Scusaci gatto, ma il cane è più intelligente di te
Il primo studio che sia andato a contare il numero di neuroni corticali nel cervello di vari carnivori, tra cui cani e gatti, ha stabilito che i cani ne possiedono un numero significativamente maggiore dei gatti. Immagine ©Jeremy Teaford, Vanderbilt University.
Si aggiunge un nuovo elemento alla perenne diatriba su chi sia il più intelligente, il cane o il gatto. Ha a che fare con il cervello, in particolare con il numero di neuroni nella loro corteccia cerebrale: quelle piccole “cellule grigie” da sempre considerate un segno d’intelligenza.
Ed ecco il fatto nuovo: un nuovo studio, il primo che abbia contato effettivamente il numero di neuroni presenti nel cervello di vari carnivori, compresi cani e gatti, ha scoperto che i cani ne possiedono un numero largamente maggiore.
“In questo studio, eravamo interessati a confrontare diverse specie di carnivori per vedere in quale modo il numero di neuroni nel loro cervello fosse correlato con le dimensioni del cervello stesso, includendo cani e gatti, leoni e orsi,”
dice Suzana Herculano-Houzel, professoressa associata di psicologia e scienze biologiche presso la Vanderbilt University, che ha sviluppato il metodo che permette di contare con precisione il numero di neuroni nel cervello.
I risultati dello studio “Dogs have the most neurons, though not the largest brain: Trade-off between body mass and number of neurons in the cerebral cortex of large carnivoran species” sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Neuroanatomy.”
Chi è più intelligente? Il cane o il gatto?
Per quanto riguarda la “competizione” tra cani e gatti, lo studio ha determinato che i cani possiedono circa 530 milioni di neuroni corticali mentre i gatti circa 250 milioni. Per un confronto, il cervello umano ne conta circa 16 miliardi.
“Credo che il numero di neuroni posseduti da un animale, specialmente nella corteccia cerebrale, determini la ricchezza della sua mente e la sua capacità di prevedere cosa può accadere nell’ambiente basandosi sulla passata esperienza,”
spiega Herculano-Houzel.
“I nostri dati significano che i cani hanno la capacità biologica di vivere la loro vita quotidiana in modo più flessibile e complesso. Per lo meno, abbiamo dato un fondamento alle discussioni popolari su chi sia più intelligente tra cane e gatto.”
I ricercatori hanno analizzato il cervello di 8 specie carnivore: il furetto, la mangusta, il procione, il gatto, il cane, la iena, il leone e l’orso bruno. Essi si aspettavano di poter confermare l’ipotesi intuitiva che i carnivori debbano avere più neuroni corticali degli erbivori di cui si cibano. Questo perchè la caccia, cognitivamente parlando, è una attività più evoluta rispetto alla strategia primaria tipica degli erbivori di difendersi facendo parte di greggi o mandrie.
Ma così non è stato. Le misure hanno confermato che il rapporto neuroni-dimensioni del cervello nei carnivori medio-piccoli è circa lo stesso degli erbivori. Questo suggerisce che l’evoluzione ha esercitato sugli erbivori, per sfuggire ai predatori, un bisogno di sviluppare il loro cervello paragonabile a quello necessario ai carnivori per cacciare.
In realtà, per i grandi carnivori, questo rapporto è addirittura inferiore. I ricercatori hanno visto che il cervello di un golden retriever ha più neuroni di quello di una iena, di un leone o di un orso bruno, anche se questi predatori hanno dimensioni del cervello triple. Questi grandi predatori hanno un cervello 10 volte più grande del gatto ma un numero di neuroni simile.
“Mangiare carne è in genere vista come la soluzione ai problemi energetici dei carnivori ma, alla luce dei dati, è chiaro che vi deve essere un delicato equilibrio tra corpo e cervello per non andare in deficit energetico”
dice Herculano-Houzel.
Cacciare richiede molta energia, in particolare per i grandi predatori, e l’intervallo di tempo tra la cattura di una preda e l’altra è imprevedibile. Questo spiega perchè i grandi carnivori, come i leoni, passino la maggior parte del loro tempo a riposo e dormendo. In termini energetici il cervello è l’organo che ne consuma di più e i suoi consumi dipendono proporzionalemente dal numero di neuroni. Questo bisogno di energia è continuo. Di conseguenza, la quantità di carne che i grandi carnivori possono procurarsi e consumare e la natura intermittente del loro alimentarsi, limita lo sviluppo del loro cervello.
E’ stata anche smentita la credenza che gli animali domestici abbiano un cervello più piccolo rispetto ai loro cugini selvatici. Il cervello dei furetti, gatti e cani non differisce significativamente da quello dei loro parenti selvatici. Inoltre, l’analisi ha scoperto nel procione un caso eccezionale: in un cervello circa delle stesse dimensioni di un gatto, esso presenta lo stesso numero di neuroni corticali di un cane.
“I procioni sono decisamente dei carnivori atipici. Essi hanno un piccolo cervello ma un numero di neuroni paragonabile a quello dei primati.”
Secondo i neuroscienziati, lo studio del cervello in diverse specie ha prodotto un importante insegnamento: “la diversità è enorme, non tutte le specie sono fatte nello stesso modo. Ci sono degli schemi, ma ci sono molteplici modi in cui la natura ha assemblato il cervello — e stiamo cercando di capire quali siano le differenze.”
Originally published at italian-directory.it on January 27, 2018.