giuste e come partecipare nei loro workflow.
  3. Infine non dimentichiamo che il principale compito di un UX designer è quello di tradurre i bisogni dell’utente e i business goal in un’esperienza utente quanto più fluida possibile.
    Come? Ad esempio, verificare se esistono flussi simili a quello richiesto e se sono già stati implementati, definire relazioni logiche per rappresentare oggetti reali e concetti all’interno di app ed infine cercare di capire come i dati all’interno del flusso utente vengono prodotti, richiesti e modificati.

Ora passiamo ai developers. Per far sì che la collaborazione con gli UX designers sia proficua, un developer dovrebbe:

  1. Comprendere il lavoro del designer e comprendere soprattutto perché il suo lavoro è così importante ai fini dello sviluppo di un’app.

    Per farlo può partire dalla definizione ufficiale di UX che, secondo Wikipedia, è la seguente:

A person’s perceptions and responses that result from the use of a product, system or service

function utilizzoApp(fn: azioni): reazioni e percezioni {
...
}

In base a questa definizione, la UX design serve a far sì che l’utente possa avere un’esperienza fluida durante l’utilizzo di un prodotto o un servizio (in questo caso, digitale).

Quanto migliore è la UX di un sito o di un’app, tanto meno l’utente si accorge di star navigando: questo avviene quando trova subito quello che cerca, non ha difficoltà nel passare da una sezione all’altra, insomma quando l’esperienza di navigazione è talmente confortevole da non percepire lo scorrere del tempo.

Questo avviene solo e soltanto se alla base c’è un corretto studio della UX, dato che molto probabilmente lo sviluppatore non utilizzerà mai l’applicazione che ha creato (semplicemente perché non ne sarà l’utente target).

Don Norman in The Design of Everyday Things spiega fin dalle prime pagine che non dobbiamo aspettarci che gli umani si conformino alle macchine, e il loro design dovrebbe riflettere questo principio. Quindi, in quanto creatori di software i developer dovrebbero smettere di dare ascolto alle loro stesse percezioni come risposte agli input nella progettazione di app e affidarsi all’esperienza del designer.

2. Se prima abbiamo parlato della necessità, per i designer, di imparare a comunicare coi devs, questo vale anche in senso contrario. In particolare, i punti chiave sono la comprensione dello user flow e del carico cognitivo sull’utente. In questo caso, il developer dovrebbe “correggere” il flusso utente di un designer solo per quello che concerne eventuali problemi tecnici, limiti di infrastruttura e tempo di sviluppo così da condividere le criticità al designer che potrà tenerne di conto per sviluppi futuri.

3. Imparare a lasciare spazio alle emozioni: Interface vs Experience. Sembra una romanzata delle ultime righe ma in realtà aiuta a capire che i processi logici che creiamo quando si sviluppa un software sono pensati per l’utente e sono fondamentali per un corretto sviluppo. Ecco perché interfaccia vs esperienza: l’interfaccia è tutto ciò con cui l’utente interagisce mentre l’esperienza è la percezione, l’impressione e le sensazioni che l’utente prova quando interagisce con l’interfaccia.

Tutto questo per dire che né developer né UX designer possono vivere l’uno senza l’altro: la comprensione reciproca — e, soprattutto, dei reciproci ruoli — dev’essere alla base di qualsiasi progetto. Soltanto così si possono realizzare prodotti sia funzionali che ottimali per l’utente.

Per raggiungere un buon equilibrio fra queste due figure professionali può essere di aiuto l’adozione a livello aziendale di un framework di lavoro che consenta una certa fluidità nella gestione dei progetti. In Hastega abbiamo adottato il metodo Scrum, un framework del metodo Agile che permette alle figure professionali di essere fortemente incluse in tutte le fasi dello sviluppo di un progetto. Se ti sei perso il nostro articolo al riguardo, puoi trovarlo qui.

Al prossimo articolo!

Paolo Micheletti — Web Developer Hastega

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